venerdì 4 luglio 2008

FENOMENOLOGIA DEL CARICABATTERIA

Qualche settimana fa ho avuto il piacere di intrattenermi in una lunga chiacchierata telefonica con Little Jhon durante la quale ho messo a fuoco un dettaglio che può risultare decisamente illuminante circa il mio attaccamento alla barca a vela. Tutto è partito da una mia semplice domanda: dove tieni abitualmente il caricabatteria del tuo cellulare? Ovviamente le risposte possibili sono le più svariate: a casa, in ufficio, in macchina ecc. ecc. Qualcuno tra i più telefonino - dipendente arriva anche a portare sempre con se sia il cellulare che il caricabatteria. In effetti usando un po’ di sociologia spicciola possiamo ritenere che molte informazioni riguardanti lo stile di vita di una persona siano desumibili dall’uso di questo indispensabile accessorio (e molte di più dall’uso del cellulare vero e proprio) ; in questo senso ho usato il termine “fenomenologia” nel titolo del post alludendo molto velatamente a reminescenze filosofiche “alte” e a un famosissimo libro di Umberto Eco “Fenomenologia di Mike Buongiorno”. Ma torniamo a noi, anzi a me! Eh si perché il punto è proprio questo: io il caricabatteria del mio cellulare sono più di cinque anni che lo tengo fisso in barca 365 giorni all’anno! Non trovate anche voi che sia un’immagine “potente” ?
In effetti ho calcolato che, senza contare la crociera standard di tre settimane in croazia, in media trascorro nella mia barca a vela tra le cinquecento e le settecento ore all’anno. Molto di questo tempo viene utilizzato per le uscite pomeridiane ma, per la maggior parte, me ne rimango all’ormeggio in banchina a sistemare le questioni più disparate che riguardano: la barca, il blog, lo studio delle rotte future, piccole manutenzioni, qualche “raduno” con l’equipaggio ecc. ecc. Pertanto mi risulta molto facile e comodo caricare il telefonino utilizzando la colonnina della 220 che si trova proprio davanti alla mia barca: semplice no?

TO BE CONTINUED ……………………..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito di caricabatterie e vita nomade, un acquisto utile per la crociera e non solo è un simpatico aggeggio appena sfornato da Decathlon. Una torcia a carica umana (una versione high-tech della vecchia dinamo delle bici di quando eravamo bambini)che consente di ricaricare anche tutta una serie di dispositivi tecnologici di cui non-si-può-fare-a-meno grazie ad una dotazione di cavetti e attacchi di tutto rispetto.
Consigliato per ricaricare anche quando non si è comodamente ormeggiati in banchina!

Andrea Messersì ha detto...

Grazie Troppi Trippi ma non ne sento il bisogno il mio cellulare quando sono in croazia è sempre spento e viene acceso per pochi minuti tre o quattro volte al giorno di cui una per la telefonata serale a moglie e figlio.
Con questi consumi non è necessario caricarlo neanche dopo venti giorni!

saluti
skipper