Roma, 26 Ottobre 2016 - Nella
giornata di ieri 25 uomini e donne hanno perso la vita nel
Mediterraneo Centrale. I loro corpi sono stati trovati dal team della
Bourbon Argos, una delle tre navi di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere (MSF),
sul fondo di un gommone sovraccarico di persone, a 26 miglia dalle
coste libiche. MSF ha soccorso anche 107 superstiti dallo stesso barcone
e altre 139 persone da un altro vicino.
“Arrivati al primo gommone abbiamo
preso a bordo i 107 sopravvissuti, ma non abbiamo potuto recuperare
quelli che pensavamo essere 11 cadaveri perché nel frattempo siamo stati
chiamati per un altro soccorso urgente nelle vicinanze” racconta Michele Telaro, capo progetto di MSF a bordo della Bourbon Argos.“Dopo
aver soccorso le 139 persone del secondo gommone, siamo tornati al
primo e abbiamo scoperto che i corpi sul fondo erano 25, probabilmente
vittime di asfissia, sommersi da uno strato di benzina e acqua di mare.
Ci sono volute tre ore per recuperare 11 cadaveri, perché il mix acqua e
carburante è talmente forte che non potevamo restare sul gommone troppo
a lungo. È stato orribile”.
Poiché era già buio e non volendo
rimandare le operazioni al mattino, l’équipe di MSF ha chiesto supporto
all’ONG Sea Watch per recuperare gli altri corpi ancora intrappolati nel
gommone. Sea Watch ha trasferito nell’obitorio a bordo della Bourbon
Argos un cadavere recuperato da un altro incidente e ha poi assistito
MSF nel recupero dei 14 corpi.
Tra le persone soccorse, 23 hanno avuto
bisogno di cure mediche per le ustioni da benzina, con 11 di loro
considerati particolarmente critici. Per sette pazienti è stata
necessaria un’evacuazione medica e due di loro erano feriti in modo così
grave da richiedere l’intervento dell’elicottero, per un trattamento
d’urgenza in Italia. La vita di una giovane donna è stata salvata
grazie al team medico a bordo, che l’ha intubata e stabilizzata in
attesa dell’evacuazione. Ai sopravvissuti, tra cui il marito e il figlio
di otto mesi di una delle vittime, è stato immediatamente offerto
supporto psicologico dal team MSF e riceveranno ulteriore assistenza dal
team di primo soccorso psicologico di MSF a terra, una volta sbarcati
in Italia.
“È una tragedia, ma purtroppo non si
può dire che sia stato un giorno eccezionale nel Mediterraneo. Le scorse
settimane sono state terribili per i nostri team e per le altre navi di
ricerca e soccorso, costantemente impegnate in operazioni di
salvataggio in cui troppi uomini, donne e bambini hanno perso la vita.
Queste attività di ricerca e soccorso stanno diventando una gara in un
cimitero marittimo. I nostri team sono schiacciati da una crisi creata
dalle politiche, che ci fa sentire incapaci di fermare le morti in mare”
dichiara Stefano Argenziano, responsabile per le operazioni sulla migrazione di MSF.“Il
2016 sarà probabilmente dichiarato l’anno più nefasto per le morti nel
Mediterraneo Centrale. Quante tragedie come questa serviranno prima che i
leader dell’UE cambino le loro priorità malriposte sulla deterrenza e
forniscano alternative sicure alla traversata in mare?"
Nel 2016, 327.800 persone sono arrivate in
Europa via mare e 3.740 hanno perso la vita durante la traversata,
secondo i dati dell’UNHCR. I team di MSF a bordo delle tre navi di
ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale quest’anno hanno soccorso
oltre 17.000 persone dall’inizio delle operazioni ad aprile. Di fronte a una tale tragedia, MSF
ribadisce ancora una volta che se le operazioni di ricerca e soccorso
possono salvare vite, creare vie legali e sicure è l’unico modo per
mettere fine alle morti in mare.
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