Porto
Cervo - A distanza di alcune ore dalla mancata accettazione
dell'iscrizione della mia barca all'Audi J/70 World Championship di
Porto Cervo a pervadermi è ancora un sentimento di profondo rammarico,
che è aumentato a dismisura questa mattina, quando ho visto la flotta
lasciare gli ormeggi per andare incontro al primo giorno di regate.
Ciò
non mi impedisce di aprire questa mia con un ringraziamento, che ai più
potrà sembrare una contraddizione, ma che in realtà non lo è perché il
lavoro svolto dal Comitato di Stazza è stato del livello che ho sempre
auspicato nel corso degli anni passati a presiedere alcune delle più
importanti classi One Design (Mumm 30, Farr 40 e Melges 32).
Muovendo
dalla volontà di mandare sulla linea di partenza una flotta omogenea dal
punto di vista prestazionale, il Comitato di Stazza, presieduto da
Christopher Howell, ha interpretato al meglio la parte della guida,
consigliando i team su come sanare le criticità di vario genere emerse
nel corso dei controlli preliminari. Un atteggiamento propositivo,
peraltro già utilizzato al Mondiale J/70 di San Francisco dello scorso
anno, quando lo stesso Howell consentì a una quindicina di equipaggi
statunitensi di sostituire le crocette delle proprie imbarcazioni, dopo
che queste erano risultate alterate rispetto alle specifiche stabilite
dal regolamento di classe.
E'
bene sottolineare che le sette barche non accettate, benché accomunate
dal medesimo destino, hanno storie diverse e credo sia giusto spendere
due parole per raccontare gli accadimenti che hanno coinvolto la mia,
ITA-949, durante le operazioni di stazza preliminari svolte presso il
cantiere di Porto Cervo. Corrisponde infatti al vero che il mio J/70,
già sottoposto a due procedure di stazza pubbliche durante l'Alcatel
J/70 Cup 2017 (Malcesine e Riva del Garda), non ha fallito alcun
controllo nemmeno in questa occasione. Ciò è dimostrato dal suo
inserimento nella flotta gialla avvenuto, come da programma, dopo la
chiusura della fase di stazza delle imbarcazioni iscritte, fissata per
le 12 di lunedì 11 settembre.
Perché,
quindi, ITA-949 non ha potuto partecipare al Mondiale? Una volta
rilevato che la quasi totalità delle barche che, al pari della mia,
erano state rimessate in un cantiere di Riva del Garda stavano
manifestando problemi alla parte terminale delle chiglie, è nato in me
il sospetto di poter essere nella stessa situazione. E' a questo punto
d'obbligo specificare che ITA-949 era entrata in cantiere alla fine di
luglio per riparare i danni allo scafo riportati durante la frazione di
Scarlino, e quelli alla chiglia conseguenti il trasporto stesso, prima
di essere ritirata proprio in vista del Mondiale di Porto Cervo. Mosso
dal dubbio, dicevo, mi sono quindi preventivamente rivolto al Comitato
di Stazza, al fine di farmi guidare nel processo decisionale che,
autorizzato per iscritto, ha portato alla sostituzione della chiglia con
quella di un J/70 charterizzato per l'occasione e arrivato in Sardegna
solo nella tarda mattinata di domenica.
Ed
è così che, sostituita la chiglia davanti a tutti coloro che, nella
medesima giornata, si apprestavano a stazzare le proprie imbarcazioni,
ho materialmente aiutato il mio equipaggio a spingere ITA-949 sotto la
gru, ottenendo l'agognato via libera a toccare l'acqua una volta
soddisfatti tutti i punti stabiliti dal cosiddetto "measurement form".
Acqua
amara, più che salata, visto che il Comitato Organizzatore, composto
dallo Yacht Club Costa Smeralda e dalla Classe Internazionale J/70, alle
19 di lunedì 11 settembre mi informava, a mezzo di comunicato
ufficiale, di aver formalmente respinto l'iscrizione di ITA-949, e di
altre sei barche, dall'Audi J/70 World Championship 2017.
A
nulla è valsa, la mattina del 12 settembre, la discussione della
richiesta di riparazione immediatamente depositata davanti alla Giuria
Internazionale. Questa, pur riconoscendo quanto sopra esposto come
rispondente al vero, ha accettato la richiesta del Comitato
Organizzatore, rappresentato in sala giuria da Edoardo Recchi, Direttore
Sportivo dello Yacht Club Costa Smeralda, confermando la non
accettazione della nostra iscrizione sulla base di una mera presunzione
di colpevolezza. Il Technical Report, documento sul quale poggia tutto
l'impianto accusatorio al punto da essere citato nel comunicato
ufficiale che mi ha escluso dall'evento, è infatti cristallino nel
confermare che mai la mia barca è stata trovata fuori stazza, ma che è
bastato il semplice dubbio da me onestamente comunicato al Comitato di
Stazza, per essere considerato non degno di portare sulla linea di
partenza una barca mai trovata in difetto.
Presunzione
di colpevolezza che, cristallizzata da questa decisione della Giuria
Internazionale, comunque impugnabile nelle sedi competenti, mi ferisce
come uomo, armatore e sportivo.
Nella
vita c'è sola una certezza, ma da ieri io ne ho trovata un'altra:
ITA-949 e il suo equipaggio torneranno quanto prima tra le boe della
classe per dimostrare a tutti che a fare la differenza non è un presunto
artifizio, ma il lavoro duro e la possibilità, garantita dai nostri
partner, di partecipare a più eventi di chiunque altro.
Auspico
altresì che, per il bene di tutti, la J-Boats possa mettere gli
stazzatori nella condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro,
dotandoli di quegli strumenti che, nell'epoca dei telefonini che si
sbloccano con uno sguardo, rappresentano un irrinunciabile "minimo
sindacale".
Carlo Alberini
Nessun commento:
Posta un commento