martedì 6 ottobre 2015

MINI 6.50 - MiniTransat 2015 - IL PUNTO


Possiamo ben dire che l’allievo ha superato il maestro.   Nel 2011 Raison su Magnum era arrivato dopo 716 nella prima tappa ed era riucito ad avere ragione di Normand su 787 (a proposito… ormai è chiaro che Tamme non è all’altezza del fantastico Manuard e credo che dopo 2 campagne la rivenderà. Se avessi soldi ed ambizioni non me la farei scappare!) Beaudard ha fatto assolutamente di meglio, relegando tutti gli appuntiti a distanze siderali. Oltretutto lo ha fatto in poppa piena, andatura che gli antichi detrattori dello Scow avevano indicato come il suo punto debole. Alla faccia!
 
Credo che a Mer Forte qualcuno avrà un pò di mal di testa.   OK, ok… 888 è stato praticamente appena varato e Simon Koster ne deve probabilmente prendere ancora le misure, ma per vederlo avanti delle decine e decine di miglia che gli sarebbero servite per vedere la poppa di 865 più da vicino mi pare che d’acqua ne debba ancora scorrere sotto i ponti. Probabilmente non basta disegnare solo un prua arrotondata per andare più forte…

Per ritrovare una vittoria tra i Serie con un simile vantaggio sul secondo devo retrocedere fino al 2005, quando il belga De Laureyssens concluse a Bahia con 16 ore sul secondo nella classifica finale.

Lipinsky è stato incredibile.   Si è scrollato di dosso la scuffia del 2013 su 539, ha creduto nel progetto un pò folle di Bertrand di costruire un nuovo Serie, in un cantierino, quando già aleggiava il P3 e ci ha inanellato ogni miglio che poteva racimolare in un anno di regate a perdifiato.   Risultato: ha corso ad una media sul percorso reale di 7,7 nodi, mostruosa per una barca di Serie!

Così facendo ha posto l’asticella a livelli da Sotomayor nel salto in alto.   Con questi nuovi razzi in circolazione è pericolosissimo fermarsi anche solo per poche ore per una riparazione. Il rischio di uscire dal tempo massimo è da allerta rosso ed in queste ore ne sta facendo dolorosamente le spese il nostro Federico Cuciuc.

Ci è piaciuta la bella difesa dell’Argo, al secondo posto. Vero che il bel Lombard, nato in Med e, forse, più poliedrico dei nuovi nasoni, è portato da un fenomeno come Le Turquais, ma ci pare che la rimonta di Fornaro non sarebbe riuscita senza un supporto all’ altezza della sua classe.
La scuderia dei P3 mi pare che ne sia uscita globalmente bene.

Il fatto che ce ne sia uno anche oltre il decimo conferma l’assioma che lo skipper conta ancora tantissimo, ma l’incidente al timone di Hentzperg di 871 ci ha privato di un duello con 866 che sarebbe stato stellare.  Anche il Nacira è stato all’altezza. Chiaro che i bei tempi del monopolio del podio come due anni fa sono tramontati per sempre, ma Girod non è che ad un paio d’ore dal podio, sul suo 824 su cui corse la Mettreaux.

Come fanno gli svizzeri ad andare tanto forte,si chiederà qualcuno.
Non fatevi ingannare dall’acqua dolce del lago di Ginevra…
Su quello specchio matura una cultura velica di primissimo livello, basti pensare che alla TransLemanique “en solo”, di 100 miglia, partono sempre oltre 100 barche.
Si sono poi inventati una “Cinque giorni” in double sul Surprise, durissima regata alla quale partecipano sempre un 25-30 monotipi, gli stessi che partono alla solitaria di cui sopra.

Sono numeri che da noi sono pura fantascienza e Patrick è riuscito a vincere negli ultimi anni entrambe le prove.  Sappiamo che Yan Noblet vorrebbe riprendere la produzione del bel De Beaufort… Riuscisse a farli costare meno sarebbe ancora un bell’investimento.

Dopo tanto sproloquiare dei nuovi o semi nuovi cerchiamo i P2 e… ne troviamo tre nei primi 9!
Ancora fantastico il Finot del 2003 e mi sa che chi sperava di portarne via uno a poco prezzo dopo la Transat, data la vetusta età agonistica, incorrerà in qualche disillusione.
Tra l’altro i tre skipper in questione, bravissimi, per carità, non evidenziano un curriculum stratosferico.
In anni recenti ci hanno corso, per esempio, Lipinski, Boissou, Rogues, i nostri Pedote, Apolloni e Bona e mi pare sia tutta un’altra pasta.
In Italia ne correranno parecchi nel 2016 ed ogni skipper sarà ancora libero di sognare in grande il suo futuro.
Chiaro che bisognerà allenarsi di conseguenza…
Sempre restando in tema di modelli dai Serie datati ci pare che un’ottima figura l’abbia fatta anche il Tip Top. Quella che, secondo me, è stata la grande incompiuta di Manuard, che dopo averlo progettato non ci ha mai corso neppure una regata, stampa due barche nei 16.
Può sembrare poco ma alle velocità vorticose a cui si è corso e col pullulare dei nuovi mostri ipervitaminizzati è sempre un gran bel camminare. Bravi…
E gli italiani?
Non nascondiamoci dietro a un dito… è stata una Beresina!
I nostri tre uomini di punta sono compressi in classifiche a due numeri ben al di sotto del loro potenziale ed in più soffriamo anche di un disalberamento.
Purtroppo le prestazioni dei nostri rappresentanti pare che presentino un’andamento ondulatorio ciclico.
Dopo una 2009 in cui ci eravamo esaltati per il quarto posto di Pedote ed il “quasi ” podio di Apolloni, conditi dalle belle gare di Del Zozzo e Tosi, a turno negli avamposti del gruppo, era seguita la debacle del 2011, con solo due arrivati su otto partenti.

All’esaltante 2013 del fantastico trio Pedote, Bona, Zambelli segue ora un’edizione avara di soddisfazioni, almeno per ora.   Lasciamo in pace i nostri portacolori, per non sovraccaricarli di ansia da prestazione.

Di sicuro staranno articolando analisi e strategie per correre la seconda tappa da par loro e rientrare almeno nei primi 10 di categoria. Non sarà quello che avevano sognato ma imprimerebbe comunque il loro marchio sulla regata.  Ed anche questa volta il Moloch crudele che sa essere la Regata Oceanica in genere e la Mini Transat in particolare, ha richiesto il suo tributo in vittime umane.

Essendoci passato anch’io so perfettamente cosa provano: anni di sacrifici, spese folli , lavoro e famiglie trascurati, svaniti in un attimo.
Timoni, alberi, piloti ed impianti elettrici in avaria… la solita litania dolente!
Li conoscevo oltretutto quasi tutti.
Andrea e Federico appartengono al mio Pantheon velico.
Ad Aymeric Blin, che ha ricostruito il suo Finot dopo un volo dal carrello stradale a 120 all’ora sull’autostrada, avevo fatto i controlli di sicurezza a Talamone.
Di Pilar Pasanau abbiamo apprezzato tutti l’eleganza e la dolcezza a Genova e Cagliari.
Jonas Gerkens lo ricordo alla Minibarcelona del 2006, quando non era ancora l’attuale “piede pesante schiacciasassi” da podio fisso, ma balbettava le prime miglia in Mini su un vecchio Proto.
Gilles Avril lo ricordo nel Fastnet del 2013 sul Proto 562 ricostruito con le sue mani: lo avrebbe perso pochi mesi dopo al largo del Portogallo, dove, più o meno, ha dovuto abbandonare anche il suo nuovo 624, comprato da Oliva.
E che dire di Nacho? Almeno gli altri qualche chance per districarsi l’hanno avuta!
Forza ragazzi…il futuro è vostro!
Scorrete le classifiche e mandate a mente più nomi che potete.
Siate certi che, tra qualche anno ritroverete gli stessi nomi alla partenza, o sul podio delle Classiche Cult del Circuito Oceanico.
Può sembrare una frase ritrita ed allora voglio portare la mia testimonianza personale.
Nel ‘99 in banchina a Concarneau giravano: Lemonchois, Josse, Cape, Maloney ed in più Pier Yves Moreau, il signor “Annabelle” e Ronan Attanasio, il signor”Samantha Davies”.
Le prossime stelle, speriamo anche italiane, potrete sempre vantarvi di averle viste nascere ai loro albori…
(di S. Paltrinieri da www.classemini.it)
 

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