venerdì 28 ottobre 2011

TRANSAT 6.50 - Seconda Tappa - Quattordicesimo giorno


David Raison e il suo Team Work 747 dopo il grande salto, sono atterrati virtualmente nel nuovo mondo raggiungendo Fernando de Noronha, avamposto Brasiliano nell'Atlantico del Sud. Lo scow rivoluzionario continua a galoppare a velocità impressionanti (più di 9 nodi di media di bolina larga) e continua a frapporre acqua e miglia tra lui e i suoi diretti avversari. Thomas Normand 787 - Financière de l'Echiquier segue infatti a 73 miglia, Bertrand Delesne su 754 - Zone Large a più di 130, entrambi con velocità inferiori di circa 2 nodi ormai da qualche giorno. Il resto della flotta dei proto segue a più di 350 miglia e molti di loro sono ancora nel Pot, dove comunque le tempeste sembrano finalmente essersi placate e la situazione essere divenuta più tranquilla per gli skipper rispetto ai giorni precedenti. Maurizio Gallo unico italiano ancora in gara tra i Proto continua la sua regata in ventiseiesima posizione.
Come qualcuno ha scritto sul nostro forum David Raison sta entrando nella storia della vela non per essere prossimo a vincere una Transat, la più solitaria delle transatlantiche, ma per farlo con un mezzo innovativo, e autocostruito rivoluzionando radicalmente il concetto di barca, sconvolgendo forme e consuetudini che da decenni regnavano sovrane.

747 Teamwork Evolution diverrà una barca leggendaria nella classe Mini al pari di 198 - Karen Liquid, l'attuale Kichers di Picault, una pietra miliare che tutti ricorderanno anche fra molti anni.

Il cammino di Raison per giungere sin qui è stato lungo e travagliato: Nell'anno del varo (2010) su 4 regate per ben 3 è stato costretto al ritiro subendo ogni tipo di rottura, motivazione più che sufficiente per molti per ritornare sui propri passi e abbandonare l'idea... invece David è andato avanti nella stessa direzione, forte delle sue convinzioni, ha modificato gran parte del rigging per ottenere il massimo delle prestazioni aumentando al tempo stesso l'affidabilità e… il tempo gli sta dando ragione.

Sarà interessante vedere se dopo questa regata vi sarà un rapido adeguamento della forma degli scafi anche nelle altre classi open della vela oceanica (class 40, 60 & co.).

Tornando alla regata, tra i Serie i giochi sono ancora apertissimi, i primi 10 concorrenti sono distanziati di appena 30 miglia e si alternano repentinamente al comando.

Gli Italiani in gara sono staccati di circa 150 miglia: Susanne Beyer su 745 Penelope è nuovamente risalita in 25° posizione, Simone Gesi su 704 Dagadà - Spirito di Maremma è attualmente 27°.

Sergio Frattaruolo rientrato a Mindelo (Capo Verde) ci ha appena scritto che è indaffarato a cannibalizzare ferramenta da altre barche e assistere Wilson, un fabbro locale esperto in saldature al TIG, nell'assemblaggio di nuovi agugliotti e femminelle, per rimontare i propri timoni e ripartire al più presto verso il Brasile malgrado la Direzione di Corsa abbia dichiarato di non approvare la sua scelta.

Comprensibili entrambe le posizioni, Sergio dopo due anni di totale dedizione per la preparazione di questa avventura, da uomo tenace qual'è non mollerebbe mai il suo sogno, e , siamo certi che se Wilson non riuscirà a riparare la barca lui cercherà di andarci a nuoto a Bahia!

Parimenti la Direzione di Corsa, non ritiene opportuno che un partecipante riprenda il mare con così tanto distacco dal resto della flotta soprattutto per una questione riguardante la sicurezza.

Sergio sarebbe infatti troppo distante dagli altri e dalle barche assistenza perché possano prestargli soccorso in caso di necessità; ipotesi non poi così remota visto che si e' verificata ben due volte nelle ultime 24 ore sia per l'australiano Scott Cavanough che per il francese Mathieu Claveau, entrambi costretti ad abbandonare Il proprio Mini in mare; il primo a causa di una collisione con un supertanker il secondo per l'urto con un oggetto galleggiante non identificato.

A riguardo è doveroso ricordare il gesto di grande solidarietà della skipper statunitense Emma Creighton su 574 Pocket Rocket che ha assistito lo skipper australiano per tutta la notte sino all'arrivo della barca accompagnatrice Pen Ar Clos che ha preso a bordo Scott, prima di riprendere il suo cammino verso Bahia.

Chapeau Emma... e Buon Vento! (da www.classemini.it di D. Lusso)

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