lunedì 9 novembre 2009

Solitari Italiani alla MiniTransat 6,50 - GIANCARLO PEDOTE


Dal sito www.giancarlopedote.it ho arraffato qualche altro brandello di genuina vela da solitari:
conoscete quel modo dire degli anglofoni: "un penny per i tuoi pensieri" ... ebbene anche se ho "speso" un po' di più ne valeva la pena ...... per faesi un'idea di quello che passava per la testa di Giancarlo ..... lascio a lui la parola:


< "Dopo la strambata a Nord di Cap Timeris. Straorzata con 25 nodi e spi grande. Mollo la scotta, ma la barca non si rialza. Nella mia mente questi i pensieri alla velocità della luce: Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Che cazzo succede Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare La scotta spi è sparata Il vang sparato La drizza spi sparata Lo spi è in acqua Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Sparo gli ultimi centimetri di scotta randa Spi grande in mare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Ho paura di forzare sui timoni Cazzo succede La barca è ancora sdraiata Io appeso alle draglie Non riesco a poggiare Non riesco a poggiare Appeso alle draglie Ho paura di spaccare i timoni Non riesco a poggiare Visto l'inganno La scotta randa ha un giro intorno alla barra del timone sottovento! Merda! Stavo per sfasciare tutto! La barca torna in pari! Con la forza della disperazione lo spi torna a riva. Tutto è di nuovo in assetto Il viaggio continua. Ci sono due poesie che ho vissuto durante la La Transat 6,50. Giacomo Leopardi - La quiete dopo la tempesta. Dopo la tempesta sei felice nel vedere la cerata che si asciuga. Dopo la tempesta le mani ritornano normali, perché i calli riprendono consistenza. Dopo la tempesta un liofilizzato è un piatto di un ristorante a cinque stelle. Dopo la tempesta dormi, e quando ti svegli il cielo è pieno di stelle e ti riconcili con il mondo nel guardarlo seduto sullo scalino della discesa. Dopo la tempesta, tutto è come prima, sei più forte di prima, la scia è dolce. Giuseppe Ungaretti - Soldati. Nella tempesta, si è soldati. In un mini 6,50, si è soldati. Quando il mare è grosso e fa paura: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". Approccio all'arcipelago di Capo Verde, passaggio tra Branco e St. Luzia. Dopo Capo Verde, il difficile è fare Ovest pertanto se nell'approccio alle isole hai un True Wind Direction di 20° o inferiore, è una buona scelta prendere dell'Ovest. E' quello che ho cercato di fare, anche se nell'avvicinamento finale ero un po' rincoglionito e mi sono fatto acchiappare da Bond. La regata è lunga, a suo tempo Raciel mi chiederà di "comerlo". Passare un arcipelago che fa cancello è esattamente come passare in un muro con dei buchi. Devi tirare l'angolo giusto per non arrivare stretto con lo spi e magari essere costretto ad ammainare. Vicino alle isole il vento può avere degli shift di 30°-40°. Parlo a Prysmian ITA 626 e dico a lei di scegliere il passaggio che più le piace. Prysmian sceglie il più stretto di tutto l'arcipelago: tra Branco e Santa Luzia. L'angolo è quasi perfetto dovremmo solo orzare con spi grande fino a 120° rispetto al vento per 15 minuti, con uno scenario di 15 nodi d'aria. Passiamo l'arcipelago all'alba, dopo una notte insonne. Sono contento di aver fatto Ovest senza pagarlo caro. Adesso il prossimo waypoint è l'ingresso al Pot au Noir. Cos'è il Pot au Noir. Il Pot au Noir (chiamato anche ZITC, zona di interconvergenza tropicale) è una zona situata solitamente tra l'8° Nord ed il 4° Nord dove convergono entrambi gli alisei: quello dell'emisfero Nord che spira da Nord Est e quello dell'emisfero Sud che spira da Sud Est. In questa zona regna una bassa pressione costante, il barometro non serve a niente e ci sono venti deboli, di direzione variabile, alternati a groppi in cui il vento può raggiungere e superare i 40 nodi. L'inferno. Tra l'arcipelago di Capo Verde e il Pot au Noir. Siamo a Ovest e non ci sono molte bascule per prendere Ovest, chi lo vuole lo paga caro. Siamo bene, questa è un opzione di cui prenderemo i frutti tra 5-6 giorni, dura da reggere. Unico contatto radio in quei giorni è con un ragazzo con cui non ho mai parlato prima, Sébastien Stephant 291, lui ha fatto un passaggio che mi attirava tanto, di cui ho sentito molto parlare, tra Sant'Antao e Sao Vicente. Con Sébastien facciamo amicizia per radio, durante una delle più belle cavalcate di poppa della regata. Sébastien è affetto da una sindrome che colpisce quando siamo stanchi, e che io ho battezzato: "sindrome dell'opposto". Io sarò affetto da questa sindrome 100 miglia prima di passare l'arcipelago di Ferdinando de Noronha. La sindrome dell'opposto è così: se sei a Est vorresti essere a Ovest, mentre se sei a Ovest vorresti essere a Est. Sebastein è più a Ovest di me, meraviglioso, vorrei essere più vicino a lui... mentre lui orza per rientrare nel gruppo poiché si sente dietro alla vacacion. La sindrome lo ha beccato, è in una posizione meravigliosa. La vacacion è un messaggio che l'organizzazione della regata ci trasmette, captabile sono con la BLU, un ricevitore in onde corte, in cui viene trasmessa la meteo e la classifica con distanza all'arrivo. Io resto dove sono, anzi prendo ancora Ovest su qualche bascula e vado più profondo che posso nella discesa. Tengo ben a mente e ripeto a me stesso le parole del diario di Riccardo: "Quanto s'ì incudine statti, quand' s'ì martello vatti". Sono incudine devo stare, la nostra opzione pagherà dopo il Pot. Si tratta solo di aspettare. Aspettare è dura. Aspettare senza distrazione. Il sudore aumenta. Ho mangiato nell'attesa tutte le unghie delle mani. Poi sono passato alle pellicine. Sono momenti di stress enormi quando ti giochi uopzione. Come puntare alla roulette, se accade quello che hai previsto è bingo! La strada in più si ripaga. Se non accade invece è merda, grand merd, big shit. Non riesco ad andare dritto. Da quando ho parlato con Antoine Debled 455 dopo la seconda tappa del Mini Pavois. "In oceano accadono dei fenomeni, c'è tutto il tempo per andargli incontro o cercare di schivarli". Mi ha aperto la testa questa frase, detta da lui dopo la regata a La Base di Lorient. Voglio navigare così: a caccia di fenomeni. Sbaglierò. Strada buttata. Opzione sbagliata. Ma è l'unico modo per imparare. Il fenomeno meteo lo devi capire. C'è il breifing con il metereologo prima della partenza, la BLU, il cielo con le sue nubi, il barometro con la virgola e i suoi movimenti, la direzione e l'intesità del vento che cambiano. Ma soprattutto il fenomeno meteo lo devi sentire dentro di te, è lì la risposta. Intuirlo senza un perché. Questo è il gioco che mi piace di più. 50 e 50 Raziocinio e intuizione. Questo è il lusso del navigare, questo la meraviglia di questa bellissima partita di scacchi. Mi piace tirare angoli, scegliere. O bingo o tira fuori le palle nella gran merd! Dov'è il tuo sangue freddo marinaio? E dove il tuo controllo sui nervi? Quale scuola di vita meglio di questa? Quale la posta in gioco meglio di questa? Niente soldi, niente vite umane. Solo due anni di lavoro e la pressione degli sponsor per un risultato che vedi sfumare nel tuo immaginario. Ritorniamo a quel tratto di mare tra i 16°N e gli 8°N, Capo Verde - Pot au Noir. Pochi ricordi Caldo atroce Di mattina provo a timonare, ma mi scoppia la testa Devi aspettare l'ombra della randa marinaio Il secchio è pieno d'acqua nel pozzetto Con il cappello raccolgo l'acqua come fosse un cucchiaio per prendere palle di gelato e me lo rovescio in testa Fa caldo Dentro ci sono più di 30° Vegeto all'interno, leggo le lettere scritte da Stefania. Penso: "Ma cosa faccio qua?" La scia è imponente Le miglia scorrono Il Pot au Noir si avvicina. ... continua." >

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