domenica 29 novembre 2009

Società Canottieri Garda Salò: la carica dei 257 e l'identità della Società


Eravamo in 257 sabato 21 novembre, tra soci, atleti e autorità alla Cena Sociale che ha celebrato i 118 anni di vita della Canottieri. Sotto l'attenta regia di Ivan Carè e Lucio Bandini, la serata si è aperta in modo spettacolare: luci in sala che si spengono, la musica che riempie il buio e due nostre 'stelline' - Claudia Marzollo e Viola Zanotti - che entrano ballando tra i tavoli, con la bandiera della società sulle spalle; subito dopo, la 'marcia degli atleti', i 90 ragazzi e ragazze della Canottieri che entrano di corsa uno dopo l'altro, tutti con la medesima t-shirt a celebrare l'evento, tutti con una candela che sprizza una fontana di luce, tutti che salgono sul palco a ricevere l'applauso invocato dall'addetto stampa Sandro Pellegrini, nelle vesti del conduttore per l'occasione.

Incentrato sulla 'Identità della Società' il discorso del Presidente Giorgio Bolla. "Confesso. Sono emozionato" è stato il suo debutto. "Perché si pratica lo sport a livello agonistico? Perché dietro ad ogni atleta c'è un sogno: il sogno di vincere, di primeggiare. E questo è un motore potente che spinge l'atleta a migliorare continuamente, a scoprire il proprio limite e valicarlo, ad accettare la sfida, ad accettare anche di essere sconfitti, a volte di prendere delle batoste e di sapersi rialzare. In una parola: nella competizione, l'atleta dà il meglio di sé - e nel fare questo, scopre che c'è un gusto, l'atleta ci prende gusto e vuole farlo ancora e meglio.

Ma in questo, la società sportiva ha una missione: tutti, a partire dal presidente, i suoi consiglieri, i revisori, i direttori sportivi, gli allenatori, gli aiuti allenatori, chi lavora in piscina, chi lavora in porto, chi è in segreteria, tutti quanti devono agire come un unico atleta.

Perché agendo come un atleta, anche la società si migliora continuamente, scopre il proprio limite e cerca di superarlo, accetta le sfide e si rialza dalle batoste; e nel far ciò anche la società ci prende gusto, e vuole farlo ancora e meglio.

Perché, vedete, come potremmo chiedere ai nostri ragazzi di dare il meglio di sé, se noi per primi non facciamo altrettanto? Questa è l'identità della società, della Società Canottieri Garda Salò."

Il Sindaco di Salò, l'avvocato Barbara Botti, ha ricordato che è stata per anni atleta del nuoto in Canottieri, e che proprio la pratica dell'agonismo "mi ha insegnato cose importanti: l'impegno, la disciplina, il rispetto delle regole", tutti elementi che poi "rimangono e nella vita servono, a livello professionale, ed anche per diventare sindaco. Chissà che proprio tra questi ragazzi non ci sia il sindaco di Salò del domani!"

Attilio Maroni, insieme a Cesare Franchini responsabili della sezione Canottaggio, ha lanciato la sfida: "Cesare ed io siamo i 'veterani' in società; credete che siamo qui per rilanciare il canottaggio o per affondarlo? Quest' anno sono entrati in squadra atleti di un certo livello, che prima militavano in altre società e questo perché, grazie al nostro allenatore Norberto Mondini, stiamo diventando un centro di riferimento nella remata di punta: ebbene, puntiamo dopo anni ad un titolo assoluto!"

Il Vicepresidente Marco Maroni ha introdotto le premiazioni, ricordando come rappresentino il momento più importante della serata, l'occasione per la società di tributare di fronte ai soci il giusto riconoscimento agli atleti che più si sono distinti nel corso della stagione agonistica appena terminata; ha inoltre comunicato che nel corso dell'anno è stata completata l'organizzazione delle attività sportive con l'entrata a pieno regime della figura del direttore sportivo nella persona di Mino Miniati, coadiuvato, per il nuoto dal direttore della piscina Beppe Chiappini il quale, chiamato sul palco, ha ricordato le molte attività sportive, agonistiche e didattiche che si svolgono presso la piscina "Due Pini", ringraziando tutto lo staff.

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