La flotta della Volvo Ocean Race è
entrata nella seconda e decisiva parte della sesta tappa. Ieri le sei
barche hanno tagliato per la quarta e ultima volta la linea
dell'Equatore, ma non ci sono stati troppi festeggiamenti a bordo perché
l'attenzione di tutti i 57 velisti, e soprattutto dei sei navigatori, è
puntata sulle scelte strategiche importantissime che li attendono nelle
prossime ore. Il gruppo è ancora super compatto, con i primi quattro
team racchiusi in sole 3,3 miglia, malgrado una discreta separazione
laterale di una quarantina di miglia. La testa della flotta è nelle mani
di Dongfeng Race team, che l'ha strappata ai leader della classifica
generale Abu Dhabi Ocean Racing.
I due, con la minaccia degli altri due
inseguitori Team Brunel e MAPFRE, stanno giocando al gioco del gatto con
il topo. Un gioco che sembra piacere allo skipper britannico Ian Walker, come racconta l'Onboard Reporter di Azzam, Matt Knighton. “A
Ian piace questa situazione. Non ci sono fughe a nord o a sud, tutti
stanno vicini. Con le centinaia di miglia che ancora si devono
percorrere, sta dando prova di pazienza. È un gioco di velocità e di
angolo al vento, ancora una volta, e gli piace. Si tratta di controllare
le altre tre barche di testa e di non rompere nulla. Fortunatamente le
nostre vele stanno reggendo bene.”
In effetti mentre altri equipaggi
devono far fronte a vele danneggiate, come nel caso di Team SCA, o che
hanno perso molto della loro forma originale, a bordo di Abu Dhabi Ocean
Racing la regola è sempre stata quella di risparmiare e di essere
conservativi con il materiale, fattore di cui Ian Walker è molto
orgoglioso. Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente non solo in
questa fase ma anche nelle ultime frazioni del giro del mondo.
La tappa e la regata, comunque,
sono ancora molto aperte e tutto tranne che decise, con le sei barche
che lottano a stretto contatto e con velocità alte e molto prossime,
sopratutto in vista delle scelte tattiche da prendere nei prossimi
giorni, incluso il momento cruciale della strambata per portarsi con la
prua verso gli Stati Uniti una volta passate le Virgin Islands.
Al rilevamento delle posizioni
delle ore 12.40 UTC i franco/cinesi di Dongfeng Race Team guidavano con
un esile vantaggio di 1.1 miglio su Abu Dhabi Ocean Racing, di 1,9 su
Team Brunel e di 3,3 miglia su MAPFRE. Proprio dalla barca rossa degli
iberici Francisco Vignale ha scritto: “6 barche bordo a bordo, e le
posizioni cambiano tutto il tempo. Abu Dhabi è riuscito a recuperare e a
risalire dalla cosa della flotta. Fra un rilevamento e l'altro è
riuscito a riprendere 12 miglia ed è tornato fra i top 3. E' sicuramente
uno dei team più pericolosi.”
L'Onboard reporter ha anche raccontato che: “La
notte passata è anche scesa un po' la temperatura e sono ricomparse le
cerate in coperta. Abbiamo anche fatto diversi cambi di vela, passando
dal Code 0 in testa al frazionato e dal frazionato al J1 (fiocco). La
velocità è buona, intorno ai 20 nodi, il che ci fa sentire finalmente in
avvicinamento a Newport.”
Alle spalle degli
spagnoli Team Alvimedica, distanziato di poco meno di 25 miglia e le
veliste di Team SCA, che hanno perso un po' di terreno nello spostamento
da est ad ovest e si sono trovate sottovento e a centro gruppo e ora
inseguono in sesta posizione a una trentina di miglia. “Will
(Oxley, il navigatore) e Charlie (Enright, lo skipper) stanno passando
un sacco di tempo per cercare di decifrare come sarà la situazione in
Atlantico fra qualche giorno perché sarà fondamentale per capire che
strada prendere fra le isole. Non è importante stare a est o a ovest
nelle prossime 1.000 miglia, gli alisei sono alisei, ma è cruciale per
la parte finale verso gli USA, una decisione importante da prendere
adesso, molto in anticipo.” Scrive oggi Amory Ross da bordo di Team Alvimedica.
Un rompicapo strategico confermato anche dal meteorologo della regata Gonzalo Infante. “Tutti
gli skipper e i navigatori devono decidere da che parte del “campo di
regata” stare, est o ovest oppure al centro. E' un po' come arrivare a
un incrocio con molte possibili strade da prendere. Quando optano per
una rotta, potrebbero non incrociare più quella degli altri fino a
Newport. Ma attenzione, potrebbe anche succedere che tutti prendano la
stessa strada.”
Con quasi la metà dei punti i palio
ancora da decidere e più di 2.500 miglia al traguardo di Newport, dove
secondo le ultime proiezioni le barche potrebbero giungere il prossimo 7
maggio, continuano sia la lotta che le incertezze Atlantiche.
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