I concorrenti italiani presenti a Talamone quest'anno che decidessero
di correre, prima o poi, le grandi classiche del nord, non dovrebbero
temere… di peggio sarebbe difficile trovare. Questo inverno
eterno ha proposto un cocktail di freddo, notti lunghe, pioggia,
spruzzi, vento e, soprattutto, onda che a quasi tutti è risultata
indigesta. Leggete bene le classifiche: per stare in alto occorrevano
senso marino, resistenza allo sforzo e testa tanto, tanto dura. La
bolina di 22 miglia che dalle Formiche portava a Giannutri si è corsa
con SE dai 22 ai 26 nodi e mare formato. Alcuni equipaggi, non ancora
sufficientemente marinizzati hanno dovuto gettare la spugna già in
questo primo tratto.
Doppiata l'isola più a sud dell'aripelago i concorrenti hanno goduto di qualche ora di calma ed è stato qui che i più determinati hanno saputo fare forza ai loro stomaci in subbuglio per ridare tela. Monta che monta ci si è trovati a modulare un Sw di 25 / 27 nodi, che i primi hanno retto con spi grande fino in Capraia. Straorze epiche, spi esplosi, ammainate en vrack sono stati all'ordine del giorno, così come pezzi di bravura come la strambata perfetta raccontatami a proposito di Fornaro-Fornaro.
Il peggio doveva però anora arrivare: doppiata l'isola, che il cattivo tempo faceva sembrare, un'orrida copia di un'isola oltre il circolo polare, gli equipagi hanno dovuto picchiare di bolina per qualche ora, a vele ridottissime, in direzione del canale di Piombino. Per fortuna la sorte non ti infligge nulla di più di ciò che può essere sopportato e la prevista bascula a NW ha indotto i più reattivi a ridare spi, nelle ultime 40 miglia, con la prua sull'arrivo. Il freddo accumulato, la nausea e la stanchezza sono stati gli ultimi giudici inappellabili ai fini della classifica: chi non se la è sentita di ridare potenza al motore è scivolato inesorabilmente dietro in classifica.
Come è finita? I due fuoriclasse indicati come favoriti non hanno deluso le aspettative, anche se, contro i pronostici più logici, è stato il Serie di Platone, con D'Alì a bordo a prevalere sul "mostro" leggerissimo di Mac Farlane e Nannini. Nei serie il Nacira 721 di Frassinetti, questa volta spalleggiato da Bruno, ha riconfermato la bella prova di Roma e ci piace sottolineare la bella gara da podio del Pogo1 dei Fornaro, una medicina per chi vuole accostarsi ai Mini e non dispone di budget faraonici.
Tra i Proto secondi sono stati i Russi dell'RG 650, non ancora venduto in 10 esemplari, e brindiamo al terzo di Ricchetti che, in coppia con Valdes, ha ridato nuova vita a quel monumento del mondo 650 che è il TeSalt "Duchessa Extra". Come dire... 19 anni e non sentirli, a rinnovato onore degli armatori che si applicano con amore e passione a vecchie signore, niente affatto avare di soddisfazioni. Tornando ai russi... Firsov e Fayzullin sono due vecchi arnesi dell'Unione Sovietica. D'Alì,che ha bazzicato le Classi Olimpiche già qualche decennio fa, li ricorda in forza nella nazionale di Star del loro paese. Appartengono, come il grandissimo Mankin, alla schiatta di quei lupi affamati di onori e privilegi sociali che solo lo sport poteva garantire e che, con mezzi risibili, lottavano ferocemente contro la concorrenza del branco. I loro occhi chiari ed orgogliosi, non appannati dall'età, portano ancora i riflessi di quell'antica epopea. Hanno armato la barca, nuova di pacca, il giorno prima della partenza ed al via con 25 nodi... secondi al disimpegno! Che classe... Speriamo di rivederli ancora da noi!
Archiviata una Arci650 comunque indimenicabile, grazie alla bellezza del percorso ed all'ospitalità del Circolo Vela Talamone, le lenti degli obiettivi si spostano sulla Classicissima del Calendario Italiano. Qualcuno si offenderà se mi permetto di definire il GPI una delle più belle regate del circuito Mini 650, se non la più bella?
D'accordo... le regate del Nord hanno un'alone mitico e nessuno discute il numero e la qualtà dei concorrenti, ma guardate che, Mito a parte, la costa dell'Atlantico è di un piatto e di un'uniformità deprimenti.
Il menù sarà ghiottissimo quest'anno e crediamo che ben difficilmente un Serie potrà aggiudicarsi la classifica assoluta come nel 2012.
Il parterre dei concorrenti stranieri è, stando alle iscrizioni, strabordante, con ben 16 unità. Gli spagnoli hanno ritenuto opportuno replicare all'invasione degli italiani a Barcellona nello scorso autunno portando al via lo stesso numero, di ben otto Mini. Notiamo una buona ripresa dei Proto, che si dividono in parti uguali coi Serie i posti disponibili.
Chi tenere d'occhio?
Uno dei monumenti progettuali ed agonistici della Classe 650, Sam Manuard, dopo 10 anni risale sul 431 che lo tradì, disalberando, ad 80 miglia dall'arrivo vittorioso a Bahia. Accompagna il nuovo armatore spagnolo; ed il duello con MacFarlane, che comincia a capire qualcosa dei nostri mari, sarà al diapason.
Vedendo cone Bruno Garcia avesse vinto a mani basse una dura MiniBarcelona ci era venuto il nervoso per come un fuoriclasse come lui si limitasse a corricchiare la gara di casa e poi basta.
Per fortuna ci ha smentito,si è iscritto alla MiniTransat e dovrebbe partire, affamato di miglia qualificative e di risultati. Ilsuo Lombard 240 ha già conosciuto la mano di Lemonchois, è già arrivato due volte sul podio della corsa maggiore con Curwen e Pella, e Bruno non è da meno...
Non perdiamo di vista anche il debuttante iberico 793 Pablo Torres Barragan.
Non sappiamo nulla di lui ma le novità meritano sempre un'occhio di riguardo.
Tra i Serie sarà un terno al lotto dai contenuti tecnici altissimi.
Il campione uscente, il D1 di Braud, se la vedrà col Nacira di Rossi-Frassinetti, col P2 di Platone, supportato da Bona che ha lasciato la sua barca in Atlantico, col D2 di Pierre Loullier, primo vincitore del 2013 alla MiniGolfe e col Ginto di Pendibene-Valsecchi, che non si può ragionevolmente escludere da nessun pronostico in Med.
Tanti altri sono in agguato per quello che sarà un vortice di emozioni per tutte le 540 miglia di un percorso che pulsa di storia, tradizioni e bellezza ineguagliabili.
Buon divertimento.
Doppiata l'isola più a sud dell'aripelago i concorrenti hanno goduto di qualche ora di calma ed è stato qui che i più determinati hanno saputo fare forza ai loro stomaci in subbuglio per ridare tela. Monta che monta ci si è trovati a modulare un Sw di 25 / 27 nodi, che i primi hanno retto con spi grande fino in Capraia. Straorze epiche, spi esplosi, ammainate en vrack sono stati all'ordine del giorno, così come pezzi di bravura come la strambata perfetta raccontatami a proposito di Fornaro-Fornaro.
Il peggio doveva però anora arrivare: doppiata l'isola, che il cattivo tempo faceva sembrare, un'orrida copia di un'isola oltre il circolo polare, gli equipagi hanno dovuto picchiare di bolina per qualche ora, a vele ridottissime, in direzione del canale di Piombino. Per fortuna la sorte non ti infligge nulla di più di ciò che può essere sopportato e la prevista bascula a NW ha indotto i più reattivi a ridare spi, nelle ultime 40 miglia, con la prua sull'arrivo. Il freddo accumulato, la nausea e la stanchezza sono stati gli ultimi giudici inappellabili ai fini della classifica: chi non se la è sentita di ridare potenza al motore è scivolato inesorabilmente dietro in classifica.
Come è finita? I due fuoriclasse indicati come favoriti non hanno deluso le aspettative, anche se, contro i pronostici più logici, è stato il Serie di Platone, con D'Alì a bordo a prevalere sul "mostro" leggerissimo di Mac Farlane e Nannini. Nei serie il Nacira 721 di Frassinetti, questa volta spalleggiato da Bruno, ha riconfermato la bella prova di Roma e ci piace sottolineare la bella gara da podio del Pogo1 dei Fornaro, una medicina per chi vuole accostarsi ai Mini e non dispone di budget faraonici.
Tra i Proto secondi sono stati i Russi dell'RG 650, non ancora venduto in 10 esemplari, e brindiamo al terzo di Ricchetti che, in coppia con Valdes, ha ridato nuova vita a quel monumento del mondo 650 che è il TeSalt "Duchessa Extra". Come dire... 19 anni e non sentirli, a rinnovato onore degli armatori che si applicano con amore e passione a vecchie signore, niente affatto avare di soddisfazioni. Tornando ai russi... Firsov e Fayzullin sono due vecchi arnesi dell'Unione Sovietica. D'Alì,che ha bazzicato le Classi Olimpiche già qualche decennio fa, li ricorda in forza nella nazionale di Star del loro paese. Appartengono, come il grandissimo Mankin, alla schiatta di quei lupi affamati di onori e privilegi sociali che solo lo sport poteva garantire e che, con mezzi risibili, lottavano ferocemente contro la concorrenza del branco. I loro occhi chiari ed orgogliosi, non appannati dall'età, portano ancora i riflessi di quell'antica epopea. Hanno armato la barca, nuova di pacca, il giorno prima della partenza ed al via con 25 nodi... secondi al disimpegno! Che classe... Speriamo di rivederli ancora da noi!
Archiviata una Arci650 comunque indimenicabile, grazie alla bellezza del percorso ed all'ospitalità del Circolo Vela Talamone, le lenti degli obiettivi si spostano sulla Classicissima del Calendario Italiano. Qualcuno si offenderà se mi permetto di definire il GPI una delle più belle regate del circuito Mini 650, se non la più bella?
D'accordo... le regate del Nord hanno un'alone mitico e nessuno discute il numero e la qualtà dei concorrenti, ma guardate che, Mito a parte, la costa dell'Atlantico è di un piatto e di un'uniformità deprimenti.
Il menù sarà ghiottissimo quest'anno e crediamo che ben difficilmente un Serie potrà aggiudicarsi la classifica assoluta come nel 2012.
Il parterre dei concorrenti stranieri è, stando alle iscrizioni, strabordante, con ben 16 unità. Gli spagnoli hanno ritenuto opportuno replicare all'invasione degli italiani a Barcellona nello scorso autunno portando al via lo stesso numero, di ben otto Mini. Notiamo una buona ripresa dei Proto, che si dividono in parti uguali coi Serie i posti disponibili.
Chi tenere d'occhio?
Uno dei monumenti progettuali ed agonistici della Classe 650, Sam Manuard, dopo 10 anni risale sul 431 che lo tradì, disalberando, ad 80 miglia dall'arrivo vittorioso a Bahia. Accompagna il nuovo armatore spagnolo; ed il duello con MacFarlane, che comincia a capire qualcosa dei nostri mari, sarà al diapason.
Vedendo cone Bruno Garcia avesse vinto a mani basse una dura MiniBarcelona ci era venuto il nervoso per come un fuoriclasse come lui si limitasse a corricchiare la gara di casa e poi basta.
Per fortuna ci ha smentito,si è iscritto alla MiniTransat e dovrebbe partire, affamato di miglia qualificative e di risultati. Ilsuo Lombard 240 ha già conosciuto la mano di Lemonchois, è già arrivato due volte sul podio della corsa maggiore con Curwen e Pella, e Bruno non è da meno...
Non perdiamo di vista anche il debuttante iberico 793 Pablo Torres Barragan.
Non sappiamo nulla di lui ma le novità meritano sempre un'occhio di riguardo.
Tra i Serie sarà un terno al lotto dai contenuti tecnici altissimi.
Il campione uscente, il D1 di Braud, se la vedrà col Nacira di Rossi-Frassinetti, col P2 di Platone, supportato da Bona che ha lasciato la sua barca in Atlantico, col D2 di Pierre Loullier, primo vincitore del 2013 alla MiniGolfe e col Ginto di Pendibene-Valsecchi, che non si può ragionevolmente escludere da nessun pronostico in Med.
Tanti altri sono in agguato per quello che sarà un vortice di emozioni per tutte le 540 miglia di un percorso che pulsa di storia, tradizioni e bellezza ineguagliabili.
Buon divertimento.
(da www.classemini.it di S. Paltrinieri)
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