Giovanni e il team di Maserati si trovano a sole 100 miglia
dall’equatore nel Pacifico, già alle prese con le piatte equatoriali,
che si estendono da 2° sud a 8° nord. 600 miglia che saranno
particolarmente impegnative per il poco vento instabile e i temporali
improvvisi. Prevista per domani la riparazione a bordo di un buco nell’albero,
scoperto una decina di giorni fa e provocato dalla rottura di un perno
di un puntastecche della randa. “Navighiamo con 4, 5 nodi di vento a 6, 7 nodi di velocità sotto un
cielo plumbeo e una pioggerellina sottile”, spiega Giovanni. “La
direzione del vento oscilla tra i 140° e i 110°.
Insieme ai costruttori
dell’albero, in Nuova Zelanda, abbiamo appena preso la decisione di
riparare un buco passante che si è formato nell’albero a causa di un
perno del puntastecche della randa, che è uscito dal suo carrello e si è
piantato lì. È una riparazione temporanea, di fortuna, ma è meglio non
prendere rischi. Passato l’equatore ci aspettano quasi 2.000 miglia di
bolina fino a San Francisco. Non sarà un lavoro semplice, abbiamo
bisogno di molto carbonio, dovremo farlo in due o tre volte, ma ne vale
la pena. A bordo il morale è sempre alto”.
Giovanni e otto uomini di equipaggio sono partiti il 31 dicembre 2012
da New York per tentare di battere il record della storica Rotta
dell’Oro, detenuto da Yves Parlier a bordo di Acquitaine Innovations (57
giorni, 3 ore, categoria dei monoscafi). Maserati deve ancora
percorrere 2.400 miglia (su 13.225 totali) per arrivare a San Francisco.
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