

Sabato 17 Ottobre 2009 - Porebbero essere ripartiti. Le medie e le rotte pare che si siano stabilizzate, almeno per il primo gruppo, su valori regolari.
Le classifiche nelle prossime abbondanti 1000 miglia potranno cambiare ancora millanta volte, ma il quadro odierno sarà in avvenire meno volatile di come è stato negli ultimi tre giorni.
Tra i promossi dal Pot indichiamo senza dubbio Ruyant. Il suo svantaggio dopo la prima tappa era di tre ore da Delesne, che ora rema parecchie decine di miglia dietro.
Come dire che il biondino di Dunkerque veste la maglia gialla...
Cuinet, Picault sull'eterno 198 e Brasseur si sono bene installati in classifica, mentre Despres e Boidevezi dovranno giocare sul recupero per ritrovarsi com'erano prima del ZIT.
Caracci ha rosicchiato bene sul gruppo ma ora si trova davanti gente sperimentata su barche che valgono la sua... sarà più dura metterne altri dietro, ma lo conosciamo abbastanza per sperare in meglio.
Tra i Serie Lobato ha messo la freccia a destra e si è involato.
"Pirata" Sellier, il maturo Debled, Daniela e Ramon hanno trovato il filo di Arianna tra le trappole del Pot mentre Meyniel, Del Zozzo, McGoldrick e Lecunà avranno un bel pò da recriminare per parecchio tempo.
Riccardo, a quanto pare, non ha sofferto dal punto di vista dell'energia a bordo e Giancarlo nei fraseggi tattici e fisici si è dimostrato il solito cagnaccio, mettendo bene in mira il podio di tappa... e non solo!
Il simpatico Prof di Fisica in un difficile liceo di Lione, J.C. Lagrange, ha cambiato il P1 dopo la Transat del 2005 perchè voleva una barca più performante.
Ora viaggia sul 39 esimo ma sarà stupito nel vedere ben davanti a lui tutti e tre i poghini che Meyer (l'85esimo ammesso alla regata) Sandrine Bertho e Champion portano come soldatini sempre tra i 25 ed i 30...
Chi ha sentito parlare di Tutmark?
Tra tante vele stracciate, timoni rotti, balestroni in avaria, balene colpite, soste per riparazioni e vrack l'americano prosegue la sua Transat come sull'olio, ed infatti non se ne scrive mai... Che il merito sia del suo Nacira?
La bella barca di Douguet è giunta all'ottavo esemplare, dall'anno prossimo sarà Serie ed il fatto che un' anonimo come Chris, dal curriculum striminzito e giunto sul pianeta Mini da soli sei mesi, si collochi, virtualmente, sui 20 in Serie non è affatto da disprezzare.
E siamo al tredicesimo giorno... Come staranno i nostri amici?
La qualifica dura mediamente dagli otto ai 12-13 giorni. Durante quelle mille miglia in solitario si naviga spesso sottoinvelati e non si lesinano lunghi turni in cuccetta.
Ad ogni modo il test è probante e se ne esce con ben altra consapevolezza sulle proprie capacità.
Tuttavia al di là di questo lasso di tempo, tantopiù con lo stress da regata che accellera ed estremizza ogni comportamento e dispendio di energia, si naviga nell'ignoto.
Avranno riposato a sufficienza? Come andrà l'alimentazione? Saranno nauseati dai liofilizzati o qualcuno avrà sperimentato i nuovi pasti preconfezionati e messi sottovuoto?
Delesne, alla fine del 2007, lamentava di avere imbarcato poco "dolce" mentre qualcun'altro aveva sentito la mancanza di proteine.
Chi sarà già perseguitato dalle piaghe da decubito? Avranno da coprirsi a sufficienza per l'imminente bolina?
Ricordo che la prima volta che si corse su questa tratta, nel 2001, molti, forse memori delle dolcezze del vecchio percorso lungo l'Aliseo, si lamentarono che non avrebbero mai immaginato di dovere correre come ad un Fastnet, in dicembre!
Navigare su di un Mini è esperienza totalizzante, anche dal punto di vista sensoriale. Quelle poppe tagliate per rientrare nei fatidici 6,50, trascinano inevitabilmente molta acqua, anche le meglio progettate.
Il risultato è che appena superi i 2-3 nodi, vale a dire "sempre" in una Transat, lo sciabordio dei vortici impera su tutto il resto e fa da perenne, ossessiva e stordente colonna sonora della tua giornata.
Le classifiche nelle prossime abbondanti 1000 miglia potranno cambiare ancora millanta volte, ma il quadro odierno sarà in avvenire meno volatile di come è stato negli ultimi tre giorni.
Tra i promossi dal Pot indichiamo senza dubbio Ruyant. Il suo svantaggio dopo la prima tappa era di tre ore da Delesne, che ora rema parecchie decine di miglia dietro.
Come dire che il biondino di Dunkerque veste la maglia gialla...
Cuinet, Picault sull'eterno 198 e Brasseur si sono bene installati in classifica, mentre Despres e Boidevezi dovranno giocare sul recupero per ritrovarsi com'erano prima del ZIT.
Caracci ha rosicchiato bene sul gruppo ma ora si trova davanti gente sperimentata su barche che valgono la sua... sarà più dura metterne altri dietro, ma lo conosciamo abbastanza per sperare in meglio.
Tra i Serie Lobato ha messo la freccia a destra e si è involato.
"Pirata" Sellier, il maturo Debled, Daniela e Ramon hanno trovato il filo di Arianna tra le trappole del Pot mentre Meyniel, Del Zozzo, McGoldrick e Lecunà avranno un bel pò da recriminare per parecchio tempo.
Riccardo, a quanto pare, non ha sofferto dal punto di vista dell'energia a bordo e Giancarlo nei fraseggi tattici e fisici si è dimostrato il solito cagnaccio, mettendo bene in mira il podio di tappa... e non solo!
Il simpatico Prof di Fisica in un difficile liceo di Lione, J.C. Lagrange, ha cambiato il P1 dopo la Transat del 2005 perchè voleva una barca più performante.
Ora viaggia sul 39 esimo ma sarà stupito nel vedere ben davanti a lui tutti e tre i poghini che Meyer (l'85esimo ammesso alla regata) Sandrine Bertho e Champion portano come soldatini sempre tra i 25 ed i 30...
Chi ha sentito parlare di Tutmark?
Tra tante vele stracciate, timoni rotti, balestroni in avaria, balene colpite, soste per riparazioni e vrack l'americano prosegue la sua Transat come sull'olio, ed infatti non se ne scrive mai... Che il merito sia del suo Nacira?
La bella barca di Douguet è giunta all'ottavo esemplare, dall'anno prossimo sarà Serie ed il fatto che un' anonimo come Chris, dal curriculum striminzito e giunto sul pianeta Mini da soli sei mesi, si collochi, virtualmente, sui 20 in Serie non è affatto da disprezzare.
E siamo al tredicesimo giorno... Come staranno i nostri amici?
La qualifica dura mediamente dagli otto ai 12-13 giorni. Durante quelle mille miglia in solitario si naviga spesso sottoinvelati e non si lesinano lunghi turni in cuccetta.
Ad ogni modo il test è probante e se ne esce con ben altra consapevolezza sulle proprie capacità.
Tuttavia al di là di questo lasso di tempo, tantopiù con lo stress da regata che accellera ed estremizza ogni comportamento e dispendio di energia, si naviga nell'ignoto.
Avranno riposato a sufficienza? Come andrà l'alimentazione? Saranno nauseati dai liofilizzati o qualcuno avrà sperimentato i nuovi pasti preconfezionati e messi sottovuoto?
Delesne, alla fine del 2007, lamentava di avere imbarcato poco "dolce" mentre qualcun'altro aveva sentito la mancanza di proteine.
Chi sarà già perseguitato dalle piaghe da decubito? Avranno da coprirsi a sufficienza per l'imminente bolina?
Ricordo che la prima volta che si corse su questa tratta, nel 2001, molti, forse memori delle dolcezze del vecchio percorso lungo l'Aliseo, si lamentarono che non avrebbero mai immaginato di dovere correre come ad un Fastnet, in dicembre!
Navigare su di un Mini è esperienza totalizzante, anche dal punto di vista sensoriale. Quelle poppe tagliate per rientrare nei fatidici 6,50, trascinano inevitabilmente molta acqua, anche le meglio progettate.
Il risultato è che appena superi i 2-3 nodi, vale a dire "sempre" in una Transat, lo sciabordio dei vortici impera su tutto il resto e fa da perenne, ossessiva e stordente colonna sonora della tua giornata.
Qui stiamo parlando di giornate, giornate, giornate... inebriante!
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