domenica 12 aprile 2020

VECCHIE VELE: brigantino a palo FEDE E AMORE


Venne costruito nel 1883 dal cantiere Sirello di Savona (*) per conto del Cap. Gio. Batta Bertolotto.   Stazzava 1.360 tonnellate.    Fede ed Amore partì da Savona in zavorra il 25 ottobre 1883 in rotta per Rangoon e da lì con un carico di 2.000 tonnellate di riso partì per Brema.   Nel secondo viaggio partì da New York dove caricava barili di petrolio lampante per Shanghai giungendovi in 131 giorni.

Navigò ancora per sette anni per il Cap. Bertolotto.    Nel 1890 venne venduto a Marsiglia e ribattezzato Paul Barc passando sotto bandiera francese.    Nel 1897 fu riacquistato dall'Armatore camogliese Cap. Giuseppe Mortola detto "il Sanrocchin" e tornò sotto bandiera italiana con il nome di Due Cugini. Il Mortola ne diede il comando al Cap. Fortunato Razeto di Camogli (quello del naufragio del Nemesi).

Fece molti viaggi in giro per il mondo finché il 13 settembre 1912 in viaggio da Pensacola per Rio de Janeiro fu investito da un violento fortunale. Riuscì a stento a giungere a Rio con tali avarie che fu deciso di venderlo.   Dai brasiliani fu trasformato in pontone con il nome di Niterói.    Gli ultimi rapporti lo davano come esistente sino al 1920.


(*) Cantieri di velieri a Savona - Dopo l’annessione della Liguria, uno dei primi obiettivi del regno di Sardegna e poi d’Italia fu ricostruire la flotta mercantile. E da tutte le spiagge liguri si vararono centinaia di bastimenti per cercare di soddisfare la crescente domanda. Capitani e armatori avevano necessità di brigantini, golette e brigantini a palo e i nostri cantieri li varavano ad un ritmo impressionante. 

A Savona, sulle spiagge sotto gli spalti della fortezza e a levante della foce del Letimbro, si allineavano i bastimenti in costruzione senza soluzione di continuità e venivano varati in numero incredibile.   Il cantiere Sirello costruì in quel periodo 48 brigantini a palo, 4 brigantini goletta, 4 brigantini, 4 navi goletta e una polacca (elemento caratteristico di questo tipo di Vascello era la struttura degli alberi e l’attrezzatura velica con l’albero di trinchetto in un pezzo unico (a pioppo) e grande vela latina, l’albero di maestra in un pezzo unico con vele quadre e albero di mezzana a struttura classica con vela quadra e di mezzana). 

I costruttori che si distinsero furono Tixi, Dabove, Guastavino, Pongiglione, Calcagno, Consigliere, Ciarlo, Gardone, Cadenaccio, Magnano e altri. Ma su tutti primeggiarono la dinastia dei Calamaro e Francesco Sirello, che vararono degli autentici gioielli di velieri. Molti dei costruttori elencati erano artigiani erranti, che si spostavano dovunque ci fosse la disponibilità di un arenile; i Calamaro e Sirello operarono invece esclusivamente a Savona.

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