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ottobre 2019. Come previsto, la quattordicesima edizione della Transat
Jacques Vabre è partita oggi alle 13:15 dalla Baia di Seine. 59 i team
in gara di cui 29 IMOCA, tra i quali Prysmian Group con Giancarlo Pedote
e Anthony Marchand in qualità di co-skipper. Dopo
il segnale di via, le imbarcazioni hanno fatto rotta verso Etretat per
il passaggio di una boa di disimpegno prima di lanciarsi nelle 4.350
miglia verso Salvador de Bahia, in Brasile. Girata la boa, hanno
lasciato l’andatura di bolina per navigare con andature portanti in
direzione della punta della Bretagna, accompagnati da un vento che
aumenterà progressivamente fino a raggiungere i 25 nodi e più sotto
raffica: un’uscita express dal Canale della Manica.
Arrivati
in pieno Atlantico li attenderà una situazione metereologica
complicata, generata dalla grande depressione situata nel mezzo
dell'Atlantico settentrionale. Un sistema stazionario che rallenterà le
andature delle imbarcazioni, rischiando di spingerle a prendere rotte
differenti che spaccheranno la flotta. Per quanto lo riguarda, il duo
italo-francese, ha già le idee chiare in merito alla sua tattica di
regata. Con in mente un primo obiettivo: finire la gara con una barca in
buone condizioni e guadagnare miglia ed esperienza per il Vendèe Globe.
« Ogni Transat è diversa dalle altre», aveva
commentato Giancarlo Pedote pochi giorni fa, parlando delle sue passate
partecipazioni alla Transat Jacques Vabre. È un dato di fatto e
l'attuale situazione meteorologica, un po' insolita nell'Atlantico
settentrionale, ne è la prova. « Di solitoin questa
stagione varie perturbazioni attraversano l'Atlantico, generando il
passaggio di fronti che permettono agli skipper di navigare inizialmente
verso Ovest e poi verso Sud. Quest'anno la grande depressione è stazionaria e costituisce una vera situazione di blocco », spiega Richard Silvani di Météo France.
Lo
skipper di Prysmian Group e il suo co-skipper, Anthony Marchand, sono
partiti ben consapevoli delle conseguenze che questa situazione potrà
avere sulle rotte che verranno scelte dalla flotta.
« Siamo
rimasti molto concentrati sui file meteo. Ogni nuovo modello è stato
studiato nei minimi dettagli al fine di poter visualizzare mentalmente
ogni fase del percorso, e mantenere sempre il giusto ritmo», ha commentato Giancarlo prima di lasciate il porto di Le Havre.
« La
situazione non è ancora ben definita, anche se ne cogliamo la portata a
grandi linee. Di positivo c’è che le prime 24 ore della gara si
preannunciano in condizioni buone per uscire dalla Manica, anche se ci
ritroveremo con il vento controcorrente al livello di Cotentin e Raz
Blanchard. Questo probabilmente ci costringerà a passare vicino agli
scogli, quasi in modalità Figaro, anche se con un IMOCA dobbiamo
ovviamente essere un più attenti, visto il pescaggio della barca (4,5 metri, ndr.). Avvicinandoci
alla punta della Bretagna il vento continuerà a rafforzarsi; poi
dovremo affrontare due depressioni, una di seguito all’altra. Questa
sarà una fase importante perché dovremo fare delle scelte, e al momento
differenti routages indicano soluzioni molto diverse tra loro », spiega
Anthony riferendosi alle possibilità di andare verso Sud e di superare
il sistema depressionario passando verso Ovest.
Fare il proprio gioco
Vedremo
la flotta dividersi? Ci saranno alcuni team che prenderanno il rischio
di allungare significativamente il percorso per approfittare dei venti
più forti? Pur non escludendo alcuna opzione, Giancarlo non vuole
correre rischi irragionevoli.
« Per noi gli obiettivi di questa Transat sono: riuscire a condurre la barca al 100% delle sue polari (il 100% del suo potenziale, ndr.); navigare sempre con le vele giuste; fare le rotte giuste; finire con la barca in buone condizioni», ha dichiarato lo skipper italiano, che non vuole fissare obiettivi precisi in termini di risultati. « Ci
sono cinque nuove barche che, a seconda delle condizioni, potranno
navigare tra i 3 e i 5 nodi più velocemente della nostra. Sappiamo fin
dall'inizio che ci saranno due o anche tre differenti gare in questa
regata. Cercheremo di fare del nostro meglio con l’imbarcazione che
abbiamo, senza perdere di vista il fatto che questa Jacques Vabre è un
evento che conta per la qualificazione al Vendèe Globe », ha concluso Giancarlo, il cui spirito di competizione non è in dubbio. « Parto con lo stesso spirito che avevo prima della Bermudes 1000 Race (che ebbe luogo lo scorso maggio e lo vide arrivare terzo. ndr) e
che ho prima di tutte le gare a cui partecipo. Ovviamente voglio dare
un senso a questa esperienza e continuare ad andare avanti», ha
concluso Giancarlo Pedote che, secondo gli ultimi calcoli, dovrebbe
impiegare tra i 14 e i 15 giorni per arrivare a Salvador Bahia.
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