Coch Y Bondhu è lo scafo battente bandiera
italiana che parteciperà alla prossima edizione della grande regata d’altura
Panerai Transat Classique, la traversata di 3.000 miglia dell’Oceano Atlantico
riservata alle barche a vela d’epoca e classiche. Questo ketch lungo 15 metri,
costruito interamente in legno nel 1936 in Inghilterra, ha completato il
trasferimento dall’Adriatico fino a Lanzarote, alle isole Canarie. Qui, l’8
gennaio 2019, partirà in regata con destinazione l’isola caraibica di Saint
Kitts, dove arriverà dopo circa tre settimane ininterrotte di navigazione. Coch
Y Bondhu difenderà i colori dello Yacht Club Rimini.
LA
‘LIBELLULA’ AFFRONTA L’OCEANO ATLANTICO
Coch Y Bondhu in Gaelico significa ‘rosso e nero’ ed è anche il nome di una
libellula usata per la pesca sull’acqua. Proprio una libellula di colore rosso
è disegnata sullo spinnaker da 110 metri quadrati confezionato da una nota
veleria ligure per questa imbarcazione ultraottantenne lunga 15,20 metri,
battente bandiera italiana, che si appresta ad affrontare una delle sfide più
entusiasmanti: la traversata dell’Oceano
Atlantico. Coch Y Bondhu, partita da Rimini la scorsa estate, dopo avere
sostato a Brindisi, Capo d’Orlando, Villasimius, Cartagena, Marbella, Cadice e
Arrecife, ha completato le 2400 miglia di trasferimento che la separavano da Lanzarote, una delle isole Canarie, da
dove l’8 gennaio 2019 partirà la quadriennale Panerai Transat Classique, la traversata atlantica in regata
riservata alle imbarcazioni a vela d’epoca e classiche. Nel tratto di oceano
fino alle Canarie, Coch Y Bondhu ha potuto agganciare l’Aliseo portoghese
dimostrando grande affidabilità e doti marine e raggiungendo sotto vela anche 9
nodi di velocità. La barca italiana, con a bordo un equipaggio emiliano-romagnolo,
isserà il guidone dello YCRN, lo Yacht
Club Rimini.
LA STORIA DI
COCH Y BONDHU
Coch Y Bondhu, appartenente alla classe di
imbarcazioni Gauntlet Class 17-tons,
è stata varata nel 1936 dal cantiere
inglese Berthon Boat di Lymington su
progetto di Rodney Paul. Nata con
l’armo velico a cutter bermudiano e la poppa cosiddetta “a canoa”, è stata
costruita in fasciame di legno di iroko su ossatura in rovere. In passato ha
navigato nelle acque inglesi del Solent, patria dello yachting, e tra i suoi ex
armatori ha avuto anche Lord Astor,
proprietario del Times. Nel 1940, all’inizio della seconda guerra mondiale,
partecipò all’Operazione Dynamo che
consentì il rimpatrio dei soldati inglesi bloccati sulla spiaggia francese di
Dunkerque. Nel 1952 arrivò in Italia. Nel 1967, su progetto del noto yacht
designer Laurent Giles, la poppa
diventò “a specchio” e l’armo velico passò da cutter a ketch. Ecco alcune delle
vittorie conseguite da Coch Y Bondhu nella categoria “Yachts Epoca”: Trofeo
Almirante Conde de Barcelona 1992, Barcolana Classic Trieste 2010 (vittoria in
tempo reale cat. ‘Epoca’), Barcolana Classic Trieste 2012, Trofeo Principato di
Monaco a Venezia 2015, XX Trofeo Città di Trieste 2017, Trofeo Arrigo Modugno
2017. Tra gli altri podi conquistati un secondo posto di classe alla Barcolana
Classic nel 2009. In un paio di occasioni si è aggiudicata il premio per il
miglior restauro (Barcolana Classic 2009 e Mare Maggio Venezia 2010).
UN
EQUIPAGGIO DI EMILIANO-ROMAGNOLI
Al comando dell’imbarcazione ci sarà lo stesso
proprietario, il 51enne imprenditore riminese nel settore del legno Paolo Zangheri, che dopo avere fatto
restaurare Coch Y Bondhu nel 2008 dal Cantiere
Navale dell’Adriatico di Rimini dei fratelli Fabio e Marco Tosi ha navigato
nei dieci anni successivi tra la Croazia e la Grecia. Dell’equipaggio faranno
parte il 52enne bolognese Renato
Tartarini, esperto di regate d’altura, il 60enne Claudio Magrini, con trentacinque anni di esperienza nella vela, e
il 68enne Ivano Brolli, velista
anch’egli di Rimini con oltre quarant’anni di navigazioni alle spalle. La
scorsa primavera il due alberi è tornato in cantiere a Rimini per effettuare
alcuni interventi prima della traversata, tra cui il rinforzo degli osteriggi,
il raddoppio delle draglie di protezione, la sostituzione di tutte le prese a
mare, dell’astuccio e dell’asse elica, il montaggio di un cavo satellitare
sull’albero di mezzana e di un nuovo strallo di prua.
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