Si è tenuto questa mattina, all’Ocean Live Park, presso il padiglione Jean Nouvel, l’ultimo Ocean Summit di una lunga serie iniziata proprio a Genova nel 2018 e che ha portato alla stesura di una Carta dei diritti fondamentali degli oceani che sarà presentata il 18 settembre all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Il documento è il risultato di un lavoro lungo cinque anni durante i quali sono stati coinvolti esperti e governanti di ben 35 paesi, non solo tramite gli Ocean Summit, ma anche attraverso gli Innovation Workshop, iniziati anch’essi a Genova nel marzo dello scorso anno.
“Oggi portiamo Genova nel mondo: non solo attraverso una competizione sportiva internazionale, ma anche grazie ad un lungo e impegnativo percorso che vede protagonista la protezione degli Oceani - ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci -. La ricerca scientifica e il patrimonio culturale legato al mare sono alla base del Genova Process e siamo orgogliosi che porti il nome della nostra città. Porterà alla dichiarazione universale dei Diritti dell’Oceano, uno strumento ad oggi indispensabile per stabilire regole condivise da tutti i Paesi e far sì che i nostri oceani possano prosperare. Genova è una città portuale ma prima di tutto di mare, e in quanto tale ci poniamo in prima linea per preservarlo”.
“Ci sono alcuni punti che abbiamo messo come paletti fissi - ha spiegato il biologo marino e membro del board del Genova Process Antonio Di Natale -. Intanto questa è una cornice, non essere un regolamento, ma una dichiarazione dei diritti, che è una cosa molto importante anche per l’uomo stesso, non solo per l’oceano. Sono tutta una serie di principi che salvaguardano la funzione dell’oceano, una cosa che finora è mancata a livello internazionale. Sembrerebbe una cosa logica e dovrebbe essere la prima cosa da fare, ma non è stato fatto. Vogliamo salvaguardare il funzionamento fisico e biologico dell’oceano e questo significa salvaguardare il funzionamento delle correnti, le biodiversità e tutto quello che è il mondo dell’oceano sotto tutti i punti di vista. Inclusi i fondali e le collettività che vivono nel e dell’oceano: una cosa che manca in assoluto dal punto di vista internazionale è proprio l’ascolto delle comunità indigene e delle comunità costiere le cui vita dipende strettamente dall’oceano, ancor più della nostra perché la loro sopravvivenza ne dipende quotidianamente. Dobbiamo agire affinché l’oceano continui a vivere anche per loro”.
“L’Ocean Summit è iniziato a Genova nel 2018 - ha aggiunto Richard Brisius, presidente di The Ocean Race - e da allora abbiamo coinvolto centinaia di esperti e migliaia di persone. Ci sono stati i workshop del Genova Process che sono serviti a mettere nero su bianco i principi di quella che deve essere una dichiarazione universale dei diritti degli oceani. Ognuno di questi summit è stato diverso dall’altro, ma ognuno è stato fondamentale. Giovedì 29 si terrà l’ultimo Innovation Workshop e continueremo a lavorare sui documenti che il 18 settembre porteremo a New York, all’Assemblea generale delle Nazioni unite. È un lavoro che continuerà in previsione del 2030 ed è un processo complicato perché il grande obiettivo è che tutti i paesi del mondo vadano nella stessa direzione perché il mare è tutto per noi. Per il Genova Process abbiamo parlato con 35 paesi, abbiamo parlato coi governi: è importante raccogliere tutte le idee e non solo quelle, perché c’è gente che da mille anni ha guardato al mare come una madre e dobbiamo conoscere il loro punto di vista nella stesura dei principi. All’inizio è stato un lavoro travolgente, era un’idea nostra e noi siamo piccoli per spingere una cosa così grande. È stato bello però, perché tutti ci hanno dato tanto supporto, soprattutto i politici e la Commissione europea”.
Il sindaco di Genova Marco Bucci ha firmato l’adesione di Genova ai principi che saranno alla base della dichiarazione della Carta dei diritti. Durante l’incontro di stamani sono stati molti gli addetti ai lavori - da sportivi a stakeholder, scienziati ed esperti - che hanno raccontato l’importanza della Carta e, più in generale, della salvaguardia degli oceani. La Carta, è stato spiegato, sarà un documento abbastanza complesso, conseguenza naturale dato che si parla di acqua, ovvero dell’elemento che al 70% costituisce il nostro pianeta.
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