L’accordo raggiunto in seno all’Onu in merito alla protezione degli Oceani è uno storico passo avanti in quella “sfida per la sostenibilità” che è centrale nel Progetto The Ocean Race, portata avanti nel 50° anno di vita grazie al Genova Process. Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo, dopo anni di negoziati, per proteggere gli Oceani con la significative quota del 30% delle acque da tutelate entro il 2030 grazie all’istituzione di zone marine protette.
“Accoglie con entusiasmo questo storico accord”, sottolinea Richard Brisius, ceo di The Ocean Race. “Il trattato sull'alto mare arriva dopo oltre 10 anni di negoziati. Le decisioni che riguardano il futuro del pianeta – rilancia Brisius - devono avvenire più velocemente. La posta in gioco è troppo alta. Ora abbiamo bisogno di un quadro e di un approccio di protezione più ampi. Credo che il settore privato possa contribuire con il suo dinamismo e la sua innovazione, e The Ocean Race continuerà a raddoppiare i suoi sforzi per dare all'oceano una voce al tavolo e aiutare la comunità internazionale a riconoscere i suoi diritti”.
Elemento distintivo della 14° edizione della regatta intorno al mondo che in queste settimane attraversa i più remoti mari del sud, è il Genova Process, percorso di innovation workshop organizzati da The Ocean Race in collaborazione con il Comune di Genova per la definizione della bozza di principi della Dichiarazione dei Diritti degli Oceani da presentare proprio all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Antonio Di Natale, biologo marino con importanti incarichi e relazioni internazionali che ricopre il ruolo di consulente scientifico del Genova Process per conto del Comune di Genova commenta così l'accordo raggiunto in sede Onu; “Sono stati un paio di anni di difficili negoziazioni ma oggi vediamo i frutti e questo accordo è estremamente importante, per vari motivi. Non era scontato arrivare a una sintesi di questo tipo – sottolinea Di Natale – e per questo lo ritengo uno straordinario passo avanti.
Si dovrà vedere ora come procedere. Bisognerà definire le norme UNCLOS specifiche. Dal nostro punto di vista – conferma il consulente del Genova Process – questo accordo per le aree marine fuori dalla giurisdizione nazionale va sicuramente nella direzione giusta. Porterà a una situazione di protezione dei principali elementi del sistema Oceano, nel pieno spirito dei Diritti dell'Oceano che stiamo cercando di scrivere nella bozza che stiamo elaborando grazie al Genova Process”.
All’ultimo Summit di Capoverde il 26 gennaio scorso, tra oltre 300 sostenitori degli oceani, fu ospite d’onore il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “La fine dell'emergenza oceanica è una gara che dobbiamo vincere e, lavorando insieme, è una gara che possiamo vincere”, sottolineò in quella occasione accogliendo con favore gli impegni presi in occasione di conferenze ed incontri negli ultimi 12 mesi del Genova Process.
Il primo anno del Genova Process è stato intenso e importante. Dalla Monaco Ocean Week al primo Innovation Workshop di Genova, passando per il Summit alle Seychelles. E poi Cascais, New York, Sharm el Sheik, per arrivare all’importante evento di Capo Verde”.
L’agenda è fitta. I prossimi incontri saranno a Genova (3 Maggio), Aarhus (1-2 Giugno), ancora Genova (27-28 Giugno) e New York (22-24 Agosto e 19-20 Settembre). Importanti sono anche gli eventi collaterali organizzati nell’ambito del Genova Process, come le conferenze svolte a New York e Cape Town e la prossima in programma a Panama. Genova ospiterà l’ultimo Ocean Summit di The Ocean Race il prossimo 27 giugno, ai Magazzini del Cotone, proprio nei giorni del Grad Finale.
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