Sabato 25 gennaio si è concluso a Varese “Tra Legno e Acqua”, l’annuale
convegno nazionale dedicato al mondo della nautica d’epoca e tradizionale
giunto nel 2020 alla settima edizione, organizzato dall’Associazione Vele
d’Epoca Verbano con il contributo della Regione Lombardia. Anche quest’anno il
prestigioso Palace Grand Hotel della città lombarda ha ospitato oltre 160
partecipanti provenienti da tutta Italia, tra i quali una nutrita
rappresentanza della Marina Militare. Il convegno è stato preceduto nella
giornata di venerdì da una tavola rotonda sul Lago Maggiore dove si è discusso
di nuovi approdi per le imbarcazioni storiche. Domenica si è svolta sul Lago di
Como una visita esclusiva al Piroscafo Concordia del 1926.
Un’altra edizione di “Tra Legno e Acqua”,
il Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle Imbarcazioni
d’Epoca e Storiche, va in archivio. Sabato 25 gennaio 2020 si è
conclusa presso il Palace Grand Hotel di Varese la settima edizione di quello
che in pochi anni è diventato il più importante convegno nazionale dedicato al
mondo della marineria tradizionale,
organizzato annualmente dall’AVEV,
Associazione Vele d’Epoca Verbano, con
il contributo della Regione Lombardia.
A completamento di una tre giorni dedicata alla nautica vintage l’evento è stato preceduto nella giornata di venerdì 24
gennaio da una tavola rotonda aperta al pubblico tenutasi presso il Circolo Velico Medio Verbano di Cerro
di Laveno, sulla sponda orientale del Lago Maggiore, dove si è discusso di
potenziali approdi per le imbarcazioni storiche-tradizionali quale veicolo per
nuove attrazioni turistiche. La giornata di domenica 26 gennaio invece è stata
dedicata alla visita a Tavernola, sul Lago di Como, a un vero e proprio monumento
della storia navale nazionale, il Piroscafo
Concordia. Dopo oltre 90 anni l’unità, lunga 53 metri e varata nel 1926,
naviga ancora ed effettua trasporti di linea. La manifestazione è stata resa
possibile grazie al sostegno di sponsor quali: la Veleria Zaoli Sails, Cantiere
Ernesto Riva, Casa Editrice Mursia, Cromatura Cassanese, Studio Giallo &
Co., Agricole Gussalli Beretta. Patrocinatori del convegno sono stati
l’Università degli Studi di Genova, l’Associazione Musei Marittimi del
Mediterraneo, Yacht Club Italiano, FAI Fondo Ambiente Italiano, FIBaS
Federazione Italiana Barche Storiche, VSV Vele Storiche Viareggio, AIVE
Associazione Italiana Vele d’Epoca, ASDEC Associazione Scafi d’Epoca e
Classici, Gestione Navigazione Laghi, ISTIAEN Istituto Italiano di Archeologia
e Etnologia Navale. Tra gli oltre 160 partecipanti intervenuti a Varese anche
una nutrita rappresentanza della Marina
Militare, guidata dal Capitano di Fregata Angelo Bianchi dell’Accademia Navale di Livorno.
IL RANGER AMERICANO E IL MAESTRO D’ASCIA SVIZZERO
A testimonianza di
quanto il convegno, già da diverse edizioni, stia assumendo una connotazione di
carattere internazionale le relazioni tenute da Doug Leen e Jean-Philippe
Mayerat. Il primo è un ex Ranger americano e veterano del Vietnam, che ha
descritto il restauro del suo rimorchiatore in legno Katahdin del 1899 sul quale ha navigato in Alaska per ben 16 anni
per poi fare ritorno a casa a Seattle, nello stato americano di Washington. Il
maestro d’ascia svizzero Mayerat ha invece raccontato il progetto di
ricostruzione della lancia a vapore di inizio Novecento Le Corsaire, da compiersi presso il suo cantiere di Rolle sul Lago
di Ginevra dove ogni due anni si svolge la “Fête des canots“, raduno di piccole
imbarcazioni in legno che nel 2019 ha festeggiato le trenta edizioni. Lo
storico Giovanni Panella ha infine
presentato due testi di nautica fuori commercio, “Pescatori e barche di Sicilia” e il manuale pratico in lingua
francese “Restaurare non è riparare”.
Entrambi i libri sono reperibili attraverso la Federazione Italiana Barche
Storiche. Tra le novità riguardanti il Museo
della Barca Lariana di Pianello Lario (CO) la digitalizzazione dell’archivio
storico, la realizzazione di tavole tattili per gli ipovedenti, di corsi di
vela per disabili e la costruzione di nuove passerelle aeree per la visione
sopraelevata delle imbarcazioni esposte.
LE VIE D’ACQUA, LE POLENE E I NAUFRAGI STORICI
Se l’architetto Roberto Biscardini ha rinnovato la
proposta di riaprire i 140 chilometri dei Navigli lombardi, ripristinando la
navigabilità che già a fine del Trecento permise di fare arrivare a Milano i
marmi per la costruzione del Duomo, il professor Claudio Bonvecchio (in teleconferenza) ha raccontato la storia
fantastica e misteriosa delle polene, spesso così sensuali, altere e
imperturbabili, misterioso collegamento tra la tecnica marinara e il mondo
inquietante del mare. Allo storico e giornalista Bruno Cianci il compito di rendere un tributo agli yacht d’epoca
persi o naufragati tra il 1885 e il 1951, descritti nella sua ultima fatica
letteraria dal titolo ‘Scomparse e indimenticabili’.
IL CERTIFICATO DI STORICITÀ DELLE BARCHE, LA BAT-IMPRESA E ALI BABA
Obiettivi
importanti invece per la neonata FIBaS, la Federazione Italiana Barche Storiche
che, come raccontato dal suo vice presidente, il toscano Roberto Giacinti, nei prossimi mesi individuerà le caratteristiche
indispensabili affinchè alle barche richiedenti possa essere rilasciato un certificato
attestante il possesso dei requisiti di storicità come da tempo fa ASI per le
auto. Il progettista nautico milanese Paolo
Lodigiani ha raccontato l’impresa compiuta a bordo del suo Bat, cutter aurico inglese del 1889
lungo appena 5,20 metri con il quale la scorsa estate ha compiuto la
circumnavigazione dell’Italia da Sanremo a Trieste, percorrendo 1700 miglia di
mare in 61 giorni e facendo tappa in 53 porti. Il velista Enzo Marolli ha riportato la platea al 1925, anno in cui il
Cantiere Baglietto varò Ali Baba, il
primo yacht italiano della classe 8 Metri Stazza Internazionale (seconda
formula), restaurato recentemente dal cantiere Ernesto Riva di Como. La barca parteciperà al prossimo Campionato
del Mondo di Classe che si svolgerà a Portofino nel 2021.
LE VELE DEL VESPUCCI, IL CLIPPER D’ARGENTEUIL E IL PIROSCAFO CONCORDIA
Rossana Paloschi Zaoli, dell’omonima famosa
veleria ligure, ha raccontato la costruzione dell’intero set di 24 vele
realizzate qualche anno fa, in soli 45 giorni di lavoro, per l’Amerigo
Vespucci, per un totale di 2.650 metri quadrati e un peso di oltre 5.000
chilogrammi. Per confezionarle sono stati necessari 6.624 metri quadrati di
tessuto di lino, oltre un chilometro e mezzo di cavo di canapa, quasi 80.000
metri di filo cerato e 236 chili di pelle di vacchetta per rifinire le ralingature.
Affascinante al pari di un’investigazione la ricerca storica e le analisi
dendrocronologiche, effettuate per scoprire la datazione dei legni, compiute
dallo yacht designer Silverio Della Rosa
sulla sua deriva Oblio di fine Ottocento. Alla ricercatrice e designer navale Claudia Tacchella il compito conclusivo
di raccontare la storia dei battelli a vapore e in particolare quella del Piroscafo Concordia del 1926, ancora
oggi navigante sul “ramo del lago” di manzoniana memoria, invitando tutti i
partecipanti alla visita che si sarebbe svolta il giorno successivo a
Tavernola, sul Lago di Como.
LA POLENA DEL VELIERO ‘PANDORA’ E I DIPINTI DI MARE
Una vera
attrattiva del convegno è stata l’inaugurazione della costruzione in diretta
della nuova polena in legno di tiglio di Pandora,
goletta a gabbiole lunga quasi 30 metri costruita in Russia in legno di pino
nel 1994, di base a La Spezia. L’artista scultore valtellinese Davide Holzknecht, riprendendo le linee
del modello in plastilina in scala 1:2, ha cominciato a intagliare la figura
femminile che si ispira al mito greco di Pandora. La nuova polena, alta 1,40
metri e pesante un quintale, verrà installata a bordo nel corso della prossima
primavera. Insieme all’artista erano presenti gli armatori di Pandora, Luca Buffo e Fanja Raffellini, che attraverso l’associazione Vela Tradizionale compiono ogni anno decine di uscite in mare con
a bordo allievi desiderosi di imparare la navigazione su uno scafo
tradizionale. In esposizione al Palace anche le splendide opere della pittrice
acquerellista genovese Emanuela Tenti,
habituè di questo genere di eventi,
del milanese Sandro Feruglio, uno
dei pochi che possa pregiarsi del titolo di Pittore di Marina conferitogli dalla Marina Militare, e del
fotografo Marco Trainotti.
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