In
occasione del disinnesco della bomba rinvenuta nell’area di Porto
Marghera, la circolazione NELLE AREE INTERESSATE verrà sospesa dalle
7.30 alle 12.30 su ordinanza del Prefetto. Una
domenica d’inverno, 6 del mattino. Decine di agenti bussano alle porte
di tremila residenti di Mestre e Marghera e li accompagnano fuori. Devono lasciare le loro case per alcune ore.
Venezia è isolata: nessuno può raggiungere il centro storico, nessuno può uscire. No, non è lo scenario di un film. È realtà. È quello che accadrà domenica 2 febbraio, il giorno scelto per disinnescare e far brillare la bomba d’aereo trovata la settimana scorsa durante alcuni lavori di scavo in un cantiere di via Ferraris a Marghera.
La prima da oltre vent’anni. Una grande evacuazione, la prima da oltre vent’anni di queste dimensioni
a Venezia, che isolerà il centro storico per una mattinata. Tutta colpa di un ordigno del peso di 500 libbre, pari a circa 220 chili
di cui 129 di tritolo, di fabbricazione statunitense e risalente alla
Seconda Guerra mondiale.
Non il primo che viene trovato in zona. Già nel 2014 un residuato dello stesso peso venne rinvenuto in acqua, nella zona del porto e nel 2011 all’isola delle Tresse. In quelle occasioni i disagi furono più limitati. Questa volta sarà diverso.
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