Roma,
17 dicembre 2015 - Ieri, una barca che trasportava circa 85 persone si è
capovolta al largo delle coste settentrionali di Lesbo provocando la
morte di almeno 2 persone, riferiscono Medici Senza Frontiere (MSF) e
Greenpeace che da inizio dicembre conducono un’operazione congiunta di
salvataggio nell’Egeo e che hanno partecipato al soccorso.
“La
barca era sovraccarica e dopo aver iniziato ad affondare nella parte
posteriore, si è letteralmente ribaltata su se stessa a causa della
quantità di passeggeri”, racconta Kim Clausen, vice coordinatore di progetto di MSF. “Quando siamo arrivati c'erano forti venti con onde alte almeno un metro e le persone erano già in acqua”.
Quando le imbarcazioni di soccorso sono arrivate sulla scena, le équipe
hanno messo in salvo più persone possibili, distribuendo vari
dispositivi di galleggiamento per aiutare chi era ancora nelle acque
gelide.
Le
83 persone messe in salvo, la maggior parte irachene, sono state
trasferite nelle vicine città di Molyvos e Petra. Molti avevano bisogno
di rianimazione o sono stati trattati per ipotermia da MSF nei punti di
arrivo. Tre casi medici sono stati indirizzati all'ospedale locale, tra
cui un bambino che è ora fuori pericolo. Secondo le testimonianze,
almeno 2 persone, un uomo di 80 anni e un bambino di nove mesi sono
annegati, ma le équipe temono che il bilancio delle vittime sia più
alto.
“Mentre i leader europei discutono come fortificare ancora di più i propri confini, i bambini continuano a morire nel Mar Egeo”, dice Aurelie Ponthieu, esperta di MSF per la migrazione. “Un
passaggio sicuro attraverso la frontiera terrestre tra la Turchia e la
Grecia, oltre all’aumento delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mar
Egeo, ridurrebbe immediatamente le morti in mare, ma sembra che le
autorità europee e greche preferiscano continuare a osservare la scena
da lontano, piuttosto che fornire soluzioni concrete a queste tragedie”.
“Con
60 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati – il numero più
alto dalla seconda guerra mondiale a oggi – l’anno che sta per chiudersi
sarà purtroppo ricordato soprattutto per l’incapacità dei governi di
rispondere in modo adeguato a questa emergenza umanitaria che non può
essere affrontata come un problema di sicurezza”, dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF Italia.
“Servono aiuti urgenti per chi fugge e garanzie di protezione e assistenza nei paesi di arrivo. Da parte nostra, non abbiamo dubbi sulle nostre priorità per il 2016: continueremo ad assistere le popolazioni in fuga nei paesi di provenienza e lungo il loro tragitto e a chiedere all’Unione Europea e ai suoi stati membri di garantire canali di migrazione legali e sicuri e di offrire condizioni di accoglienza dignitose alle frontiere di terra e di mare”, conclude De Filippi.
Alle persone in fuga Medici Senza Frontiere ha dedicato la campagna #Milionidipassi,
con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata
umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di
tutti ad avere salva la vita. http://milionidipassi. medicisenzafrontiere.it/
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