mercoledì 3 dicembre 2014

Team SCA alla Volvo Ocean Race - Giorno 13: Ci siamo dentro tutti insieme


Mi serve un uovo. Voglio verificare se l’espressione ”è così caldo che ci potresti friggere un uovo” è veritiera o se è solo una storia di vecchi saggi. Suppongo che, in giorni come oggi, possa dirsi realistica. Rimpiango tutte le volte che mi sono lamentata dicendo ‘è troppo caldo’. Fino a questo momento non avevo mai veramente sperimentato ‘troppo caldo’.Il sole è come un raggio laser puntato direttamente su di noi. C’è ombra sufficiente per una persona e mezzo su tutta la barca. Cercare riparo sottocoperta tra l’altro, non è di grande aiuto, perché si tratta in effetti di una scatola nera piena zeppa di cose. 
 
Abbiamo dei piccoli ventilatori personali nelle cuccette, che sono continuamente in funzione, ma offrono un sollievo minimo. Abbiamo arrotolato materassi e sacchi a pelo ai piedi delle cuccette in modo da dormire sulla tela delle stesse e consentire un “costante ricircolo d’aria”. (A dire il vero non c’è alcun ricircolo d’aria sottocoperta).Non c’è vento. Voglio dire: assolutamente zero vento. Il mare è liscio come l’olio. Non c’è la minima increspatura sull’acqua né vicino a noi, né in lontananza. Si vede qualche nuvola, ma potrebbero essere anche semplici decorazioni nel cielo. 

Questa mattina abbiamo avuto un breve scroscio di pioggia, ma, al momento, quella nuvola è ben che dimenticata.Annie è ricoperta di crema solare all’ossido di zinco. “Qualunque cosa pur di sconfiggere il sole” è il suo motto. Indossa un grande cappello blu e ha uno spesso strato di pasta bianca allo zinco su guance, labbra e naso. “Una volta mi sono bruciata le labbra ed è stata l’esperienza più dolorosa che abbia mai vissuto – anche peggio di quando sono caduta da una barca tirata in secco, precipitata sul cemento 15 piedi più sotto e quasi morta,” ha affermato Annie.Anche Elodie sfoggia un elegante cappello in stile “Indiana Jones”, con una patta per proteggere il collo. 

Siamo tutte in continua lotta con il calore: impegnate nel tentativo di rinfrescarci e di evitare di essere sciolte dal sole. Indossiamo maglie a maniche lunghe per proteggerci dalle scottature, ma poi, iniziamo a surriscaldarci. Mettiamo l’intimo tecnico di seta per schermare i raggi solari, ma lo togliamo quando iniziamo a non sopportare più il calore.Ci potrà anche essere il sole ma “sono piuttosto sicura che se ci mettessimo in bikini adesso saremmo liquefatte,” ha detto Liz con un sorriso.La notte non è mai stata così piacevole; è come se qualcuno avesse acceso l’aria condizionata. 

Non che ci sia molto più vento di notte, ma il sole si è immerso dietro la linea dell’orizzonte e la barca (e i nostri corpi) si sono rapidamente raffreddati. Cucinare e ricaricare le batterie sono nuovamente attività accettabili.La buona notizia è che l’intera flotta si trova nelle stesse condizioni di poco vento e temperature estremamente elevate. Dovendo lottare con questi elementi, è consolante sapere che almeno siamo tutti nelle stesse “surriscaldate” condizioni.(www.teamsca.com)

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