Che la
seconda non fosse affatto una tappa facile lo si sapeva e lo si era
compreso fin dalle prime battute dopo la partenza da Città del Capo. Ma i
navigatori e gli skipper a bordo dei sette Volvo Ocean 65 sono
impegnati nella risoluzione di un vero rompicapo tattico. Con una
situazione meteo tutto tranne che facile da interpretare, soprattutto
sul medio e lungo termine, nessun osa prendere opzioni strategiche
drastiche e la flotta tende a rimanere compatta. Tuttavia nelle ultime
24 ore si è assistito a un duello di strambate nell'Indiano meridionale.
La scorsa notte i leader della
classifica overall, Abu Dhabi Ocean Racing sono stati i primi a dirigere
la prua verso nord e poi, uno dopo l'altro , i sei avversari hanno
fatto lo sesso. Le barche sono vicine, molto vicine, i primi quattro
navigano a vista e in qualche caso sono separati da meno di un miglio.
E' un gruppetto formato da Team Brunel, Dongfeng Race Team, MAPFRE e
Team Alvimedica che si controlla stretto, ed è evidente guardando la
cartografia elettronica che a ogni rilevamento delle posizioni ricevuto a
bordo i team “aggiustano” la loro strategia in riferimento ai rivali.
Con un vento che va calando
progressivamente, le barche hanno rallentato l'andatura e si stanno
avvicinando alla zona di alta pressione con arie leggere. Abu Dhabi
Ocean Racing è la barca più a nord e più a ovest e naviga a velocità
inferiori ai 10 nodi, mentre l'equipaggio femminile di Team SCA, quello
posizionato più a sud e a est, è qualche nodo più veloce. Gli altri, in
mezzo, tengono anche velocità medie più basse. La Onboard reporter di
Team SCA, Corinna Halloran, spiega così la situazione: “C'è un tipo
di condizione che non abbiamo visto nelle ultime 24 ore? Beh, non
abbiamo visto dei lampi e non ha nevicato, ma tutto il resto lo abbiamo
visto. La giornata è iniziata con 28 nodi e onde in coperta, a
mezzogiorno le vele sbattevano e tutto si era asciugato. In serata il
vento è tornato e filavamo con 20 nodi di vento. Quando il vento cambia
così tanto bisogna continuare a lavorare, spostare il materiale,
regolare le vele. Siamo molto impegnate a tenere una buona velocità ma
la situazione è un po' frustrante perché non sai mai cosa sta per
succedere. Ma questa è la vita del velista oceanico...”
Intanto a bordo di Abu Dhabi Ocean Racing si è lavorato anche per risolvere qualche piccolo problema di carattere tecnico: “Sottocoperta
si lavora per tenere Azzam in forma. Se nella prima tappa non c'erano
state rotture, all'inizio di questa seconda ne abbiamo avuta qualcuna. A
un certo punto durante la notte Ian (Walker) correva fra il tavolo da
carteggio e la coperta, urlando rotte e velocità, mentre gli altri
cercavano pezzi di ricambio e adesivi nelle borse sotto le cuccette. Si
sono rotti due pezzi importanti per Azzam, lo spinnaker A3 con un taglio
di un metro e mezzo lungo l'inferitura proprio quando il bollettino
dava 25 nodi e mare. Poi si è rotto il bozzello del cavo della
timoneria, bella cosa quando timonare era importantissimo. Speriamo di
non rompere altro...”
Le prossime ore saranno molto
interessanti dal punto di vista tattico, perché la flotta potrebbe avere
diversi stop and go e le posizioni di classifica potrebbero variare
ancora. Come ha spiegato Yann Riou, imbarcato su Dongfeng Race Team: “Non
stiamo andando verso Abu Dhabi, a un certo punto questo vento mollerà e
dovremo cercare qualcos'altro. Il problema è che, come al solito, i
modelli meteo non concordano. Dobbiamo arrangiarci con quello che c'è,
controllare gli avversari. Potremo strambare solo quando entrerà l'aria
che vogliamo.”
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