Non c’è più. Nelson Rolihlahla Mandela è spirato. Il
mondo è con il fiato sospeso, un vero Grande se n’è andato. Me lo immagino di
spalle mentre si avvia con la sua caratteristica andatura verso il mondo
perfetto che lui ha immaginato, voltandosi ogni tanto con quel suo sorriso
enorme, pacato e contagioso, rassicurandoci di non temere perché quello
che lui ha fatto rimane. La sua visione di pace è ormai nella mente e
nell’animo di tutti i sudafricani.
Ebbi l’onore d’incontrarlo la prima volta nel 1996 a un
ricevimento ufficiale a Johannesburg. Stringendomi la mano si congratulò con me
e quando seppe che prestavo gratuitamente la mia opera di consulenza marittima
sovrappose l’altra mano a quella che già stringeva dicendo: “Grazie, grazie
Comandante, questo paese ha bisogno di persone come te!” Quando dieci anni dopo
mi recai nella sua casa per illustrargli i fini umanitari del Team SHOSHOLOZA,
mi disse con voce già stanca: “Il Sudafrica non appartiene né ai neri,
né ai bianchi o colorati, ma a tutte le genti che ci vivono e lavorano in pace. Lo
abbracciai. Sapeva già di questa barca magica che riuniva a bordo ragazzi
sudafricani di ogni razza ed estrazione sociale. Si complimentò per aver riunito
sullo scafo i colori delle tre etnie del paese. Mi commossi, non trovai il
coraggio di dirgli che era stata si una mia idea, ma inspirata da lui, Madiba. Raccomandò
a me e all’equipaggio di rimanere “umili e dignitosi nelle vittorie, uniti e
orgogliosi nelle sconfitte”. Si accommiatò da mia moglie Sandra e da me alla
maniera zulu, spalla contro spalla: ma si dovette piegare dal suo metroenovanta
per raggiungere le nostre piccole spalle. Lo lasciai contento, carico del suo
amore per questo paese e col proposito di onorarlo sempre, sui campi di regata
e fuori.
Shosholoza,la canzone dei minatori recita: “Spingendo e tirando tutti
insieme come se fossimo uno”.
Addio MADIBA, Shosholoza ti saluta.
Comandante Salvatore Sarno
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