sabato 10 luglio 2010

Vela - MINI 6,50 - Diario di Bordo - Fastnet 2010 [1^ Pt.]

Credo che il Mini Fastnet sia l'unica regata per cui valga la pena di spendere qualche riga solo per descriverne i giorni di vigilia.E' la terza edizione a cui partecipo ed ho già di sicuro raccontato questi particolari.Spero di non tediarvi con le ripetizioni, ma mi è impossibile non sottolineare la splendida unicità di quell'atmosfera, tale da giustificare un viaggio di quasi 30 ore ed una logistica impegnativa e costosa, solo per essere lì.I tetti neri delle case, la calma surreale per noi Mediterranei che avvolge il paese, il ciclico variare delle maree che rende il passaggio sui ponti delle banchine o una passeggiata o un'impervia arrampicata, la funzionalità del circolo e la gentilezza dei volontari che sono il vero motore della manifestazione... sono tutti ingredienti di una pietanza dai sapori forti ed unici... da provare!
Io e Nicola ce la siamo presa comoda. Approfittando di una oculata scelta dei giorni di ferie siamo riusciti a partire addiritura il sabato prima, così che già da lunedì mattina Duchessa Extra fa bella mostra di sè, pavoneggiandosi tra i mostri ed i mostriciattoli che hanno appena finito il MAP e riempiono già il porto di Treboul.Se da una parte questo ci consentirà di arrivare al giorno della partenza belli riposati, dall'altra prolungherà un pò l'agonia di una vigilia che non può non essere carica di tensione, data l'importanza del percorso e la fama che lo precede.Il tempo ce la mette tutta per rendere quanto più nordica possibile la nostra permanenza. Cielo grigio, scrosci frequenti, la notte con due piumoni ed il berretto calcato sulla fronte... abbiamo voluto la bicicletta? Ed ora pedalare!Dobbiamo ricorrere ad uno sforzo di volontà per tirarci giù dal letto e sciropparci una mezz'ora di allenamento atletico, ma ci riusciamo sempre.Non ci sfugge che ogni giorno due pullman scodellano decine di mocciosi vocianti che, dopo una vestizione immagino quanto incasinata... si imbarcano su optimist, catamarani e surf (!) per scorazzare su di quel mare nero e gelido all'aspetto! Guardo i giovani Rogues, Normand, Beaudard e non dubito che un decina di anni fa tra quei mocciosi c'erano anche loro.Che scuola e che cultura specifica!Passano gli anni! Riconosco parecchi numeri velici di cui conosco non solo il proprietario precedente, ma addiritura quello prima ancora! Forse è tempo che mi faccia da parte...
Fino a giovedì le banchine sono tranquille. Quasi tutti hanno concluso, come detto, il MAP ed il Club ha avuto la bella idea di evitare a tutti loro la reiterazione dei controlli di sicurezza, pertanto non si respira ancora la consueta frenesia pre-gara... ma dal giovedì pomeriggio...Ormai il Mini Fastnet è rimasta l'unica prova lunga in doppio del calendario del Nord, un pò come da noi il GPI. Il suo richiamo risulta dunque irresisitibile per il "milieu" 650 d'oltralpe, al di là dell'importanza intrinseca della regata e del fatto che si tratti della 25ma edizione.Vincitori e protagonisti delle ultime edizioni della Mini-Transat girano a decine tra le barche, chi come co-skipper, chi come preparatore, chi come curioso.Le Blevec, De Laureyssens, Sineau, Maslard, Cospen, Brasseur, Ryou, i nostri Apolloni e Klein e potrei continuare per mezz'ora...Tutti naturalmete a parlare di Mini ed a scambiarsi valutazioni, pareri, novità, in un cocktail fantastico dall'altissima densità pedagogica. Che invidia!Qualcuno mi domanda di Di Benedetto, dimostrandosi assai competente sulla vicenda e facendo quasi i complimenti a me, in quanto suo connazionale. Capita l'antifona?
Grazie alla precisione di Nicola, i controlli filano lisci come l'olio ed incassiamo i complimenti della commissione, Altro che "les italiens"!
Le sere le trascorriamo nel tranquillissimo (figurarsi!) casotto del campeggio, a segnarci frequenze di fari, Waypoint e, soprattutto, le correnti. Che rituale bello ed indimenticabile...
Prima scoperta. Avevo sempre vissuto nella certezza che al Mini Fastnet, per ragioni di sicurezza, la data di partenza venisse fissata in funzione del coefficiente di marea, scelto tra quelli bassi, e l'ora in funzione di un passaggio del Four, a 26 miglia dal via, immaginato in favore, o quasi, di corrente.Palle! Il Bloc Marine ci spara sui denti un 91 di coefficiente, che di certo basso non è, con un massimo teorico a 120.Ma il peggio deve ancora venire: si parte alle 13 e verifichiamo che già alle 18:50 la marea comincerà a "remare" contro, con un culmine dalle 20 di CINQUE nodi di flusso contrario!Sicchè abbiamo solo 5-6 ore di tempo per colmare la distanza... ed il meteo? Ci cadono le braccia: saranno Nord o NW, quindi di riffa o di raffa ci sarà da bordeggiare, con bordi più o meno favorevoli ma da bordeggiare. Dal momento di quella scoperta l'umore cambierà nel nostro alloggio ed i silenzi pensierosi si dilateranno a dismisura.
Il GPI, col suo bel risultato, ci aveva esaltato e viziato un pò. Il particolare su cui abbiamo poi riflettuto è che là, su 540 miglia se ne erano coperte 520 alle portanti, condizioni evidentementi favorevoli al Te Salt.Qui è tutta un'altra storia ed il prologo del sabato conferma i nostri timori.Si tratta di un bastone di due giri e se nei lati in poppa dobbiamo quasi farci largo a sportellate per passare, le due boline ci lasciano poche speranze: ci vanno via tutti, chi da far paura, chi centellinando il vantaggio, ma ci vanno via.Porca miseria… Nico, vuoi vedere che al Four rimaniamo i soli fessi con la corrente contraria, mentre gli altri sono già dall'altra parte? Parole profetiche! E si parte! Siamo grati ad Alessandra che ci ha consentito, col suo lavoro indefesso, di trovarci in questa invidiabile situazione e ci riproponiamo di tenere duro ad ogni costo, anche se rimarremo soli, correndo anche a cronometro al massimo delle possibilità nostre e della barca, senza condizionamenti negativi ma consci di stare per vivere una avventura comunque unica e meravigliosa.
Il vento si stabilizza su O-NO, da 15-18 nodi. L'uscita dal Golfo di Douarnenez è lunga 10 miglia, che copriamo di bordeggio serrato lungo la costa meridionale dello stesso.Siamo in gara, ma non ci sfugge la bellezza selvaggia e particolarissima, per noi meridionali, del luogo. Che splendore!Il gruppo si allunga ma riusciamo a rimanere attaccati con lo spago ai filamenti del plotone. Il Super Calin, il Pogo1, alcuni P2 , D2 e Ginto di acquisto recente, l'avveniristico 765 di Remy, si connotano come i nostri avversari naturali.Lavorando di ballast riusciamo a tenerli nel mirino mentre molti di loro devono già fraseggiare coi terzaroli o gli olimpici.Sono gli ultimi del gruppo, qualche barca loro gemella è già di molto avanti, ma su qualcuno ho contato 5 cambi di vela di prua in 10 miglia... tanto per dare l'idea del livello medio dei concorrenti e della loro determinazione.Doppiata la meda di Basse Vielle, viriamo e scopriamo con piacere che il bordo successivo ci porta quasi in diretta sulla punta di St. Matthieu, porta del Four.Pesi ben sopravvento, ballast da scoppiare, gambe fuori... inizia un'angosciante conto alla rovescia, con l'occhio che dardeggia senza requie dal log , al GPS, all'orologio, alle tavole di marea.Ce la faremo? Il bollettino prevede per di più temporali forti nella nottata, con raffiche sui 35 nodi e l'ultima cosa che vorremmo sarebbe di subirli in acque ristrette.Come rimpiangiamo il Med, bello e liscio senza sto casino delle correnti... naturalmente non immaginavamo che i nostri amici della Hexis nelle stesse ore non la pensavano allo stesso modo, in preda al Mistal incazzato...
Non ce l'abbiamo fatta. Alle 20 affianchiamo una St.Matthieu che un primo groppo ha reso di un grigio-verde spettrale da fare paura. Al diradarsi della foschia scorgiamo 10-15 vele a prua, improvvisamente fattesi più grosse, quasi raggiunte.Dovremmo gioirne, ma ce ne guardiamo bene: è una illusione diabolica. Il fatto è che sono più avanti di noi e sentono già il flusso contario, ora più forte per loro.Tra poco toccherà noi passarci e ce lo ritroveremo ben più forte sul naso.Abbiamo letto bene le tavole e ci è parso che dopo la punta di Le Coquet, all'altezza di Corsen, il golfo offra correnti assai più maneggevoli.Il problema è arrivarci! Sono solo un paio di miglia... ma si riveleranno lunghe come la fame.Siamo di bolina larga, il vento non scende mai sotto i 15 nodi, il mare è un'olio, più forte di 5-5, 5-6 non si può andare su di un mini... ma se guardiamo la costa e le mede... non siamo fermi, tanto da buttare l'ancora ma poco ci manca!Ricordo il 2009 con Andrea Rossi che faceva le foto al GPS per immortalare gli OTTO nodi di VMG e mi chiedevo cosa sarebbe successo se l'avessimo presa per il verso sbagliato... ed ora ci ero proprio in mezzo, coi nostri 0,2-0,3 di avanzamento sul fondo!Proprio vero che nella vita occorre provarle tutte.Le vele davanti sfumano e scompaiono una ad una dietro Corsen. Non è ancora la solitudine assoluta ma le assomiglia molto.Al tramonto, che qui significa quasi mezzanotte, ne siamo fuori. Sfioriamo la meda di Valbelle, che sancisce l'uscita dal Four, a 4 nodi di finalmente reale VMG.Intorno ancora qualche luce di via, il cielo, per fortuna, è ancora sgombro. Dai questa è fatta !
Ed ora la seconda tappa.La Manica con la prua su Wolf Rock… ma ancora per poco!
[ Fine Prima Parte ] (da
www.classemini.it di S. Paltrinieri)

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