L’importanza
fondamentale che il Mediterraneo ha avuto nei processi di
civilizzazione, nella formazione dei saperi e nella sedimentazione delle
culture in senso lato. A parlarne l’archeologo e soprintendente del
Mare Sebastiano Tusa e il saggista e studioso del mondo mediterraneo
Carlo Ruta nel loro libro In viaggio tra Mediterraneo e storia,
che verrà presentato alla Fondazione Whitaker, presso la Villa
Malfitano a Palermo, venerdì 24 febbraio 2017 alle ore 17,30.
Introduce
Paolo Matthiae, presidente della Fondazione Whitaker e docente di
Archeologia alla Sapienza di Roma. Relatori Antonino Giuffrida, docente
di Storia moderna all’Università di Palermo, e Ferdinando Maurici,
storico medievista e direttore del Museo regionale di Terrasini.
Coordina il dibattito l’archeologo Roberto La Rocca. L’iniziativa è
organizzato dalla Fondazione Whitaker e dalla Soprintendenza del Mare
della Regione Sicilia.
«Pensare
il Mediterraneo, mare complesso e policentrico, diviso e a tratti
radicalmente polarizzato, ma aperto a ogni tipo di scambio; accostarsi
alla storia di questa “pianura liquida”, cercando di definirne l’ordito
in evoluzione, le trame, le insidie, ma anche le virtuosità e gli
slanci: questo il senso delle riflessioni qui proposte, lungo le vie di
una vicenda che ha fortemente influenzato, a volte in maniera
drammatica, le storie di tutti i continenti. Ne esce una tessitura a
mosaico, in una forma atipica, quella del dialogo: la sola probabilmente
che possa permettere di definire, senza aporie irrisolvibili, il
Mediterraneo e le sue vicissitudini da prospettive che altrimenti
sarebbero difficilmente amalgamabili. Tutto si apre allora ad una
investigazione dicotomica: il viaggio per mare e il nostos, i
commerci e la guerra, il bisogno materiale e le sfide della conoscenza,
la vita e l’immaginario, il confronto e le contaminazioni tra civiltà,
le luci resistenti dell’età di mezzo e il ventre molle della modernità.
Un “viaggio”, in definitiva, attraverso le vicende di un mare antico,
nei tempi della storia, a tratti buia e crepuscolare, a tratti aurorale e
soleggiata, fino alla nostra contemporaneità, difficile, pensosa,
disillusa».
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