mercoledì 24 agosto 2016

La scomparsa a quasi 103 anni di Catello Russo, mito della vela stabiese


Il 16 agosto è venuto a mancare Catello Russo, pluri campione della vela stabiese degli anni Cinquanta e Sessanta, grande personaggio delle storia della Vela del Golfo di Napoli e della V Zona.    Un esempio di vita per la tenacia e la passione con le quali ha raggiunto traguardi che ai nostri giorni possono tranquillamente essere considerati irraggiungibili, basti pensare all’11 ottobre 2013, quando ha girato la boa più importante della sua lunga vita di uomo e sportivo ovvero quella dei 100 anni.

Ricordiamo la festa nella sala consiliare del Comune di Castellammare del 19 ottobre 2013 a pochi giorni dal suo compleanno: una giornata emozionante e carica di significato con la Sua Castellammare e gli amici del mondo della Vela, i suoi tanti allievi ed i suoi avversari di un tempo.


Poche righe di Paolo Rastrelli per dare un contributo ai giovani velisti di oggi “Figlio di Pasquale Russo, titolare di un cantiere navale che sorgeva agli inizi del ‘900 alla periferia di Castellammare, quasi di fronte allo scoglio di Rovigliano, Catello cresce respirando acqua salata e segatura e impara presto ad andare in barca, a remi e a vela latina, sulle imbarcazioni di famiglia, tutte rigorosamente con i nomi delle donne di casa: “Colomba” e “Vincenzina”, rispettivamente nonna e mamma di Catello.

Pratica lo sport della vela negli anni Venti del ‘900, prima nelle tipiche sfide locali che si fanno in ogni festività e poi anche a Napoli e si mette subito in evidenza vincendo molte regate e nel 1927 il titolo di campione campano. Nel 1939 a causa della guerra sospende ogni attività velica e parte da militare per l’Africa settentrionale. Ferito a una gamba è fatto prigioniero a Tobruk. 

La ferita si aggrava e dopo essere stato trasferito in un ospedale da campo ad Alessandria d’Egitto, rimpatria nel 1943. Risultati vani tutti i tentativi fatti in vari ospedali e cliniche del paese nel 1950 gli viene amputata la gamba perché atrofizzata. Essere mutilato di guerra non vuol dire per Catello la rinunzia a vivere una vita normale, anzi al contrario, le conquiste sul piano personale e sportivo non conosceranno limitazioni di sorta. Impiegato presso l’ufficio tecnico del Comune, si sposa, mette su famiglia, e nascono Cinzia e Pasquale, quest’ultimo in gioventù discreto velista. 

Nel 1951 riprende l’attività velica partecipando a regate zonali, nazionali e internazionali, in Italia e all’Estero. L’imbarcazione scelta da Catello è il Lightning, classe internazionale riconosciuta dall’IYRU e affermata in tutto il mondo. Con i suoi Lightning, tutti chiamati “Vincenzina” vincerà tante regate, due titoli italiani e un titolo europeo. 

Risultati importanti che diventano eccezionali ed irripetibili se si considera che sono ottenuti con barche auto costruite e vele confezionate da se. Oltre l’attività agonistica Catello Russo è stato istruttore e Giudice federale di livello nazionale. Anche in questa attività ha dato il meglio di se contribuendo alla formazione d’intere generazioni di velisti”.

Alla Famiglia di Catello Russo, ai figli Cinzia e Pasquale le condoglianze del mondo velico campano.

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