Roma/Atene,
20 luglio 2015 - Migliaia di migranti e richiedenti asilo sono
attualmente abbandonati in condizioni precarie in diverse isole greche,
nonostante i ripetuti appelli di Medici Senza Frontiere (MSF), a partire
da dicembre 2014, alle autorità greche e all’Unione Europea affinché
pongano rimedio alla mancanza di capacità di accoglienza. Un’équipe di
MSF per la risposta alle emergenze è arrivata a Lesbos – una delle due
isole in Grecia che, nonostante abbia organizzato alcune strutture di
accoglienza in via straordinaria, è sull’orlo del collasso. MSF sta
inoltre continuando le attività già avviate in precedenza per migranti e
richiedenti asilo che arrivano a Kos e nelle altre isole del
Dodecanneso.
Negli ultimi giorni, circa 5.000 persone, provenienti principalmente da Siria, Afghanistan e Iraq, sono arrivate a Lesbo.
La struttura di accoglienza già esistente a Moria, che può ospitare
poco più di 700 persone, è sovraffollata, in precarie condizioni
igieniche e c’è carenza di cibo. Migliaia di nuovi arrivati sono inoltre
costretti ad accamparsi all’aperto, molti di loro a Kara Tepe – un’area
del territorio priva di qualsiasi forma di gestione, dove le persone
hanno poca acqua o non ne hanno affatto, non hanno accesso a un riparo, a
servizi igienici o a cure mediche. Nonostante gli sforzi delle
autorità, le razioni di cibo non sono sufficienti a coprire i bisogni di
tutte le persone.
A
Kos, dove MSF fornisce assistenza umanitaria e medica alle persone che
arrivano sull’Isola, 700 persone stanno dormendo sul pavimento di una
struttura fatiscente adatta a ospitare un numero massimo di 200 persone,
tra macerie e pezzi di vetro. Le équipe mediche di MSF visitano
regolarmente pazienti che soffrono, ad esempio, di scabbia e infezioni
della pelle – una diretta conseguenza delle condizioni di vita poco
salutari. Nonostante gli sforzi di MSF di migliorare le condizioni
igieniche e incrementare la fornitura di farmaci e acqua, la situazione
potrà migliorare soltanto se le autorità locali decideranno di
affrontare il problema.
“MSF
e altre organizzazioni possono fornire assistenza nella risposta
umanitaria, ma ogni sforzo di soccorso sarà vanificato se non si
fornisce e si mantiene un sistema di accoglienza adeguato”, dichiara
Stathis Kyroussis, capo missione di MSF in Grecia. “La situazione
attuale è una violazione degli obblighi dell’Unione Europea e della
Grecia verso richiedenti asilo e migranti nel paese. Data la profonda
crisi economica che la Grecia sta vivendo, non è possibile dare per
scontato che possa cavarsela da sola in questa situazione. L’UE e i suoi
stati membri dovrebbero urgentemente mettere in campo risorse
umanitarie, come fondi di emergenza e assistenza materiale, per
sostenere la Grecia nella risposta ai bisogni essenziali dei migranti e
richiedenti asilo recentemente arrivati. L’UNHCR deve inoltre assumersi
una responsabilità diretta, traducendo le parole in fatti e rafforzando
il suo intervento di assistenza umanitaria”, aggiunge Kyroussis.
“Abbandonare
le persone a loro stesse in una struttura fatiscente o in un campo
sommerso dai rifiuti dove a fatica si trovano acqua e servizi igienici è
semplicemente inaccettabile e sta mettendo a rischio la loro salute”, spiega Elisabetta Faga, coordinatrice dell’emergenza per MSF a Lesbos. “Le
autorità greche devono mettere a disposizione altri spazi sotto la
responsabilità amministrativa statale, dove anche altre organizzazioni
possano fornire assistenza umanitaria, cibo, riparo e cure mediche. Le
autorità devono inoltre assicurare la messa in atto di procedure di
registrazione efficienti, fornendo alle persone tutte le informazioni su
cosa fare e dove andare”.
MSF
prevede di effettuare al più presto visite mediche, fornire servizi
igienici, beni di prima necessità, farmaci e acqua nei campi di Kara
Tepe e Moria. MSF ha inoltre iniziato a effettuare un servizio di
trasporto in autobus in modo che i nuovi arrivati non debbano camminare
per settanta chilometri dai punti di sbarco, lungo la costa nord, fino
al centro di registrazione a Mitilini.
NOTE
Da
marzo, MSF sta fornendo cure mediche e distribuendo beni di prima
necessità ai migranti che arrivano nelle isole del Dodecanneso. In
questo momento, nell’isola di Kos, MSF effettua visite mediche e
distribuisce beni di prima necessità. Dalla metà di marzo, MSF ha
eseguito 2.750 consultazioni e distribuito più di 20.000 beni come
detergenti, pettini, spazzolini da denti e asciugamani. MSF ha inoltre
avviato cliniche mobili nelle isole, tramite una barca che tocca le zone
delle isole più piccole dove giungono le persone provenienti dalla
Turchia. Dall’avvio delle attività, a giugno, MSF ha effettuato 256
visite mediche tramite questa clinica mobile via barca.
A Idomeni, vicino al confine con la FYROM (Ex Repubblica Yugoslava della Macedonia), MSF gestisce cliniche mobili e distribuisce beni di prima necessità a chi arriva in Grecia e continua poi il viaggio attraverso i Balcani per raggiungere l’Europa settentrionale. Dall’1 aprile, MSF ha effettuato visite mediche a 2.403 persone e distribuito beni di prima necessità come prodotti per l’igiene, cibo, lenzuola e calzini.
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