martedì 28 aprile 2015

MINI 6.50 - Diario di Bordo - GPI2015... risvolti inediti


Il buongiorno si era già visto dal mattino.  Chi scrive, ha qualche regata alle spalle e di briefing ne ha collezionati a decine, ma non avevo mai visto niente di simile.   Lo YCI ha riservato ai Mini 650 tutte le sue attenzioni ed è stato fantastico ascoltare due suoi rappresentanti di primissimo rango come gli indimenticati Campioni di Classi Olimpiche e non solo, Chicco Isemburg e Nico Reggio, tradure in inglese e francese, parola per parola, tutte le istruzioni di regata ed il bollettino meteo, al servizio degli armatori stranieri.  Non ho potuto non pensare quando al MiniFastnet ci siamo dovuti aggrappare alla volontaria gentilezza di Annabelle (Onnipresente Segretaria di Classemini France n.d.r.) per cavarne un ragno da spiegazioni ponderose, riguardanti specchi d'acqua non banali. Commovente…

Christophe Julliand vi ha già deliziato con i suoi racconti delle fasi cruciali della regata, vissute in prima persona a bordo di Grampus, pertanto non starò a ripetere le gesta dei protagonisti.
Voglio invece portare la mia testimonianza sulle qualità tecniche dei regatanti e su quale sia ormai il livello del gruppo, grazie agli allenamenti più mirati ed alla quantità di miglia totalizzate.

Godo di un punto di vista privilegiato, in quanto sono imbarcato sul vecchio Proto di Gianluca Gelmini Exing99 - Sanyleg.
In avvicinamento alle Bocche non siamo messi male ed il nostro mostruoso spi grande, supportato da una randa in perfetto stile "anni 90" cioè mostruosa anch'essa, imprime al Mini che fu del grande Roberto Varinelli un passo invidiabile nell'ovest nascente.
Riusciamo ad allungarci pian piano da una compagnia che ci lusinga: BPI di Moresino-Ravazzolo, il D2 di Rottée, Il P3 Pegaso, il TipTop croato, e, appena più indietro, la Tortuga di Iacopini.
Guida il nostro gruppo, per ora ben avanti, il P2 Penelope, con Grassi-Rossi.
Le miglia scorrono, il vento, come prevedibile nell'imbuto, aumenta e, all'altezza dei Monaci decidiamo per la prima stramba.
Per me e Gianluca è un fondamentale non sperimentatissimo ma, adeguatamente preparata, viene bene. Capiamo subito che non può essere il bordo buono per uscire da Boa Lavezzi ed infatti ne concateniamo una seconda qualche miglio dopo. Fiuuuu... buona anche questa ma abbiamo a riva una cattedrale e la prima mano alla randa si impone.
Non abbiamo strumentazione del vento (all'antica eh?) ma si capisce che inizia il rock&roll.
Dopo il terzo cambio di mura il vento, incredibilmente cala, ridiamo tela e verifichiamo quanto abbia perso Penelope rimanendo ancora più di noi a sud.
Più a terra invece... Porca miseria come filano! BPI sembra proiettato in un film di Ridolini da tanto corre veloce rispetto alla costa, che sta veramente pelando, ed anche gli altri già citati ci stanno recuperando un bel pò in un flusso che intuiamo più forte.
Non ce la sentiamo di tuffarci in un duello di strambe col nostro Clipper, serrando anche noi a sx. Siamo ormai mura a dx con la prua su Razzoli, poco dietro Penelope che ha assunto la nostra stessa rotta.

E gira a SW! Caspita… ora per quelli in costa sono cavoli! Dovranno stringere un bel pò per doppiare la boa sud Lavezzi, in un vento che, ora si, ha ripreso ad aumentare, anche se il windex in testa non ci dice di quanto...
Non so come fanno ma stringono, stringono. Sfiorano Cap Feno, è un'illusione ottica naturalmente, ma li vedo contro Pertusato, scorrono veloci lungo Lavezzi e direi che ormai ci hanno ripreso e superato... ma la boa come la girano… che è ancora più a sud?
E rinforza ancora. Ormai siamo in acque ristrette, Razzoli non è più avanti che 2 miglia, un soffio a queste velocità, non c'è più tempo di ridurre tela e tanto vale farsi sparare come turaccioli fuori dalle bocche... solo che il vento si è rimesso in asse ed è impossibile lasciare Razzoli sulla dx senza... strambare!
A questo punto siamo tutti nello spazio di mezzo miglio ed inizia una scolastica e collettiva dimostrazione di bravura velica e marinaresca della quale non avrei mai potuto godere se non trovandomi "qui ed ora"!

Nel giro di un uno-due miglia avviene che:
BPI: ammaina spi grande, issa frullino, con questo stringe al parossismo per doppiare la boa, stramba, issa medio e fila via.
Penelope: straorza mostruosa poco prima di Razzoli, neanche il tempo di rivederli dritti... che sono già sulle altre mura dopo una stramba perfetta.
Pegaso di Pendibene-Valsecchi: Ammainata spi grande, issata Code 5 stretto al massimo per doppiare la boa, stramba ed issata fulminea del medio.
El Nono di Rottée: ammainata del grande, issata Code 0 per stringere sulla boa, stramba e, bontà loro, issata del medio con qualche minuto di ritardo perchè una scotta aveva fatto un giro strano.
Croati e Tortuga: Sono un miglio dietro di noi. Passano in centro anche loro e strambano col grande senza fare una piega. Andrea mi dirà che girava sempre oltre i 25...

E noi? Mi spiace ma di strambare la cattedrale non ce la sentiamo: ammainata, stramba e, dopo 10 minuti per riorganizzare menti e barca, diamo una mano ed issiamo il medio, con tempi da esseri umani.
Capita l'antifona? Chiaro che in futuro converrà a tutti organizzarsi per coordinare uscite in gruppo oppure in un vero centro di allenamento.


Se finora il calendario delle regate italiane si è dipanato su rotte e grazie ad organizzazioni mediamente già ben rodate da adesso in avanti cominciano le novità assolute.
Dopo la Sicilia nel 2014, si è deciso di dilatare i confini delle nostre regate fino alla Sardegna, con l'imminente Cap Cagliari Offhore Regatta e la Mini Round Sardinia Race.
Non è stata una scommessa facile ma siamo sicuri che l'ospitalità isolana ed il vento profumato che hanno solo da quelle parti lasceranno un'impronta indelebile nei ricordi e nelle esperienze di chi vi parteciperà.
Ammettiamo di non avere ancora le idee chiarissime sul numero di partecipanti e sul format (solo o double) che verrà scelto da molti di loro nella prima regata.
Crediamo che si supereranno di non poco le 10 unità e che si farà un passo avanti rispetto ai 9 partenti della TransThyrrenum.
La bella notizia è che saranno al via tutti i nostri quattro uomini di punta per la Transat.
Zambelli, Fornaro, Pendibene e, crediamo, Bona hanno fatto la bella scelta di rodare nel vento di Sardegna le loro barche, prima di intingerle in Atlantico. Grazie per lo spettacolo che ci darete...
Buon vento ragazzi e buon lavoro a Christophe nel cantarci le vostre gesta.


Se al GPI le piatte ed i rinforzi di vento si sono alternati a capriccio, alla Select di Pornichet, come spesso capita da quelle parti in questa stagione, non hanno mai tolto la cerata.
Un est di 25 quasi fissi, sfruttato in gran parte al traverso ha impresso alla gara velocità supersoniche e Beaudart non avrebbe potuto augurarsi di meglio per fare il polverone sul suo Magnum-bis e relegare , tanto per dire, il terzo arrivato a circa tre ore… un'abisso.
Nei Serie sono ormai due anni che Le Turquais porta il suo Argo ai primi due posti fissi, alternandosi col Nacira di Cloarec. E così è stato anche alla LBS ed alla Select, col Nacira di Girod a fare da valletta entrambe le volte.
Ricordiamo che il biondino di Ginevra, del team della Mettreaux, l'anno scorso nella stessa Select si era incagliato appena tagliato il traguardo... ha imparato la lezione!
I primi due esprimono una regolarità mostruosa ai massimi livelli.Sarebbe davvero interessante sapere come si allenano.
Di sicuro Damien viene dai Figarò e Tanguy è stato ad un passo dal correrci e lo farà il prossimo anno, quindi la cornice è quella della massima professionalità, alla Pedote per intenderci.

Speriamo che Ofcet e P3 passino tra i Serie quanto prima!
Cominciamo ad essere stanchi di dovere commentare ogni classifica rimarcando di quanto siano stati veloci questi falsi Proto ed interpolando classifiche virtuali.
Sì... anche stavolta l'Ofcet di Lipinski avrebbe vinto a mani basse, superando di poco un P3 e lasciando Tanguy (senza pilota ad onor del vero) a quasi tre ore.
Vero però che assistiamo alla scena di un secondo Ofcet e P3 intruppati nel gruppone degli altri Serie, come dire che il manico conta sempre…

Ed il Circo si sposta a La Trinitè per la Mini en May che si dipana in difficili 500 miglia, in pratica, assommando i percorsi del Map e della Select, da bere tutti in un fiato.
L'anno scorso Andrea Fornaro vi aveva fatto un esordio coi fiocchi, mettendo sul tavolo un quinto posto che, per un debuttante en solo in Atlantico, aveva destato l'attenzione di tutti.
Quest'anno pare che non partano italiani...
ed allora faremo il tifo per Pierre Marie Bazin, il vincitore del GPI su 709. 

(da www.classemini.it di S. Paltrinieri)

 

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