sabato 28 settembre 2013

Green Boat Design: presentato a Trieste il prototipo di barca ecologica in basalto e fibre di lino che abbatte drasticamente consumi ed emissioni di CO2


Nautica sempre più verde. E’ questa la rotta di un settore che sta recuperando competitività grazie alla ricerca e all’innovazione. Da un lato il problema dello smaltimento delle imbarcazioni a fine vita richiede un maggiore utilizzo di prodotti “green” a bordo, dall’altro normative internazionali sempre più stringenti imporranno a breve un aumento dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni nocive e della  CO2 in atmosfera. Una sfida cui risponde Green Boat Design, il progetto di ricerca industriale che ha realizzato un prototipo eco-compatibile di imbarcazione da diporto a motore, cofinanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.


Partner del progetto sono Seaway Technologies srl (capofila), Alto Adriatico Tecnologia e Sviluppo srl, Centro Ricerche Plast-Optica spa, Consorzio per l’AREA di Ricerca di Trieste, Università di Trieste, SISSA e Consorzio per l’Alta Ricerca Navale RINAVE.

Green Boat è un’imbarcazione  di 40 piedi a propulsione ibrida diesel-elettrica, dotata di celle fotovoltaiche integrate, illuminazione LED chip on board a fosfori remoti e gestione  integrata dell’energia. La sua carena è ottimizzata per offrire una  minima resistenza all’acqua. Basalto e lino, materiali di origine naturale utilizzati per scafo e tuga, costituiscono il 44% in peso dell’imbarcazione. La loro presenza consente non solo di diminuire l’impatto ambientale, ma anche di ridurre le vibrazioni a bordo, migliorare la resistenza meccanica e al fuoco. Il sistema innovativo di illuminazione permette di gestire l’intensità luminosa e la temperatura di colore, aumentando il comfort e riducendo i consumi energetici del 75% rispetto ai comuni faretti alogeni.

I vantaggi che derivano dall’insieme di tutte queste innovazioni sono considerevoli anche in termini di fabbisogno energetico ed emissioni,  con un taglio del 40%  nel consumo di carburante in propulsione diesel alla velocità di 7 nodi e il conseguente abbattimento del  40% di CO2.  Inoltre, la propulsione elettrica consente di azzerare le emissioni in porto e il sistema degli accumulatori alimentati anche dai pannelli fotovoltaici assicura all’imbarcazione 10 ore e 50 miglia di autonomia di navigazione alla velocità di 3 nodi.  Gli accumulatori utilizzano litio-polimeri in sostituzione del tradizionale piombo, aumentando da 300 a 1400 i cicli di ricarica effettuabili.

Il bello è che tutta questa innovazione, se prodotta in serie, non incide sul costo dell’imbarcazione, di fatto comparabile con i modelli presenti sul mercato.

Nessun commento: