martedì 25 ottobre 2011

Laser SB3 - Lo Yacht Club Padova alla Volvo Cup di Alghero


Il nostro equipaggio, costituito ex novo per l’occasione, ha affrontato per la prima volta una classe impegnativa incontrando non pochi ostacoli in una stagione tutta in salita. Ma si sa che solo chi si mette in gioco, oltre ad esporsi a critiche e giudizi, “rischia” ogni tanto di raccogliere dei frutti. Quindi benvenga un pò di audacia e di coraggio che possa essere da stimolo a chi sta pensando di intraprendere un’iniziativa simile, che nonostante le oggettive difficoltà e i tanti scarifici, sa regalare belle soddisfazioni. Quando abbiamo deciso di lanciarci questa avventura sapevamo cosa ci aspettava: una classe competitiva, un livello notevolmente cresciuto rispetto agli anni passati con avversari di caratura internazionale, basta dare uno sguardo ai concorrenti presenti all’ultima tappa di Alghero per averne una conferma: Chicco Fonda (che ha vinto), Pietro D'Alì (Coppa America, Olimpiade e Giro del Mondo), Giulia Conti (olimpica a Weymouth 2012), Roberto Benamati (Campione del mondo in classe Star), Andrea Casale (Campione del Mondo J24) Branco Bercin, Ganga Bruni (Coppa America su +39 e team Azzurra TP52).
E’ difficile confrontarsi con chi va in barca per mestiere e trascorre in acqua gran parte dell’anno, ma abbiamo deciso di farlo ugualmente, con un pizzico di incoscienza, senza la quale non si affrontano le sfide nella vita. La barca ci ha impressionato per le sue doti: resistente, divertente, semplice, facile da armare e da trasportare, aspetto quest’ultimo importante per raggiungere in modo rapido ed economico le località delle regate. La monotipia è pura, barche uguali e vele prodotte con identico taglio e materiale per tutti gli equipaggi dalla stessa veleria. Si regata con arie leggere o con 25 nodi senza alcun problema. In più i costi per partecipare all’intera stagione sono “umani”.

Abbiamo deciso di costituire un equipaggio tutto padovano, formato da soci Yacht Club Padova. Scelta atipica per gli standard della classe, ma dettata dalla volontà di assecondare la nostra passione per la vela e per lo sport e dalla voglia di costruire autonomamente un percorso, ben sapendo di imboccare una strada lunga ed impervia. L’impegno principale è stato quello relativo al tempo da dedicare al progetto. E’ necessario raggiungere la località dell’evento almeno 2 giorni prima, preparare accuratamente la barca, uscire, testare il campo e calarsi progressivamente nel clima della competizione, non a caso il mercoledì molti equipaggi sono già presenti in banchina a fronte delle regate del sabato e domenica. In secondo luogo è difficile allenarsi se non nei giorni precedenti le gare. La barca è in giro per l’Italia (al momento è in Sardegna) e normalmente rimane “posteggiata” in banchina fino alla successiva regata. Sarebbe complicato riportala ogni volta a Chioggia e soprattutto poco conveniente allenarsi con condizioni di vento quasi sempre inadeguate.

Nonostante queste difficoltà abbiamo programmato una stagione completa, partecipando a tutte le tappe del circuito Volvo Cup. Obiettivo primario: apprendistato e progressivo miglioramento. Quest’anno gli appuntamenti erano sei, due per ogni località, a Numana, Riva del Garda ed Alghero. L’inizio è stato particolarmente complicato, la nostra barca ha subìto un grosso ritardo nella consegna ed è stata provvisoriamente sostituita da un’altra avuta in prestito d’uso prima della tappa iniziale a Numana. Poco tempo quindi per provare e testare regolazioni e manovre. Abbiamo comunque ingranato la marcia e ci siamo presentati puntuali sulla linea di partenza. La barca nuova è stata impiegata la prima volta in luglio e da quel momento la preparazione del mezzo è diventata più scientifica e produttiva. Siamo cresciuti nell’approccio alla competizione, nel metodo di analisi delle regate, nell’individuazione dei problemi e nella ricerca delle soluzioni. Abbiamo recuperato dati sufficienti per un database di informazioni che inizia acquisire un minimo di spessore. Le ultime due tappe di Alghero sono state le più importanti in termini di esperienza. Qui abbiamo cominciato a raccogliere qualche piccola soddisfazione, peccato per l’assenza del nostro prodiere al Campionato Italiano (mannaggia a te Giovanni!) che ci ha privato di un pò di affiatamento in manovra vanificando dei giri di boa di bolina spesso nella prima metà del gruppo.

Mi preme ringraziare i miei compagni di equipaggio con i quali ho condiviso l’esperienza di quest’anno: Massimo Dainese che definirei “la forza bruta”, dopo averlo visto tirare fuori dall’acqua 50 mq di gennaker con la drizza, roba da far venire giù l’albero… e Giovanni Dal Negro “ordine e metodo” quando ripone il gennaker dopo l’ammainata è piegato meglio di una camicia uscita dalla stireria… In barca abbiamo avuto qualche “confronto acceso” e qualche volta ci siamo mandati al caldo, ma posso dire che abbiamo imparato a conoscerci, creando un progressivo affiatamento che ha dato vita ad un’amicizia a bordo e fuori.

Ormai il 2011 volge al termine, ma siamo pronti e motivati per preparare la prossima stagione, nella quale ci auguriamo di capitalizzare un pò dell’esperienza fatta quest’anno. La determinazione e la caparbietà non ci mancano, vedremo se ci consentiranno di regalare qualche piccola soddisfazione al Club, a noi stessi e soprattutto alla nostra prima tifosa che nascerà fra poche settimane e che già ora quando appoggio l’orecchio al pancione sembra sussurrare con una vocina leggera leggera: forza papà!!!
(da www.yachtclubpadova.org di Alessandro Bagante)

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