lunedì 15 febbraio 2010

Vela - I DINGHISTI RACCONTANO: ...... purchè sia legno !



Volavano come farfalle gli allievi di Livorno e gli ufficiali della Regia Marina di Taranto, quando erano al timone di ‘acherontya’, di ‘papilia’, di ‘vanessa’, sfottevano il collega che timonava la tartaruga ‘emydia’, o invidiavano chi riusciva a saltare a bordo per primo sul ‘syrmatia’ dalla lunga coda di fagiano!
Erano i dinghy I-133 fino a I-136 , I-145 del CREM a Pola, I.-240 a I.-245 a Livorno.
A Trieste l’Opera Nazionale Balilla allenava i ragazzi su I-108 e I-109.
Quando? Nel 1933, vedi caso l’anno del decennale della fondazione dei fasci!
Ai primordi circolava il ‘pierino’ I.-1 di Reggio, ma qualche anno più tardi (1934) il Duca di Genova Filiberto di Savoia (ammiraglio e appassionato della vita sul mare) si divertiva su ‘Perchèno’ (I-81) .
Ancora ? Nel 1935 la Regia Aeronautica di Caserta mette in acqua I-302 e I-303, la Regia Marina insiste con I-406 fino a I-546 (vuol dire che le farfalle erano andate bene?); siamo in guerra ormai quando vengono ancora varati I-563 fino a I-570 e poi, nel ’43, in pieno conflitto, I-584 fino a I-587.
La guerra finisce, e nel ’52 è ancora l’Accademia Aeronautica a fornirsi di cinque barche, da I-748 a I-752, del cantiere Mostes, allora a Recco.
Il Dinghy I-877 figura di proprietà Tancredi Pasero: non ho riscontri certi ma viene tanto voglia di credere che si trattasse del famoso basso e che nei momenti di assenza dalle scene si riposasse bordeggiando su una barca dal nome di qualche protagonista d’opera, chissà ‘rosina’ , o ‘sarastro’? Ricordo il generale Pittaluga di Recco, che in età proibitiva entrava in acqua fino al ginocchio per avviare la sua ‘balena gianca’ (I-1161) nel trofeo di Natale nel Tigullio.
A cercare negli annuari............. Ma di cosa ho scritto fin qui?
Ma del nostro dinghy di legno! e che Dio mi perdoni se ho peccato, perché sì ho peccato: quando, in un anno ormai lontano, una certa assemblea di classe incaricò tre soci (Gozzi, Patrone, Gotuzzo) di redigere la prima bozza di regolamento di classe che prevedesse anche costruzioni in vetroresina; io mi inchinai al volere dei più, sottoscrissi, e presentammo quel documento che permise agli ‘infedeli’ di ‘infiltrarsi’. Il rimorso mi perseguita, credetemi.
Ma il riscatto è qui davanti a tutti, il “Registro” è vivo e in buone mani, le barche e i timonieri di legno sempre in crescita . Dai miei 86 e passa auguro tanti figli maschi.
Ragazzi di legno, non dico affondatelo, ma almeno guardatelo con discreta signorilità, quando
incrociate un infedele!
Silvio Gotuzzo (socio co-fondatore dell’AICD)
P.S. Naturalmente ho scherzato sugli infedeli: è grazie alla lungimiranza di quella lontana assemblea, ai cantieri, e ai nuovi armatori, se la Classe è oggi agli onori di un livello non solo quantitativo ma di così alta qualità.

Nessun commento: