mercoledì 16 settembre 2009

Diario Di Bordo - Transat 6.50 secondo giorno


Ci piacerebbe trasmettervi tutte le sensazioni e le emozioni che abbiamo vissuto nei due giorni precedenti la partenza della Transat 650 ed assistendo alle prime miglia del cimento... impossibile...La fantasmagoria dei colori che animava i pontoni, la bellezza delle barche, la luce negli occhi degli skipper, le vibrazioni da evento supremo che si percepivano ad ogni piè sospinto... no, non ne ho il tempo e le capacità.La prossima volta veniteci di persona e capirete quello che voglio significare.
Annoto che:gli skipper più preparati e che, salvo eccezioni, ritroveremo nei primi posti della classifica erano quelli che non si vedevano mai in banchina, con le barche già perfettamente a punto da settimane e non più bisognose di adattamenti affannosi.Otto Italiani ed un Ticinese in banchina sono una fonte inesauribile di soddisfazioni, di possibilità di intrecciare nuovi rapporti e confezionare splendidi ricordi da condividere con amici e Shore Team.Le Transat avranno vita lunga: era facile riconoscere tra i turisti per caso, dall'espressione sognante, volitiva e concentrata i lupi affamati di conoscenze che prenderanno il via nelle prossime edizioni.
Ora l'Atlantico sta mettendo le cose a posto ma l'organizazione ce l'aveva messa tutta per falsare la regata, creando handicap intollerabili ed ingiusti, confezionando un percorso di disimpegno di difficile interpretazione.Se a sbagliare sono amatori evoluti passi... ma se lo svarione coinvolge califfi espertissimi come Rolland, Ruyant, Aubrun, Delesne, Bond significa che qualcosa di poco chiaro c'era.Partire all'inseguimento di puntini piccolissimi già lontani all'orizzonte deve essere devastante per il morale, soprattutto per chi matura ambizioni di classifica e sa che guadagnare solo dieci metri ad avversari forti e motivatissimi è difficile.Il precedente della Vendée,vinta da Mich Desj, partito 36 ore dopo gli altri, avrà di certo aiutato il folto e gallonato gruppo di ritardatari a trovare dentro di sè le migliori risorse.
Il NE ha subito imposto una regata di forza: nessun bordeggio da fraseggiare tatticamente ma spi da portare al limite, non ancora ben marinizzati, in un difficilissimo gioco per temperamenti forti.Quando viaggi a dieci di media le miglia scorrono rapide ma la vita a bordo è da prima linea.Modulare la velatura in funzione del riposo e della sicurezza è esercizio di somma abilità. Non puoi tirare fino ad esaurirti ma sai che se passi dal grande al medio o dal medio al piccolo puoi perdere anche due nodi di media e non hai dubbi sul fatto che qualcun altro, in qualche parte del Biscaglia, non lo farà...
A questo gioco al massacro Ruyant ha rifulso tagliando nella prima notte il gruppo come una lama di coltello. Ora ha trovato pane per i suoi denti e Shipman non ha la minima voglia di farsi passare sulle orecchie il Finot del biondino.Delesne conferma i pronostici con un bel terzo posto e Caracci ha superato la barca gemella di 431, attestandosi ad un bel sesto, che può fare da trampolino per qualsiasi risultato.
Ci paiono sottorange Reichers e Picault di 198 e fa rabbia vedere un talento come Marin agitarsi sul nuovo Teixido ben oltre la metà gruppo.
Nei Serie la nouvelle vague è già stata dimezzata: Rogues ha "cioccato" poco dopo il via e Beaudart si sta dirigendo in Spagna per riparazioni.Se mettiamo nel conto che Sellier ha già un timone rotto....
Confermato che Riccardo è un talento assoluto, secondo me la novità più grossa ,e non solo dalla visuale nazionale, è Del Zozzo.Quest'anno ha corso solo la Pornichet, non si è affacciato mai, dico mai, al novero dei primi, ed anche dei secondi, della Classe, ed ora non schioda dai primi dieci.Del resto già le sue prime miglia corse con spi massimo avevano fatto sperare qualcosa del genere... Evidentemente il corso invernale gli ha fatto un gran bene!Pedote si sta producendo in una bella rimonta, sì da portare a tre il numero di connazionali nei primi 13 Serie. daì ..mica male!
Mura e Gesi hanno innestato una marcia regolare, che ci pare però un poco al di sotto del loro ritmo naturale. Speriamo che si tratti solo di oculata gestione dello sforzo e non di qualche noia a bordo...
Intanto Sanchiz Mari è ripartito con più di dieci ore di ritardo e, filando veramente come un aereoplano, sta già raccogliendo le ultime barche del gruppo. Se andrà avanti così mi sa che lamenterà il più grande rimpianto della sua vita...

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