mercoledì 25 giugno 2008

VITTORIO MALINGRI A SENIGALLIA


Ieri sera alle 21;00 presso la sede della Lega Navale Italiana sezione di Senigallia i soci del sodalizio hanno dato un caloroso benvenuto al grandissimo navigatore solitario a vela Vittorio Malingri reduce dalla traversata dell’Oceano Atlantico da Dakar a Guadalupa (2545 mgl in poco più di 13 giorni) di cui, ora, è il detentore ufficiale del record per la classe dei catamarani da sei metri non cabinati. Era presente in prima fila l’Assessore al Turismo, Sport ed Edilizia sig. Gennaro Campanile che lo ha salutato amichevolmente e si è complimentato per il successo dell’impresa sportiva che tiene alto il profilo della vela oceanica italiana. Confesso di essere un “fan” della “tribù” Malingri dalla fine degli anni ottanta ma non avevo mai avuto occasione di conoscere Vittorio così da vicino sebbene già un’altra volta gli avessi stretto la mano (stretta forte e asciutta, mano e braccio ben robusti).
Conoscevo già i dettagli tecnici dell’impresa ma ignoravo l’aspetto umano: grave mancanza perché l’uomo è dotato di una grande carica ( che sa trasmettere alla platea), di simpatia e di autoironia (non poche le battute che hanno provocato l’ilarità del pubblico). Ci ha raccontato di come l’idea gli “frullasse” in testa da alcuni anni e di come si sia fatto ispirare dai polinesiani che sui loro multiscafi piccoli, bassi sull’acqua e apparentemente fragili colonizzarono l’intero Pacifico migliaia di anni fa. Come loro ha scelto una rotta tropicale restando ad una latitudine in cui non passano i cicloni e le temperature sono miti visto che, dovendo restare allo scoperto per tutto il tempo, era necessario assicurarsi condizioni di buona vivibilità generale. Quasi nulla è stato lasciato al caso; la barca è stata ripetutamente provata in mare per testarne le prestazioni veliche ed anche il livello di sicurezza in caso di ribaltamento. Poi sono state tarate le modifiche del caso tra cui, fondamentale, una lunga asta che in caso di rovesciamento consente al navigatore solitario di fare una leva maggiore con il peso del proprio corpo e, quindi, di raddrizzare la barca. Ci ha confessato candidamente di aver avuto tanta paura la prima volta che, anche se solo in fase di prova, il catamarano si è ribaltato …… ma solo l’esperienza ripetuta di questi pericoli l’avrebbe reso più consapevole e prudente. Eh si perché stiamo parlando di un grande professionista della vela in solitario mica di uno scriteriato in cerca di guai; per esempio: durante tutto il tempo è stato sempre legato “corto” alla barca con una cima di sicurezza; ogni manovra complicata è stata eseguita fermando prima la barca controvento; un circuito di corde collegato ai timoni cingeva tutto il perimetro dello scafo in modo che da quasi ogni punto della stessa lo skipper potesse aggiustare la rotta; per dormire (circa due ore ogni dodici) la randa veniva ridotta molto abbondantemente ecc. ecc. Nonostante tutto ciò ha “scuffiato” in pieno Oceano Atlantico perché si era rilassato un momento ed una stupida raffica l’aveva sorpreso!
La sua è la filosofia di chi con intelligenza e passione ha costruito una brillante carriera partendo dai sogni di un ragazzo che inizia ad andare in barca a vela a 7 anni e già a sedici parte con la famiglia per il giro del mondo: il suo motto “MI STO SALVANDO LA VITA!”. Esilarante la sua battuta per farci capire la pericolosità anche solo dei branchi di pesci: CENTINAIA DI TONNI GRANDI COME MAIALI! Alludendo al record detenuto dal duo francese sulla stessa rotta (un paio di giorni in meno) ha paradossalmente riconosciuto di essere stato “battuto” dal vento troppo “favorevole” che lo ha obbligato ad andature in poppa che, contrariamente a quanto si crede, sono piuttosto lente.
Un’ultima annotazione sul piano umano (i dettagli tecnici di vela me lo potete chiedere inviandomi una mail): durante l’impresa sul suo sito ( www.vittoriomalingri.it ) ha ricevuto tante migliaia di messaggi che ha potuto ricavarsi tutte le mail dei suoi vecchi amici d’infanzia scuole elementari incluse. Non l’ha detto ma l’ho letto nei suoi occhi: solo per questo valeva la pena di farlo!! La serata si è conclusa con la consegna di una targa ricordo della Lega Navale Italiana ed un'appetitoso spuntino offerto da uno sponsor locale.

TO BE CONTINUED …………………….

5 commenti:

Matteo Rinaldi ha detto...

Bel racconto, Skipper. Complimenti.
Chissà se è vero che ha fatto tutta la traversata sempre legato alla barca con una cima di sicurezza.
Perché mi sa che questi fenomeni un po' pazzi lo sono per davvero. Capaci di tenersi con una mano e neanche quella.
Dure ore di sonno ogni dodici. Neanche quando hai un neonato in casa arrivi a questi livelli.
PS
E quelli che considerano le barche sotto i quindici metri dei giocattoli cosa diranno mai?

Andrea Messersì ha detto...

matteo credimi è stato sempre legato eccome!
Nessuna pazzia è sano come un pesce, lucido e sa ragionare anche in termini economici, del resto è milanese ...
per il controllo del ritmo sonno/veglia lui è un veterano ... vari giri del mondo alle spalle ....
eh si magari per qualcuno le barche sotto i 15 metri sono giocattoli ma io rimango dell'idea che quello che conta è la difficoltà della navigazione!

grazie per il commento!
a proposito hai letto la mia risposta su velablog al tuo commento (sempre di risposta) alle mie osservazioni sul corriere della sera?
fammi sapere ...

saluti
skipper

Edo Passarella ha detto...

Grande Vittorio. Ho seguito la sua impresa tramite il suo sito e le email scambiate con Valentina, la sua compagna. Un matto pieno di cervello, e velista doc.

Andrea Messersì ha detto...

x EDO: secondo me Vittorio è uno dei più grandi velisti solitari attualmente in circolazione (sul pianeta) ....
a questo livello credo che siano poche decine in tutto ...

saluti
skipper

Edo Passarella ha detto...

Concordo Skip.