mercoledì 21 gennaio 2015

Team SCA alla Volvo Ocean Race - Giorno 17: Tutto tranne i pinguini


Quando i pinguini sono nel periodo del corteggiamento offrono un sassolino alla loro potenziale partner – questo è tutto ciò che so a proposito di questi animali e, apparentemente, è un qualcosa di dominio comune in quanto le ragazze non sembravano affatto impressionate quando l'ho raccontato a bordo. Oggi è il giorno del Pinguino, e vi dirò una cosa: non vedremo nessun pinguino nel corso della giornata, e, se lo facessimo, vorrebbe dire che saremmo nei guai seri (vedi problemi di rotta). 
 
Tuttavia, oggi probabilmente vedremo qualunque cosa conosciuta all'uomo mentre navigheremo attraverso lo stretto di Malacca.Finora, risalendo lo Stretto, abbiamo visto bottiglie di plastica, polistirolo, tavole di legno, scarpe e rami – praticamente di tutto, incluso un lavandino da cucina! I rami sono progressivamente aumentati di dimensioni ed ora ci aspettiamo di incrociare alberi interi!L'inquinamento in questa zona dell'oceano è qualcosa di surreale e tragico, e noi incappiamo costantemente in detriti che si agganciano alla chiglia o al timone. In questi casi utilizziamo alcune tecniche per liberarci.

Per prima cosa possiamo effettuare una inversione di marcia; ciò significa ammainare la vela di prua, portare la randa a centro barca e girarci di 180 gradi – la speranza è che i rami di palma o il sacco di riso agganciati scivolino via con facilità. Stamattina abbiamo eseguito questa manovra poco dopo il sorgere del sole e ci abbiamo impiegato circa sette minuti.Se abbiamo alghe incastrate nel timone, aiutiamo un membro dell'equipaggio a sporgersi con il mezzo marinaio. La persona, mentre qualcun altro le tiene i piedi, si sporge per tre quarti del proprio corpo fuoribordo ed usa il mezzo marinaio per togliere le alghe e ripulire il timone.Infine, l'ipotesi peggiore consiste nell'avere qualcosa incastrato sotto la chiglia: in questo caso è necessario mandare qualcuno completamente fuoribordo. 

Questa è naturalmente la soluzione estrema perché implica il doversi fermare del tutto, perdendo miglia, per un periodo di tempo abbastanza lungo.Abby Ehler e Stacey Jackson sono le due nuotatrici di bordo. Se necessario stanno in acqua attaccate alla barca con una cima, indossando pinne e maschera da immersione e, usando un coltello affilato, tagliano quello che si è attorcigliato attorno alla chiglia, liberandola."Se non riusciamo a liberare la chiglia con la manovra di inversione allora dobbiamo entrare in acqua e togliere manualmente quello che si è attorcigliato sulla chiglia o sui timoni," ha raccontato Abby. "Questa probabilmente non è la tappa migliore per essere la nuotatrice di turno. 

Siamo da poco entrate nello Stretto di Malacca e abbiamo già iniziato a vedere molta spazzatura galleggiare. La qualità dell'acqua, come potete capire, non è il massimo. Anche dai racconti di altre regate svoltesi qui emerge che in questa parte del mondo il mare è pieno di immondizia. Perciò non è che io proprio non veda l'ora di tuffarmi. Incrociamo le dita affinchè riusciamo a scamparla!"Perciò oggi, mentre continuiamo a navigare lungo lo Stretto di Malacca, e vediamo la lingua d'acqua restringersi progressivamente, tutte noi scrutiamo con attenzione la zona intorno alla barca.

L'ultima cosa che vogliamo è perdere miglia e tempo preziosi per togliere qualcosa da sotto la chiglia o i timoni. Incrociamo le dita affinchè non ci capiti niente di tutto questo e anche affinchè non incontriamo pinguini!(teamsca.com)

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