Mancano meno di 1.500
miglia al traguardo di Sanya, ma la terza tappa della Volvo Ocean Race
pare tutto tranne che decisa. Malgrado un vantaggio intorno alle 80
miglia i franco/cinesi di Dongfeng Race Team non possono dire di avere
in tasca una storica vittoria per la Cina, gli inseguitori non possono
dirsi fuori dai giochi alla rincorsa e tutto a causa dello Stretto di
Malacca, dove la flotta è entrata ieri e dove si cominciano a vedere gli
effetti di una navigazione e di una strategia tutt'altro che semplici.
Malacca non solo è uno dei canali con il maggior
traffico mercantile al mondo, ma è anche un tratto di mare dove la meteo
è variabile e capricciosa con venti instabili, che potrebbero
“bruciare” un margine anche consistente in poche ore. Nelle ultime ore,
infatti, la velocità del battistrada si è ridotta drasticamente e gli
inseguitori si sono fatti sotto. Una pressione nervosa che certo si fa
sentire a bordo dello scafo franco/cinese. Charles Caudrelier, skipper
di Dongfeng non da certo nulla per scontato e afferma. “Ovviamente
siamo contenti, ormai siamo in testa da 13 giorni, ma siamo anche molto
tesi. Sogniamo di vincere, ma cerchiamo di non pensare troppo al fatto
di poter arrivare per primi “a casa”. Questo passaggio dello stretto ci
preoccupa, e la tappa non ci sono dubbio che si deciderà proprio qui.”
Intanto alle spalle della barca rossa con bandiera
cinese, si assiste a una lotta serratissima per le posizioni di
rincalzo, ma anche per la rincorsa ai vertici e per la classifica
generale. Nelle ultime ore, infatti si sono viste mosse tattiche
interessanti che hanno rimescolato la graduatoria provvisoria. Una fra
tutte la scelta di Team Alvimedica, con l'italiano Alberto Bolzan, che
nell'approccio allo stretto si era tenuto più a sud degli avversari e
che grazie a un salto di vento è riuscito a recuperare diverse miglia su
MAPFRE, Abu Dhabi Ocean Racing e Team Brunel. Dopo aver passato il
waypoint di Pulau Weh ieri pomeriggio, e mentre il resto della flotta
puntava verso nord-est, Alvimedica era il team più a est e il primo a
decidere di virare, mettendo la prua a sud-est, manovra che a consentito
al giovane equipaggio di risalire fino alla seconda piazza.
L'onboard reporter di Team Alvimedica, nel suo blog odierno ha commentato:
“Sembra abbastanza ironico che nel primo giorno nello stretto di
Malacca e della frenesia da AIS, noi abbiamo scelto una opzione non
convenzionale separandoci dalla flotta e non abbiamo fatto caso agli
schermi degli strumenti. E' stata una combinazione di scelta e anche di
un po' di fortuna, quel salto di vento. Per il momento ci godiamo il
rischio di correre da soli, il potenziale di guadagno è interessante e
ci da forza per continuare a spingere a fondo. Pensiamo di essere veloci
di bolina e speriamo di riuscire ad arrivare a Singapore con la testa
della flotta perché come dice Alberto (Bolzan) le sensazioni sono buone
per il resto della tappa verso nord e verso Sanya.”
La risposta di MAPFRE però non si è fatta attendere e
al rilevamento di metà mattina gli spagnoli avevano ripreso il secondo
posto. Vero è che le quattro barche che inseguono, fatto salvo Team SCA
che si trova una cinquantina di miglia più indietro, sono di nuovo
racchiuse in un raggio di poco più di dodici miglia e continuano a
controllarsi sull'AIS. Le prossime giornate promettono di essere molto
intense dal punto di vista tattico, come ha commentato anche Carlos
Hernández a bordo di MAPFRE: “Siamo entrati in uno dei tratti più
difficili di questa tappa. Dobbiamo passare nel canale e siamo tutti
vicini. Dobbiamo decidere se stare a destra o a sinistra, in funzione
del vento che ci sarà, ma non è facile da capire. C'è molto traffico e
questo non ti permette di navigare bene. Vediamo che succederà, per il
momento siamo secondi, stiamo tutti bene e vogliamo difendere questa
posizione, evitando che qualcuno ci superi.”
Gonzalo Infante, meteorologo della regata, in un
interessante articolo sul sito web dell'evento ha cercato di spiegare
quali possano essere le scelte dei team per navigare nello stretto, di
pianificare una strategia malgrado le condizioni difficili da prevedere.
Infante spiega che la sola parte del canale dove gli equipaggi hanno la
possibilità di opzioni è quella iniziale, più ampia ma che una volta
giunti nella parte più stretta, potrebbe essere la fortuna il fattore
determinante. Inoltre Infante spiega come il vento di monsone abbia la
tendenza ad aumentare e a virare verso est, prima di venire bloccato
dalle alture della Malesia.
Riuscire ad utilizzare questa brezza il più a
lungo possibile è dunque molto importante. Sotto la costa di Sumatra,
il vento è molto instabile e dunque non sembra una scelta positiva
avvicinarvisi, a meno che non si sia alla ricerca di venti termici
locali. Inoltre nel canale è presente una corrente, che va da 1 a 3
nodi, che si muove in direzione nord-ovest ma in maniera non omogenea,
ed è quindi un altra variabile rilevante come lo è la possibilità di
temporali, da tenere sotto osservazione sui radar di bordo. Più avanti,
la flotta dovrà anche rispettare una zona di esclusione dal canale,
creata per evitare le zone dove è più intenso il traffico mercantile.
Le prossime miglia nello Stretto di Malacca saranno,
dunque, intensissime per i 57 velisti della Volvo Ocean Race, e
soprattutto per skipper e navigatori. Secondo le ultime proiezioni, i
leader potrebbero giungere a Sanya martedì 27 gennaio.
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