lunedì 2 marzo 2015

ROMA OCEAN WORLD - Aggiornamento Matteo Miceli - 2015_03_01 ore 19.00 UTC


Matteo dopo circa 133 giorni di navigazione si trova a circa 500 miglia a Sud-est di Rio De Janeiro. La temperatura dell'aria è di circa 25o C e quella dell'acqua è di 26o C. ECO 40 naviga con vento portante e dista soli 6 gradi di latitudine dal Tropico del Capricorno (23° 26′ 14,440"). Il morale è alto e Matteo inizia a pensare a cosa farà al suo rientro in Italia.  Il sistema di allarme AIS messo a punto con Alessandro Romano e Francesco Farina sulla base dei dati rilevati da satellite dalla società EXACTEARTH funziona molto bene. Sostanzialmente il sistema opera nel seguente modo. 
 
La società EXACTEARTH ci aggiorna (gratuitamente grazie mille !!!) circa ogni 10/15 minuti un sito ftp con i dati AIS numerici rilevati da satellite nell' Oceano Atlantico. Il programma messo a punto da Alessandro periodicamente legge in automatico i dati AIS dal sito ftp, e individua tra di essi se ci sono navi in un cerchio di raggio prefissato (stiamo  lavorando con 100 miglia nautiche). Quando il programma individua delle navi, lo stesso programma invia in automatico a Matteo una e-mail che lo avverte della presenza delle navi. 

La e-mail, oltre ad avvertire Matteo con un messaggio di testo, contiene un file leggibile da Smart-Skipper (il programma di navigazione a bordo di ECO 40 scritto da Farina) che consente a Matteo di visualizzare sullo schermo le posizioni delle navi identificate. Il sistema è comodo per Matteo perché è come se potesse disporre di una antenna VHF virtuale molto potente, ed è comodo per noi perché possiamo controllare la "visibilità AIS" di ECO40.

Nei mesi passati Matteo, si è spesso lamentato di alcune persone che lo spronano insistentemente a correre più velocemente. A ragione Matteo sostiene che l'approccio da usare per un giro del mondo è completamente diverso rispetto a quello che caratterizza una regata di altura di poche centinaia di miglia di navigazione. Il primo imperativo per lui è quello di evitare di rompere l'attrezzatura in modo irreparabile perché questo potrebbe comportare non solo il ritiro dall'impresa, ma anche gravi rischi per la sua incolumità. 

Peraltro è molto importante riflettere sul fatto che Matteo, non essendo in regata, non gode di alcuna assistenza, e in particolare di quella costituita dalle altre imbarcazioni come nel caso in cui si partecipi ad una regata. Vi ricordo che la navigatrice solitaria francese Isabelle Autissier, dopo il capovolgimento della sua imbarcazione in Pacifico fu salvata da Giovanni Soldini durante la terza tappa della Around Alone, in una zona praticamente posta al di fuori delle normali rotte commerciali. Se Giovanni non l'avesse salvata, i soccorsi sarebbero stati molto problematici e sicuramente avrebbero richiesto molto più tempo mettendo a repentaglio la vita della velista francese.

Sul tema della velocità delle barche e in particolare di un Class 40, potrebbe stupire vedere che Matteo mantiene medie di velocità dell'ordine dei 7÷8 nodi sulle 24 ore (la media di velocità di Matteo dopo 4 mesi di navigazione è stata complessivamente di 7,2 nodi calcolata rispetto alla distanza effettivamente percorsa), quando le polari di velocità di un Class 40 mostrano ad esempio che con 35 nodi di velocità del vento e con una andatura al lasco la barca potrebbe raggiungere circa 20 nodi di velocità. Quale è la verità? Matteo va lento o le polari di velocità non sono veritiere? 

Se Matteo vada lento o meno lo si può stabilire esclusivamente paragonando la sua velocità media a quella di altri navigatori che hanno realizzato la sua stessa impresa. Invece per quanto riguarda le polari di velocità teoriche che tutti usano per confrontare una barca con l'altra, si può affermare con certezza che non sono assolutamente attendibili e anzi sono di limitato aiuto dal punto di vista pratico ad esempio per ottimizzare la rotta di una barca come ECO40. Infatti le polari teoriche non tengono conto di numerosi fattori, di cui i due più importanti sono costituiti dal moto ondoso e dalla presenza delle raffiche di vento. 

Ci sono inoltre altri fattori molto importanti trascurati dalle polari teoriche, quali ad esempio l'equipaggio, la durata temporale della prestazione velica, le conseguenze di una eventuale rottura dell'attrezzatura che possono spingere ad un comportamento prudente, la necessità di anticipare la riduzione delle vele in previsione di un aumento della velocità del vento, ecc.

Per quanto riguarda il moto ondoso, esso tende ad aumentare di altezza all'aumentare della velocità del vento. Ciò influisce notevolmente in senso negativo sulle prestazioni della barca con le andature strette. Inoltre spesso il vento e le onde non sono tra di loro allineati e pertanto si può avere un bordo meno favorevole rispetto all'altro. Nel caso delle andature portanti, quando le onde sono molto alte, le accelerazioni e le decelerazioni causate dalle onde possono favorire le straorzate o le strapoggiate della barca e pertanto superata una certa altezza delle onde si deve necessariamente ridurre le vele. 

La presenza delle raffiche con vento forte, che come abbiamo visto in questo giro del mondo possono raggiungere e superare il 20% della velocità media del vento, costringe a regolare la superficie velica per una intensità del vento mediamente inferiore rispetto a quella di punta che si verifica sulle raffiche. Anche questo fattore contribuisce ad allontanare le prestazioni della barca da quelle teoriche.

Pertanto le uniche polari di velocità effettivamente utili sono quelle determinate "in campo" analizzando le prestazioni della barca  e i dati meteo registrati da un computer. Questo è quello che abbiamo fatto con ECO40 la quale sarà probabilmente una delle poche barche a vela al mondo che potrà disporre di polari delle velocità espresse anche in funzione delle condizioni di moto ondoso incontrate. 

Ad ulteriore sostegno di quanto sopra affermato, cito il fatto che se fossero veritiere le polari di velocità teoriche, il record sulle 24 ore di un Class 40 potrebbe raggiungere 20 nodi x 24 ore = 480 miglia nautiche perché è statisticamente frequente e quindi molto probabile incontrare in una navigazione oceanica venti di 35 nodi di velocità stabili per 24 ore (Matteo li ha incontrati spesso ovviamente anche superiori).  

Invece il record di velocità di un Class 40 in solitario sulle 24 ore è stato stabilito nell'autunno scorso (2014) durante la regata transatlantica  "Route du Rhum" dal velista della Gaudalupa Nicolas Thomas: il record  è di 326 miglia ad una velocità media di 13,58 nodi quindi molto distante dai 20 nodi previsti dalle polari di velocità. Matteo più volte ha mantenuto sulle 24 ore medie comprese tra 9 e 10 nodi, la media massima tenuta finora da Matteo sulle 24 ore è stata di quasi 10 nodi avendo percorso 236 miglia in 24 ore.

Per rispondere alla domanda se Matteo sta andando veloce o lento, come detto bisogna paragonare le sue velocità medie a quelle di altre barche che hanno compiuto imprese simili. In realtà l'unico Class 40 ad aver compiuto un giro del mondo in solitario è quello del velista Cinese Guo Chuan che è partito e tornato da Qingdao in Cina rispettando le regole del "World Sailing Speed Record Council" impiegando sul giro del mondo 137 giorni e 20 ore. Ovviamente Matteo ci impiegherà di più di Guo Chuan per completare il giro, tuttavia il percorso di Matteo è sostanzialmente diverso da quello del Guo Chan il che rende non facile paragonare le due imprese.

Rimandando i bilanci alla fine dell'impresa di Matteo, mi limito a citare che Matteo ha impiegato per coprire la distanza compresa tra il traverso di Capo di Buona Speranza e il traverso di Punta del Este  in Uruguay circa 74 giorni, tempo comparabile con quello tenuto dai Class 40 condotti in doppio durante l'ultima Global Ocean Race (GOR) del 2011/2012 i quali, a differenza di Matteo, hanno fatto scalo a Cape Town, a Welington e a Punta del Este. 

Tenendo conto che Matteo i suoi scali tecnici li ha fatti in mezzo all'oceano mettendosi alla cappa e che gli scali tecnici di Matteo non prevedono l'interruzione del tempo, come avviene ad esempio per la GOR, ritengo che Matteo stia conducendo ECO 40 ad una velocità media molto buona per una impresa di questo tipo e di sicuro comparabile con quella di altri navigatori oceanici.

Anche per questa sera è tutto
Buon vento a Matteo, e buona domenica a tutti

Paolo De Girolamo

Nessun commento: