Undicesimo giorno di
navigazione, la flotta è ancora divisa in due terzetti, uno più a sud
composto dal leader Team Brunel, da Abu Dhabi Ocean Racing e da Team
Alvimedica e uno più a nord, formato da MAPFRE, Team SCA e Dongfeng Race
Team. Tutti stanno cercando la “porta” di ingresso per la zona delle
calme equatoriali, che si presenta molto estesa e che la sua nota
imprevedibilità potrebbe causare un rimescolamento delle posizioni. Sulle coperte delle sei barche sono ricomparsi i Code
0, le grandi vele leggere. Enormi nuvole, temporali improvvisi e vento
inconstante e ballerino sono diventati la norma. Nelle ultime ore si
sono visti team fare balzi avanti di diverse miglia per avere agganciato
la nuvola giusta, o indietro per essere rimasti intrappolati sotto una
pioggia senza vento.
Lo skipper di Team Brunel Bouwe Bekking racconta così la situazione in Pacifico: “Siamo
così vicini, ma così lontani. Se si guarda la carta si potrebbe pensare
che siamo quasi arrivati in Nuova Zelanda, ma se si guardano le miglia
che mancano, allora si vede una realtà del tutto diversa. Capey (Andrew
Cape il navigatore) le conta in quante Sydney/Hobart ci restano, io
invece preferisco pensare alla rotta da Lanzarote all'Olanda, che
abbiamo fatto un paio di volte l'anno scorso, perchè mi dà un'idea più
precisa di quanti giorni abbiamo ancora davanti. Non mi capita spesso di
pensare quante miglia mancano, ma finora questa tappa ci ha riservato
una navigazione piuttosto noiosa. Ci stiamo avvicinando all'Equatore e
davanti ci sono molte nuvole enormi, il che rende il tutto più
interessante dal punto di vista della strategia sul breve periodo. I
velisti che sono di guardia hanno la massima libertà di affrontare le
formazioni nuvolose, ed è per questo che sulla cartografia da casa
vedete delle notevoli variazioni di dotta. Si tratta di piccoli sistemi
meteo autonomi, cioè che possono provocare un salto di vento anche di
180 gradi. Bisogna aggredirle, oppure il rischio è di finire in una zona
di bonaccia. Proprio ieri notte siamo finiti in uno di queste zone e il
vento è girato tantissimo. In pochi secondi il vento arrivava da una
direzione opposta, la barca si è sdraiata sull'acqua e il Code 0 si è
incastrato dalla parte sbagliata dell'albero. Quelli che erano fuori
turno sono corsi in coperta, sentendo che c'era qualcosa che non andava.
Dopo pochi secondi tutto è tornato sotto controllo, abbiamo continuato
sulla stessa rotta, ma con mura opposte! Addio noia!”
In questo tipo di situazione, complessa e
imprevedibile, i velisti devono stare sempre all'erta ed essere pronti a
tutto, perché una vela sbagliata o troppo grande, potrebbe causare
danni oppure rallentare la barca in maniera considerevole. Ancora più
duro è il lavoro dei navigatori, che al tavolo da carteggio devono
essere in grado di elaborare una strategia a livello locale ma anche a
più ampio spettro per passare i Doldrum. Le tanto temute calme
equatoriali, sono ormai abbastanza vicine ma appaiono molto estese, con
un'ampiezza fra le 300 e le 400 miglia. Se si facesse una ricerca sulla
parola più usata nei blog che arrivano dalle barche sicuramente “andare a
est” sarebbe il termine vincente. Tutti i team provano a portarsi più a
oriente, non solo perché la linea del traguardo è a est ma anche perché
il vento è molto più fresco da quella parte. E poi c'è l'obiettivo
finale: riuscire a mettere la prua a sud, verso Auckland.
All'ultimo rilevamento delle posizioni, la flotta è
sempre guidata da Team Brunel, che ha si è portato in una posizione di
controllo ieri virando, presto seguito da Abu Dhabi Ocean Racing e Team
Alvimedica, rispettivamente a poco più di 22 e 32 miglia sulla poppa
della barca olandese. Il terzetto degli inseguitori, con MAPFRE, Team
SCA e Dongfeng Race Team, ieri ha provato a sfruttare un giro di vento
per portarsi più a est. Sfortunatamente trovandosi all'esterno del
flusso tutti e tre i team hanno perso terreno, ma il distacco è stato
riassorbito oggi e i tre si trovano a una cinquantina di miglia dai
battistrada e mostrano anche velocità di qualche nodo superiori.
La flotta dovrebbe oltrepassare la linea
dell'Equatore nelle prossime ore, e sarà la terza volta dall'inizio
della regata. Le previsioni meteo indicano che, malgrado la ampia
estensione dei Doldrum, le barche dovrebbero avere sempre almeno un
minimo di vento per avanzare. L'arrivo ad Auckland è previsto intorno al
28 febbraio.
Nessun commento:
Posta un commento