Dopo una lunga e
sofferta traversata della Baia del Bengala, in condizioni quasi sempre
di vento leggero e instabile, salvo nelle ultime ore, l'equipaggio
franco/cinese di Dongfeng Race Team ha doppiato l'isola di Pulau Weh,
“porta d'ingresso” dello stretto di Malacca, penultima e molto temuta
sezione della rotta della terza tappa, da Abu Dhabi a Sanya, in Cina.
Gli inseguitori, MAPFRE, Abu Dhabi Ocean Racing e Team Brunel sono
distanziati di oltre 60 miglia dovrebbero entrare nel canale nelle
prossime ore e continuano a battagliare, navigando a vista, per le
posizioni di rincalzo. I giovani di Team Alvimedica e le veliste di Team
SCA recuperano, ma le prossime 400 miglia saranno piene di tensione,
attenzione e stress.
Erano da poco passate le 4 e mezza del mattino, ora
europea, quando Dongfeng Race Team ha oltrepassato il waypoint di Pulau
Weh, cancello d'ingresso nello stretto di Malacca, il canale fra le
penisola malese e l'isola indonesiana di Sumatra, lungo meno di 500
miglia e in alcuni punti ampio solo un miglio e mezzo, irto di ostacoli e
denso di traffico mercantile. L'equipaggio guidato dallo skipper
transalpino Charles Caudrelier nelle ultime ore ha potuto navigare a
buona velocità grazie a un vento fra i 13 e i 18 nodi da nord, che è poi
progressivamente andato a ruotare da nord-est e, nel mezzo della notte
ha finalmente virato mettendo la prua a est ed entrando nel canale.
Dongfeng mantiene un solido vantaggio sugli inseguitori, gli spagnoli di
MAPFRE guidati da Xabi Fernandez e dal navigatore francese Jean-Luc
Nélias in seconda piazza e Abu Dhabi Ocean Racing in terza posizione,
rispettivamente a circa 64 e 68 miglia alle spalle della barca con
bandiera cinese. Mentre Dongfeng naviga di bolina con una buona
brezza, gli spagnoli cercano di tenere il passo e, pur facendo segnare
velocità inferiori e dovendo ancora effettuare alcune manovre prima di
poter segnare anche loro sul diario di bordo l'ingresso di Malacca,
cercano di restare in copertura del team emiratino guidato da Ian
Walker, a sole sei miglia di distanza e di Team Brunel con Bouwe Bekking
un solo miglio più dietro.
Le tre barche che rincorrono si controllano
in continuazione grazie al sistema di identificazione automatica AIS, di
cui sono dotate tutte le imbarcazioni della Volvo Ocean Race e che è
settato su un raggio di copertura di 10 miglia, oltre a ricevere le
posizioni ogni sei ore dal centro di controllo di Alicante. Il margine
di errore è dunque molto ridotto e allo stress di navigare in zone
complesse, sia dal punto di vista meteo che orografico, si aggiunge la
tensione agonistica del contatto con gli avversari.
Matt Knighton, Onboard reporter di Abu Dhabi Ocean Racing racconta così le ultime ore: “Abbiamo
avuto sia Brunel che MAPFRE a vista durante gli ultimi due giorni, ben
dentro il raggio di copertura dell'AIS. Dato che in classifica siamo a
pari punti con Brunel, li teniamo sotto stretto controllo adesso che
stiamo virando attorno alla punta di Sumatra. Come ha detto Ian
(Walker): “Che la frenesia da AIS cominci!” Il nostro obiettivo è di
entrare nello stretto di Malacca davanti a loro e di cercare poi di
mantenere una certa separazione una volta arrivati nel Mar Cinese
Meridionale.”
Alle spalle del terzetto, il team turco/americano di
Alvimedica si è spinto più a sud per cercare aria più fresca e di
recuperare un po' di strada su Team Brunel che, all'ultimo rilevamento è
a meno di cinque miglia sulla prua della barca nera e arancio che fa
segnare velocità a due cifre. I giovani guidati dallo skipper
statunitense Charlie Enright mantengono la loro determinazione e un
approccio positivo, come confermato ieri da Amory Ross nel suo blog. “Avanziamo
bene, di bolina, con circa 20 nodi di vento. Non è che l'andatura di
bolina sia l'ideale, perché significa che abbiamo ancora un po' di
virate da fare prima di arrivare in prossimità della costa indonesiana,
ma dopo una settimana passata a lottare contro la bonaccia, siamo felici
di muoverci, in qualsiasi direzione...”
L'equipaggio completamente femminile di Team SCA
insegue in sesta posizione e molto a ovest e si trova a meno di 25
miglia, avendo effettuato un ottimo recupero durante la notte,
riprendendo non meno di 12 miglia su Alvimedica. “E' stato solo in
serata che il vento ha iniziato a salire e abbiamo cominciato a navigare
bene, di bolina, che non è esattamente la condizione più comoda su una
barca da regata. Sottocoperta si fa un po' fatica a muoversi, siamo
tornate alla vita sbandata a 30 gradi.” Ha spiegato Corinna Halloran da bordo della barca magenta.
Con un tale vantaggio Dongfeng sembra in una
situazione di relativa calma, ma nulla si può dare per scontato quando
si naviga in un'area tanto complessa. Il resto della flotta dovrebbe
entrare nello stretto di Malacca nella giornata odierna.
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