sabato 10 gennaio 2015

Team SCA alla Volvo Ocean Race - Giorno 6: All’orizzonte ma non oltre


Se c'è una sensazione alla quale non ci abitueremo mai è vedere una barca avversaria sparire lentamente all'orizzonte – osservare quella sagoma grigia che diventa sempre più piccola con il passare delle ore. Questa cosa ci da la sensazione di ricevere una pietra in pieno stomaco.  Ok, così sembra che stiamo facendo un dramma per qualcosa che non è poi così grave. Voglio dire: abbiamo ancora centinaia di miglia da percorrere per arrivare alla fine della tappa! Non è il momento di colpevolizzarsi! Tuttavia un barca che si allontana all'orizzonte fa male – ma è un dolore simile ad una pellicina infiammata, non quello provocato da una ferita profonda!
 
29 di qualunque cosa è tanto, ma 29 strambate nel corso di sette ore (circa una strambata ogni 14 minuti), senza un vero riposo, sono veramente tantissim e fisicamente devastanti. E vedere che tutto ciò si vanifica, nel giro di poche ore, a causa di un buco di vento in cui solo noi siamo finite, è duro da comprendere.

Nonostante le facce stanche e tese, all'alba c'era "un'energia elettrica" a bordo di Team SCA. Nessuno aveva dormito, gli occhi bruciavano per la stanchezza, ma gli sforzi della sera precedente avevano dato i loro frutti: Mapfre era ancora al nostro traverso all'orizzonte. Purtroppo con il passare delle ore il vento iniziava a prendersi gioco di noi e a scemare.

Per rendere le cose ancora più complicate, abbiamo navigato con la modalità per noi più ostica: con il VMG, o Velocity Made Good, cioè la velocità effettiva con cui ci si avvicina alla destinazione. Se navighi a 16 nodi, ma non sei in rotta per la boa, allora la tua velocità reale non è 16 nodi in quanto dovrai manovrare per raggiungere la boa stessa.

"Navigare con il VMG è la cosa più difficile per noi, e lo è sempre stata," ha affermato Carolijn. "Tuttavia, durante tutta la regata, sino ad ora, abbiamo navigato con il VMG, e ciò ha fatto sì che migliorassimo la nostra prestazione. Siamo state costrette a farlo, in quanto navigavamo con gli altri, ed è stata una cosa positiva. Ogni piccolo progresso è positivo, ma dobbiamo ancora migliorare."

Al tramonto, abbiamo iniziato a mollare la presa sugli avversari. Ma non dobbiamo affligerci, non accetteremo la sconfitta. Certo, è scoraggiante e abbiamo paura di ritornare nella stessa situazione di stallo della tappa precedente, ma abbiamo tutta la regata ancora davanti.

Non c'è bisogno di sottolineare che le posizioni in classifica subiranno dei drastici cambiamenti da qui alla Cina - soprattutto quando ci troveremo nello Stretto di Mallaca. Sarà sufficiente un temporale e l'effetto sarà destabilizzante, come togliere il mattone sbagliato da una torre di mattoncini!

Perciò, forse non navigheremo fianco a fianco con gli avversari, come abbiamo fatto negli ultimi sei giorni, ma, quando abbiamo vento disteso, facciamo progressi e, poco per volta, stiamo recuperando un pò di terreno per entrare nel raggio di rilevamento via computer (AIS) di Mapfre e Alvimedica (cioè entro le 10 miglia). E poi chi lo sa, domani è un nuovo giorno!  (www.teamsca.com)

Se c'è una sensazione alla quale non ci abitueremo mai è vedere una barca avversaria sparire lentamente all'orizzonte – osservare quella sagoma grigia che diventa sempre più piccola con il passare delle ore. Questa cosa ci da la sensazione di ricevere una pietra in pieno stomaco.
Ok, così sembra che stiamo facendo un dramma per qualcosa che non è poi così grave. Voglio dire: abbiamo ancora centinaia di miglia da percorrere per arrivare alla fine della tappa! Non è il momento di colpevolizzarsi! Tuttavia un barca che si allontana all'orizzonte fa male – ma è un dolore simile ad una pellicina infiammata, non quello provocato da una ferita profonda!
29 di qualunque cosa è tanto, ma 29 strambate nel corso di sette ore (circa una strambata ogni 14 minuti), senza un vero riposo, sono veramente tantissim e fisicamente devastanti. E vedere che tutto ciò si vanifica, nel giro di poche ore, a causa di un buco di vento in cui solo noi siamo finite, è duro da comprendere.
Nonostante le facce stanche e tese, all'alba c'era "un'energia elettrica" a bordo di Team SCA. Nessuno aveva dormito, gli occhi bruciavano per la stanchezza, ma gli sforzi della sera precedente avevano dato i loro frutti: Mapfre era ancora al nostro traverso all'orizzonte. Purtroppo con il passare delle ore il vento iniziava a prendersi gioco di noi e a scemare.
Per rendere le cose ancora più complicate, abbiamo navigato con la modalità per noi più ostica: con il VMG, o Velocity Made Good, cioè la velocità effettiva con cui ci si avvicina alla destinazione. Se navighi a 16 nodi, ma non sei in rotta per la boa, allora la tua velocità reale non è 16 nodi in quanto dovrai manovrare per raggiungere la boa stessa.
"Navigare con il VMG è la cosa più difficile per noi, e lo è sempre stata," ha affermato Carolijn. "Tuttavia, durante tutta la regata, sino ad ora, abbiamo navigato con il VMG, e ciò ha fatto sì che migliorassimo la nostra prestazione. Siamo state costrette a farlo, in quanto navigavamo con gli altri, ed è stata una cosa positiva. Ogni piccolo progresso è positivo, ma dobbiamo ancora migliorare."
Al tramonto, abbiamo iniziato a mollare la presa sugli avversari. Ma non dobbiamo affligerci, non accetteremo la sconfitta. Certo, è scoraggiante e abbiamo paura di ritornare nella stessa situazione di stallo della tappa precedente, ma abbiamo tutta la regata ancora davanti.
Non c'è bisogno di sottolineare che le posizioni in classifica subiranno dei drastici cambiamenti da qui alla Cina - soprattutto quando ci troveremo nello Stretto di Mallaca. Sarà sufficiente un temporale e l'effetto sarà destabilizzante, come togliere il mattone sbagliato da una torre di mattoncini!
Perciò, forse non navigheremo fianco a fianco con gli avversari, come abbiamo fatto negli ultimi sei giorni, ma, quando abbiamo vento disteso, facciamo progressi e, poco per volta, stiamo recuperando un pò di terreno per entrare nel raggio di rilevamento via computer (AIS) di Mapfre e Alvimedica (cioè entro le 10 miglia). E poi chi lo sa, domani è un nuovo giorno!
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Ok, così sembra che stiamo facendo un dramma per qualcosa che non è poi così grave. Voglio dire: abbiamo ancora centinaia di miglia da percorrere per arrivare alla fine della tappa! Non è il momento di colpevolizzarsi! Tuttavia un barca che si allontana all'orizzonte fa male – ma è un dolore simile ad una pellicina infiammata, non quello provocato da una ferita profonda!
29 di qualunque cosa è tanto, ma 29 strambate nel corso di sette ore (circa una strambata ogni 14 minuti), senza un vero riposo, sono veramente tantissim e fisicamente devastanti. E vedere che tutto ciò si vanifica, nel giro di poche ore, a causa di un buco di vento in cui solo noi siamo finite, è duro da comprendere.
Nonostante le facce stanche e tese, all'alba c'era "un'energia elettrica" a bordo di Team SCA. Nessuno aveva dormito, gli occhi bruciavano per la stanchezza, ma gli sforzi della sera precedente avevano dato i loro frutti: Mapfre era ancora al nostro traverso all'orizzonte. Purtroppo con il passare delle ore il vento iniziava a prendersi gioco di noi e a scemare.
Per rendere le cose ancora più complicate, abbiamo navigato con la modalità per noi più ostica: con il VMG, o Velocity Made Good, cioè la velocità effettiva con cui ci si avvicina alla destinazione. Se navighi a 16 nodi, ma non sei in rotta per la boa, allora la tua velocità reale non è 16 nodi in quanto dovrai manovrare per raggiungere la boa stessa.
"Navigare con il VMG è la cosa più difficile per noi, e lo è sempre stata," ha affermato Carolijn. "Tuttavia, durante tutta la regata, sino ad ora, abbiamo navigato con il VMG, e ciò ha fatto sì che migliorassimo la nostra prestazione. Siamo state costrette a farlo, in quanto navigavamo con gli altri, ed è stata una cosa positiva. Ogni piccolo progresso è positivo, ma dobbiamo ancora migliorare."
Al tramonto, abbiamo iniziato a mollare la presa sugli avversari. Ma non dobbiamo affligerci, non accetteremo la sconfitta. Certo, è scoraggiante e abbiamo paura di ritornare nella stessa situazione di stallo della tappa precedente, ma abbiamo tutta la regata ancora davanti.
Non c'è bisogno di sottolineare che le posizioni in classifica subiranno dei drastici cambiamenti da qui alla Cina - soprattutto quando ci troveremo nello Stretto di Mallaca. Sarà sufficiente un temporale e l'effetto sarà destabilizzante, come togliere il mattone sbagliato da una torre di mattoncini!
Perciò, forse non navigheremo fianco a fianco con gli avversari, come abbiamo fatto negli ultimi sei giorni, ma, quando abbiamo vento disteso, facciamo progressi e, poco per volta, stiamo recuperando un pò di terreno per entrare nel raggio di rilevamento via computer (AIS) di Mapfre e Alvimedica (cioè entro le 10 miglia). E poi chi lo sa, domani è un nuovo giorno!

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