martedì 1 luglio 2014

MINI 6.50 - Fastnet 2014 - Andrea Fornaro e Raffele Fredella: secondo posto storico in Serie!


In genere le tracce delle barche sui tracking delle gare atlantiche, spinte da venti che quando sono forza 3 vengono definiti "petole", sono simili a raggi laser e la regata fugge via in una corsa di velocità relativamente prevedibile, che lascia ampio spazio alle qualità intrinseche del mezzo.  Quest'anno no.  L'alta pressione instaurata sull'Atlantico, la stessa che ha fatto avanzare a passo da lumache anche i Figarò impegnati nella Solitaire, ha rimescolato più volte le carte in tavola, imponendo un'inusitato esercizio di pazienza a velisti atlantici che a tutto sono avvezzi tranne che a quello.

La regata ha spesso assunto i toni di un giallo.
Ad ogni appuntamento col tracking recuperi prodigiosi e tonfi clamorosi si susseguivano in una suspense appassionante, almeno vissuta al PC.
Come scordare il povero Gerkens che, dopo 350 miglia di match race con la barca gemella (Nacira) di Machado-Pahun, sceglieva un'opzione nord… per scadere dal secondo al sedicesimo posto in poche ore.
Anche Lipinski deve avere masticato amarissimo quando, dopo un'avvicinamento al Fastnet in parallelo col mostruoso Zero di Vlamynck, lo perdeva di vista un attimo strambando più a sud... per ritrovarsi all'alba successiva (e lì le notti durano pochissimo) con 15 miglia di distacco sul groppone. E così via di sorpresa in sorpresa...

Piatte a parte si è trattata di un'edizione esigente.
La decisione di Denis Hughes, il direttore di corsa, di reiterare come nel 2013, la "materializzazione" delle Zone di separazione del traffico ha sostanzialmente alterato il percorso originale della bellissima regata.
Se prima, doppiato Wolf Rock, potevi metterti in rotta e gustare il sapore del Grand Large col Fastnet come inebriante Waypoint, ora devi risalire per 22 miglia per contornare la maledetta DST, arrivando, in pratica, in Cornovaglia.
Il vento da nord spaccato ha obbligato tutti ad un bordeggio serrato in un budello.
Sapendo quanto sia importante il matossage sui Mini e conoscendo il livello tecnico ed agonistico dei concorrenti, possiamo solo immaginare la fisicità faticosa di quegli incroci.
Riprendere il ritmo con vento sostenuto dopo due giorni di caracollamenti snervanti è un'esercizio esigente ed è in questa tratta delle ultime 200 miglia circa che sono maturati i distacchi più evidenti.
Qualcuno, con le energie fisiche e nervose sul rosso, avrà tirato di meno, qualche barca, vedi Maximum e, pare, l'Ofcet, ha sofferto di qualche avaria minore ma penalizzante.
Alla fine i migliori sono rimasti a galla, quelli che hanno saputo modulare nel migliore dei modi, a fondo ma senza abusi, le energie proprie e quelle del mezzo a disposizione.

Tra i Proto quando è entrato l'Ovest tutti si sarebbero aspettati la fuga di Beaudard-Raison, che avevano ben superato la bolina iniziale e le petole ed erano in perfetta posizione per il decollo.
L'avaria all'attacco dello strallo ha invece tarpato loro le ali, ma in prospettiva Azzorre lo skipper può essere soddisfatto del test.
Il vincitore Damien Audrain sta organizzando una traiettoria tecnica perfetta. Lo ricordiamo solerte acquirente del P2 di Susy Beyer dopo la 2011. Si piazza settimo alle Azzorre 2012, nono l'anno scorso in Guadalupa ed ora sta prendendo le misure del Manuard di mister "304 miglia in 24 ore" Delesne. Bel percorso!
La coppia più simpatica del mondo, Ludovico-Roura, deve ancora mangiare un pò di polenta prima di potere competere coi primissimi, ma tutto gioca a loro favore.

Assente Pedote, l'unico rappresentante dell'Italia, Andrea Fornaro, ben spalleggiato da Raffaele Fredella, ci ha fatto sognare. Ha rinnovato i fasti di un podio che ci sfugge dal 1997, col terzo posto di Gardossi-Suban, nella cat B più prestigiosa, antica ed affascinante che esista.
La sua condotta di gara ha testimoniato una maturità agonistica ed una personalità strabordante.
Subito tra i primissimi nell'ostica bolina iniziale, nella piatta ha scelto un fraseggio lungo la costa irlandese che in pochi avrebbero osato.
Nel finale ha finalmente potuto dispiegare le ali del suo Argo e solo un Cloarec alla quarta vittoria consecutiva si è permesso il lusso di arrivargi davanti.
Non dimentichiamo che Damien corre la sua terza stagione sui Mini e che solo un malauguratissimo infortunio al braccio gli impedì di contrastare Belloir alla Mini Transat dell'anno scorso e devo dire che non so come sarebbe finita.
In definitiva... il test per Andrea è probantissimo e l'aria che respira nelle pieghe del gruppo è già di quelle rarefatte.

Dove si è allenato finora sul Mini?
A Lorient sotto l'ala dell'allenatore dei campioni Tanguy Leglatin? A Pornichet,sferzato dai cazziatoni di Charles Euvertes?
Macchè! Fornaro si è allenato a Talamone e questa è una buona notizia per gli armatori italiani.
Si dimostra così che una buona stoffa può maturare risultati importanti anche allenandosi in Mediterraneo ed anche la prestazione maiuscola del D2 Colibrì supporta questa tesi.

Antonio Fuentes sarà da tenere d'occhio.
Già autore, sulla barca ex Susy ed ex Audrain, di un MAP da podio, ha imbarcato la sorella di Lobato, sua compagna di vita, ed è stato l'ultimo P2 a cedere alla prepotenza dei nuovi spigoloni.
Vorrei spendere ancora due parole per Quentin Vlamynck,credo che le meriti.
La sua lezione schiocca: mai partire sentendosi battuto, anche se navighi su di un Mini il cui disegno, pare, non abbia più nulla da dire, in quanto datato più di 10 anni.
Il suo Zero Aria ha vinto scratch il Prologo e dopo il Fastnet era riuscito per qualche tempo a sopravanzare perfino Cloarec.
Chiaro che poi le poppe più larghe e potenti lo hanno superato, ma in numero risicato ed il messaggio è giunto forte e chiaro: non ponetevi limiti, allenatevi e cercate di tirare fuori il meglio dal vostro Mini, anche se non costa decine e decine di migliaia di euro.

E l'Ofcet?
Nella bolina iniziale non è che abbia incantato, nella petole le ha buscate di santa ragione da Quentin... ma appena è entrata aria mi ha ricordato un vecchio libera del Garda, col più bel nome che mai mi sia capitato di riconoscere su una barca "ACCELERARE SUONANDO".
Ha via via raccolto per strada chi lo precedeva ed è stato l'unico ad infliggere qualche frazione di miglio di distacco a Fornaro, in piena bagarre per la vittoria nei Serie.
Sarebbe arrivato secondo, fotocopiando il risultato del MAP... mi sa che qualche ordine comincerà a fioccare e non saranno soldi spesi male.

Ed ora, in attesa della Classicona dell'anno, la Azzorre, si torna in Med per la Mini Max.
Il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto.
Mezzo pieno perchè partiranno in 11, che sotto questi chiari di luna non è malaccio, e perchè ci sono armatori che non conosco, quindi nuovi che potremmo sperare futuri adepti delle nostre regate 2015.
Mezzo vuoto perchè, al momento, non ci sono italiani iscritti, e non è mai una bella notizia questa mancanza di vitalità.
Diciamo che l'accoppiata TransTyrrhenum, Roma Solo, terminata solo un mese fa potrebbe avere prosciugato budget e ferie, speriamo... 

(da www.classemini.it di S. Paltrinieri)

 

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