24
febbraio 2012 – Mancava purtroppo Andrea
Rossi, trattenuto in Svizzera da precedenti impegni, ma la festa al Big Blu per Luca Tosi è stata comunque perfetta,
con una bella cornice di pubblico che ha riempito tutti i posti disponibili (e
oltre) dello spazio “Incontri” della Federazione Italiana Vela, messo a
disposizione con squisita cortesia dal Presidente della IV Zona FIV, Alessandro
Mei. Erano
presenti, insieme a Luca Tosi, Matteo
Miceli, ispiratore del tentativo di record tra Dakar e Guadalupa del duo
italo/svizzero e recordman di traversata atlantica in solitario nella stessa
classe, e il Capitano di Fregata della Guardia Costiera, Cosimo Nicastro.
Ed
è proprio al Capitano Nicastro che è toccato l’arduo compito di commentare per
primo le sconvolgenti immagini del salvataggio dei due velisti.
Gli
errori apparentemente compiuti dall’equipaggio nel corso delle operazioni di
recupero sono stati tanti ma, come ha giustamente sottolineato il
rappresentante della Guardia Costiera,
“queste navi sono molto grandi, non manovrano e non sono attrezzate per un
soccorso di questo tipo”.
Dopo
aver puntualizzato il ruolo fattivo che la Guardia Costiera ha svolto nel
recupero di Tosi e Rossi perché “interveniamo immediatamente anche in pieno
Oceano quando a trovarsi in difficoltà è un’imbarcazione o un cittadino italiano”, il Capitano
Nicastro ha spiegato la procedura che viene seguita nei nostri mari:
“Rilevando un barcone di immigrati in difficoltà, ad esempio, si fanno
convergere immediatamente sul posto le navi più vicine, ma, contemporaneamente
partono anche i mezzi della Guardia Costiera specializzati nel soccorso in
mare. Questa procedura – ha concluso il Capitano Nicastro - è impossibile da
applicare nel bel mezzo dell’Atlantico. A quel punto spetta al comandante della
nave soccorritrice decidere quali siano le azioni più
consone da adottare al momento”.
A
Luca Tosi, che più guarda le
immagini del recupero, più si rende conto dello scampato pericolo, non è passata comunque la voglia di oceano:”
Eravamo ben messi per il record, con circa 14 ore di vantaggio a metà percorso
ed un ETA stimato in 10 giorni. Ancora non ci rendiamo conto di come possiamo
aver fallito. Avevamo messo in conto tante rotture, tante scenari difficili
diversi, ma la rottura dei timoni no. Quella non l’avevamo proprio prevista. A
Dakar ci siamo arrivati via mare e di miglia ne abbiamo fatte tante ed anche
con un gran mare. Ai timoni mai un problema. Ed invece si sono delaminati e
staccati uno dopo l’altro. Ripararli è stato impossibile. Forse con un po’ di
calma saremmo anche riusciti a trovare una soluzione per proseguire, anche se
lentamente, ma poi abbiamo deciso di seguire il consiglio della Guardia
Costiera, che non finiremo mai di ringraziare, e prendere il passaggio sulla
petroliera Genmar Argus”.
Alla
domanda se ci riproverà, guarda Matteo Miceli, che la sua Biondina Nera l’ha
riportata a casa dopo mille peripezie ed ora fa bella mostra di se appesa in
salotto….ma pronta a riprendere il mare.
“E’
un discorso che si può riprendere – afferma Miceli – perché il record dei francesi è ancora lì e qualcuno dovrà
pur batterlo. Su Biondina Nera mi è rimasto solo l’albero adatto alla
navigazione in solitario, e non posso certo mettermi a battere il mio stesso
record. Ma un albero nuovo si può sempre trovare!”
Intanto
Jrata 3 è disperso nell’Oceano Atlantico, ma da qualche parte dovrà pure
spiaggiarsi! Su internet è già partito il tam tam: dai Caraibi al Venezuela
occhio ad un catamarano “volante” che vuole rientrare in Svizzera.
Nessun commento:
Posta un commento