martedì 20 dicembre 2011

Nannini alla G.O.R. - Guerra di logoramento: aumenta la lista dei danni nell'Oceano del Sud


Forse arrivero' a sfinirvi se vi dico che ci sono di nuovo 35-40 nodi di vento e davvero qua non molla mai, l'Australia e' ora a sole 750 miglia sopra la nostra testa ma il traguardo dista ancora ben 3100 miglia, un paio di settimane di navigazione salvo imprevisti. Siamo oramai in condizioni meteo da grandi mari del sud da oltre una settimana e qua e la' iniziamo a subirne le conseguenze. In primis abbiamo rotto l'idrogeneratore, una specie di motore fuoribordo attaccato allo specchio di poppa che invece di spingere la barca ha un'elica che ruota libera in acqua generando corrente per la barca. Purtroppo una qualche onda laterale ha piegato la gamba e l'attaccatura e per il momento e' inservibile. Questo significa che dipendiamo al 100% dal poco diesel che abbiamo a bordo per caricare le batterie, non potremo piu' utilizzare il riscaldamento dovendo preservare il carburante.

Cosa invece molto piu' frustrante e' la rottura, di nuovo, di una delle stazioni del vento della NKE. Come ricorderete la prima tappa siamo rimasti senza strumenti per le ultime 2500 miglia dopo averne rotte due in due colpi di vento. A Cape Town abbiamo reinstallato tutto nuovo con spesa non indifferenta e dopo neanche 3 settimane di navigazione e' bastatata una sventolata per mandare KO uno dei due sensori... ci rimane quello di rispetto che speriamo regga fino alla fine ma e' davvero una scocciatura, una maledizione che mi perseguita, e' la quinta stazione del vento che rompo in 18 mesi, forse il produttore dovrebbe rivederne il design, Campagne de France subi' la stessa nostra sorte nella prima tappa rimanendo sentra strumenti e nel loro caso addirittura senza neanche il pilota automatico.

Altre piccole magagne qua e la ma per fortuna di minore importanza e impatto sul budget di regata... le casse sono magre e non vi nego che a Wellington dovro' fare i conti e capire se sono in grado di continuare in sicurezza, certo non posso perdermi Capo Horn! Ma come sapete la barca e' gia' in vendita sperando di venderla appena finita la regata e coprire il cratere che sto scavando sotto i piedi. Non sminuiamo pero' la soddisfazione di vivere in prima persona le emozioni del grande sud, onda su onda, albatross dopo albatross, un luogo dimenticato dall'uomo e da dio... anche se a dir la verita' dopo un po' di giorni faresti volentieri a cambio con una bella bistecca... come cantava Vasco Rossi ti verrebbe da dire "e adesso che sono arrivato qui inseguendo i miei sogni che me ne faccio della realta'!"

Fa davvero un freddo pungente ma altrimenti il morale e' buono e riusciamo a mangiare e dormire... Un grazie di cuore a chi continua a seguirci attentamente e generosamente ci ha dato una mano con qualche piccola donazione online che nella prima tappa ci avevano consentito di coprire i costi delle riparazioni. Se voleste contribuire anche voi potete farlo online all'indirizzo www.marconannini.com/it/aiutaci . Voglio ringraziare oggi anche alcuni degli sponsor che ci seguono attutendo il colpo al portafoglio di questa avventura. In pimis vorrei ringraziare Ventana Group che regala a me e alla mia fidanzata la gioia di rivederci ad ogni stopover facendosi carico dei voli, per il morale e per la sopravvivenza del nostro rapporto questo e' un contributo essenziale.

Vorrei ringraziare anche il Mustang Club of Italy e Salvo Mirabella in particolare che ci segue costantemente. A Cape Town ha organizzato in collaborazione con il Mustang Club del Sud Africa un raduno di Mustangs, sono macchine spettacolari e per un giorno abbiamo pensato ai motori e non solo alla vela. Ci fara' piacere incontrare gli amici delle Mustang della nuova Zelanda. Un grazie anche per Roberto Westermann della Di-Tech, il suo supporto tecnico e morale e' sempre preziosissimo e non faccio commenti sulle vele, le abbiamo portate qui a prendere mazzate e le vele hanno parlato da sole dimostrando la loro robustezza unita a performance: quando ci siamo messi a inseguire Phesheya (barca identica alla nostra) li abbiamo passati di pura velocita' barca, ora sono 300 miglia dietro di noi, e in queste condizioni sono spesso anche le vele ad aver fatto la differenza. La lista dei grazie continuera' nel prossimo blog, un piccolo riconoscimento a tutti coloro che hanno creduto in noi fino a qui.

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