martedì 5 ottobre 2021

Sicurezza della navigazione e Covid-19: rafforzata l’attività della Guardia Costiera, a tutela del personale marittimo e dell’ambiente


Al fine di prevenire, nella misura del possibile, gli incidenti e gli altri effetti negativi per la salute umana e per l’ambiente causati dal riciclaggio delle navi, la Commissione Europea, con il Regolamento 1257/2013, ha imposto – a partire dal 31 dicembre 2020 – a tutte le navi battenti la bandiera di uno Stato membro dell’UE ed alle navi battenti bandiera di un Paese terzo che fanno scalo in un porto o ancoraggio dell’UE, di mantenere a bordo un registro/inventario dei materiali considerati pericolosi, unitamente ad un certificato o a una dichiarazione di conformità, a seconda dei casi, anche al fine della loro completa tracciabilità (l’elenco dei materiali è contenuto nell’Annesso II del Regolamento).

La pandemia, che ha limitato anche le attività sopra descritte, ha spinto la Commissione Europea alla emissione di diverse raccomandazioni agli Stati Membri al fine di consentire alle navi di ottemperare ai requisiti previsti nel Regolamento Comunitario 1257/2013.

L’Italia, attraverso la sua Guardia Costiera per il tramite dei propri ispettori qualificati in “sicurezza della navigazione” ed autorizzati per i controlli a bordo delle navi straniere che approdano nei nostri porti - ha costantemente verificato le navi che hanno scalato i porti nazionali anche nel corso del periodo emergenziale.

I risultati dell’attività operativa

L’attività di verifica a bordo ha fatto emergere che, nonostante la flessibilità riconosciuta dalla Commissione Europea, alcuni Stati di bandiera di Paesi Terzi non hanno ottemperato agli obblighi del Regolamento.

Gli ispettori hanno quindi adottato le misure restrittive previste dallo stesso Regolamento sottoponendo - tra luglio e agosto 2021 - a provvedimento di fermo amministrativo 9 navi, che sono state liberate solo a seguito di rettifica delle carenze accertate ed applicato sanzioni amministrative per un totale di 90.000 Euro.

In particolare per una delle unità si è proceduto anche all’allontanamento da un porto nazionale, che non potrà più accedere nei porti dell’Unione Europea fino a quando non sarà dimostrata la piena conformità al Regolamento, perché lo Stato di bandiera non è stato in grado di garantire tutte le necessarie attività di ricognizione e certificazione richieste. La nave è ripartita solo dopo che la stessa Amministrazione di bandiera ha comunque garantito che non vi fossero pericoli per l’equipaggio.

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