E’
chiamato
l'Everest dei mari. Le regata più dura. Il giro del mondo in solitario,
senza scalo e senza assistenza, su barche di 18 metri. La
Vendée Globe è il sogno dei navigatori oceanici di tutto il mondo e,
come noto, anche quello di Giancarlo Pedote. Un pensiero
fisso, un’ossessione, un’ombra dalla quale non è possibile scappare; un
sogno che adesso, finalmente, riesce a realizzare: oggi lo
skipper toscano può annunciare il lancio del suo progetto Vendée Globe a
bordo dell’ex StMichel-Virbac, il monoscafo con cui Jean-Pierre Dick è arrivato quarto nell'ultima Vendée Globe.
« Sono
fuori a mangiare una pizza con amici. Squilla il telefono: una
conversazione che dura circa quattro minuti, quei quattro
minuti che ti cambiano la vita. Sono euforico, ho un nodo allo stomaco,
sono frastornato, sono felice: finalmente si delinea una strada sulla
quale
poter correre. Non c’è cosa peggiore per un competitivo come me di avere
le gambe e non la strada: una frustrazione continua che scava ed
ogni giorno ti prende qualcosa. Ma adesso basta. Da oggi le cose
cambiano. Non posso dire niente ai miei commensali, uno mi guarda con
sospetto:
“Ma hai un’amante, che mi sembri tutto ringalluzzito?” . “No” rispondo
io. “Ho una grande notizia”. Cerco di
ricompormi sforzandomi di mettere ancora la forchetta in bocca
completamente sconnesso da qualsiasi appetito. Avrei solo voglia di
correre, correre
fino allo sfinimento, sdraiarmi sull’erba e sorridere alle stelle ».
Giancarlo Pedote racconta
così, con ancora un sorriso in volto, il momento in cui ha capito che il suo progetto Imoca partiva davvero.
Mini
6.50, Figaro, Class
40, Multi 50, Moth a foil e IMOCA: Giancarlo Pedote ammette di aver
lavorato tutti questi anni per tappe di avvicinamento all’obiettivo,
come
spiega lui stesso: « La Vendée l’ho
vista nella mia mente dopo la Rotta del Rhum 2014.
Quella regata, che per il suo 10° posto non è stata degna di nota per
chi era abituato alle vittorie, ha avuto per me un grande significato
e mi ha fatto scoprire cose nuove di me stesso. Poco dopo il rientro a
casa, mentre ero in un parco con mia moglie ed i miei bambini, ho
sentito che
il sogno poteva diventare realtà. E ho iniziato a lavorare in quella
direzione. L’anno successivo l’ho trascorso in Multi 50 per
poi andare a giocare con il Moth l’anno successivo: tutto per me era
legato da un filo conduttore ed è proprio questo filo che
sarà propulsivo per la mia barca ».
La
determinazione ha
guidato Giancarlo Pedote in tutti questi anni, una determinazione
generata dalla voglia di conoscere non solo sempre meglio la vela
oceanica, ma anche
e soprattutto se stesso.
« Questa
regata in realtà è un’equazione molto difficile da risolvere, significa
dover far fronte a
tantissimi problemi di natura differente, non immaginabili da chi non ha
mai fatto o tentato il giro. Percorrere il mare per circa tre mesi è
una scoperta interiore durante la quale un uomo si trova a faccia a
faccia con tutto se stesso: le sue paure, le sue gioie, i suoi punti
fermi e
quelli vacillanti. Tutto questo mi affascina. In fondo, come diceva
Nietzsche, un filosofo è un uomo di
conoscenza ».
Ma
Giancarlo Pedote,
oltre che essere un uomo che ama la conoscenza, è anche un marinaio e un
professionista che sa che navigare significa armare un progetto
globale, che include molteplici responsabilità.
« Adesso
siamo ad un nuovo punto di partenza: tutta la mia concentrazione è
rivolta a cercare di mettere le giuste
basi per poter sviluppare il progetto al meglio delle possibilità che mi
verranno date, per poter crescere rapidamente e nella direzione giusta
in una classe così affascinante », ammette con fermezza.
La Classe IMOCA
rappresenta i più grandi monoscafi da regata: lunghi 60 piedi, pari a 18,28 metri, gli Imoca sono degli “Open Class”, barche
cioè per le quali ci sono pochi limiti di progettazione, legati alla lunghezza e, principalmente, alla sicurezza.
La
possibilità di
realizzare imbarcazioni “Open” e la continua ricerca di performance,
hanno fatto evolvere molto velocemente progetti e realizzazioni. Per
questo motivo esistono grandi differenze tra la flotta attiva degli
Imoca, tanto che nell’ultima edizione della Vendée Globe è
come se si fossero corse 3 regate in una: quella degli Imoca di
cosidetta “vecchia generazione”, costruiti intorno al 2007, quella degli
Imoca chiamati di “ultima generazione”, dotati di foil, e gli altri. Ulteriori sviluppi sono
attesi, con una serie di barche in costruzione che parteciperanno al Vendée Globe 2020 formando la nuova ultima generazione.
Giancarlo Pedote entrerà nella Classe
IMOCA nella stagione 2019, quando potrà recuperare la barca che gli sarà assegnata, oggi condotta da Yann Elies.
Per
tutto il resto del
2018, lo skipper continuerà a cercare di integrare il suo team e i suoi
partner, ma soprattutto potrà studiare il suo prossimo Imoca in
cantiere e in allenamento, grazie al sostegno del suo storico sponsor
Prysmian Group che ha deciso di supportarlo in questa fase di
apprendimento e
preparazione del progetto.
« Gli
Imoca al giorno d’oggi sono imbarcazioni piuttosto complesse in termini
di funzionamento e manutenzione.
E’ necessario prepararsi al meglio nella conoscenza generale della
propria barca per poter far fronte a tutti gli imprevisti che possono
capitare in una regata come la Vendée Globe. In questo senso per me il
2018 sarà un anno molto importante, durante il quale avrò
la possibilità di conoscere, studiare, entrare nel cuore della barca che
mi sarà affidata dal prossimo anno »
spiega Giancarlo Pedote, che prosegue raccontando il suo legame con Prysmian Group, un legame iniziato nel 2007.
« E’
grazie a Prysmian Group che potrò allenarmi e regatare come equipaggio
quest’anno. Prysmian ha
sempre creduto nell’importanza dell’apprendimento e non solo con le
parole. Nel 2016 mi ha sostenuto in un’improbabile campagna Moth
per apprendere i foil. In quell’occasione molti sono rimasti stupiti, ma
gli uomini di Prysmian hanno creduto in me. Lo scorso anno hanno deciso
di lasciarmi partire per la Transat Jacques Vabre sotto altri colori: si
sono messi da parte, hanno accettato di non essere più protagonisti
per permettermi di avvicinarmi ad un progetto IMOCA e studiarlo. Quest’anno hanno deciso di riunire le due cose in una e mi sosterranno personalmente al fine di permettermi allenamenti e
partecipazioni alle regate in equipaggio. In cambio avranno solo un piccolo spazio sulla barca, ma un grande merito nella mia
crescita ».
Giancarlo
Pedote ha
già iniziato a studiare la sua prossima barca e ad allenarsi su essa: al
cantiere di Absolut Dreamer, alla Base di Lorient, lo skipper italiano
apprende le caratteristiche della barca, studia il suo impianto
elettrico e elettronico, cerca di conoscerla nei più piccoli dettagli;
sui mari
bretoni partecipa agli allenamenti, inizia ad effettuare le prime
manovre, ed ha fatto parte dell’equipaggio che ha visto Yann Elies
vincere
l’ultimo Grand Prix de Guyader, che si è tenuto il primo weekend di
maggio a Douarnenez.
La barca
La barca che Giancarlo
Pedote condurrà nel 2019, l’IMOCA battezzato “Absolut Dreamer 5”, è una di quelle barche che nell’ultimo
Vendée Globe erano chiamate di “ultima generazione”. Dotata di foil, le derive
che permettono alle barche di sollevarsi completamente dall’acqua e di veleggiare sopra il mare riducendo l’attrito dell’acqua,
è stata varata a settembre 2015.
Realizzata
su progetto
Verdier VPLP, è stato costruito al cantiere Multiplast, un cantiere ha
realizzato numerosi progetti di successo nel mondo della vela, con
imbarcazioni vincenti alla Vendée Globe, alla Volvo Ocean Race, al
Record dell'Atlantico, al Trophée Jules Verne, alla Rotta del Rum. Lo
stesso cantiere, tra l’altro, lavora su progetti altamente tecnologici
nel settore aerospaziale.
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