Tagliando la linea del traguardo nel buio
della notte alle 01.34, ma accolto da un folto e caloroso pubblico
locale Team Alvimedica ha raggiunto per primo il porto dell'Aja,
concludendo la prima sezione della nona, ultima e decisiva tappa della
Volvo Ocean Race. Mettendo fra sé e gli avversari oltre un'ora e
quarantasei minuti, il team turco americano guidato dallo skipper
Charlie Enright e dove milita Alberto Bolzan, l'unico italiano della
regata, ha messo una buona ipoteca sulla vittoria a Goteborg. A Team
Alvimedica, tuttavia, mancano ancora 480 miglia di navigazione in acque
insidiose prima di poter finalmente coronare il sogno di una vittoria di
tappa. La barca nera e arancio ha impiegato due giorni, otto ore e 34
minuti per coprire la rotta da Lorient all'Aja nella quale è riuscita,
grazie a una tattica e una strategia meteo impeccabile a guadagnare 26
miglia di margine sugli avversari.
“E' sempre una bella situazione arrivare primi nello spogliatoio.” Ha detto Charlie Enright usando una metafora di altri sport. “Ma
in realtà si tratta proprio solo di questo. E' un po' come il nostro
passaggio in testa a Capo Horn, nessun punto ma un grande risultato.“
Enright, che è lo skipper più giovane della flotta, in effetti aveva
guidato il suo team a passare in prima posizione il mitico capo, ma ha
poi dovuto accontentarsi di un terzo podio nella quinta tappa. Se Team
Alvimedica, in questo caso dovesse riuscire a portare a termine
l'impresa, si tratterebbe della sesta barca su sette a vincere una tappa
nella dodicesima edizione del giro del mondo a vela.
Il giovane team ha
già dimostrato di aver fatto enormi passi avanti in esperienza e solo
lo scorso fine settimana si era aggiudicato la SCA In-Port Race di
Lorient, facendo capire di essere in un buon stato di forma. “Sembra che dietro di noi ci sia una bella battaglia, è bello guardarla avendo già tagliato la linea.”
Ha detto ancora Enright appena giunto in banchina, spiegando che il
momento decisivo della frazione è stata la scelta di restare sul
versante francese del Canale della Manica, grazie anche al minuzioso
lavoro dell'esperto navigatore Will Oxley.
In seconda posizione nel porto olandese sono giunti i franco/cinesi di Dongfeng
Race Team guidati da Charles Caudrelier, che invece avevano scelto la
sponda britannica del canale insieme a MAPFRE e Team Brunel. Se
inizialmente la scelta sembrava aver pagato, nelle ultime fasi il
terzetto ha dovuto cedere a una maggiore velocità e a una rotta più
corta di Team Alvimedica. I team ripartiranno domani, a iniziare dalle
ore 12, con uno start scaglionato sui tempi di arrivo alla volta di
Goteborg, meta finale della Volvo Ocean Race, dove si prevede la flotta
possa giungere nel pomeriggio di lunedì 22 giugno.
Se Team Alvimedica dovesse riuscire a cogliere il
successo in terra svedese, per poter salire sul podio della classifica
generale dopo nove tappe avrebbe bisogno di un piazzamento migliore da
parte di Team Vestas Wind e Team SCA, attualmente sesti e settimi, che
dovrebbero piazzarsi tra loro Dongfeng Race Team e MAPFRE. L'equipaggio
locale di Team Brunel sperava certamente in un risultato migliore del
quarto posto ottenuto all'Aja, ma come ha ricordato lo skipper Bouwe
Bekking più volte, quello che conta è l'ordine di arrivo a Goteborg. I
leader della classifica generale Abu Dhabi Ocean Racing hanno concluso
in quinta posizione, con una strategia conservativa per evitare
qualsiasi tipo di problema nella prima sezione della nona tappa, avendo
dalla loro la vittoria praticamente assicurata.
Se le posizioni a Goteborg dovessero essere le stesse
dell'Aja, Abu Dhabi Ocean Racing finirebbe a 24 punti, Team Brunel e
Dongfeng Race Team in parità a 31 punti, MAPFRE e Team Alvimedica in
parità a 34 punti, Team SCA a 51 e Team Vestas Wind a 60. Ciò
significherebbe che la prova decisiva per definire il nome del secondo e
terzo, dopo nove mesi di navigazione su tutti gli oceani del pianeta,
sarebbe la Inmarsat In-Port Race di Goteborg, in programma per sabato 27
giugno che scioglierebbe le parità fra il secondo e il terzo e il
quarto e quinto. Un finale perfetto per una delle edizioni più
combattute dell'intera storia ultra quarantennale dell'evento.
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