La flotta continua a marciare compatta,
sono meno di 6 le miglia che separano i primi tre e circa 70 quelle che
segnano la distanza dal primo al sesto. Le sei barche hanno una buona
separazione laterale, che rende ormai difficile capire dove siano gli
avversari attraverso l'AIS (Automatic Identification System) che come
noto ha una copertura di circa dieci miglia. I leader della classifica generale, Abu
Dhabi Ocean Racing guidati dallo skipper britannico Ian Walker, hanno
ancora un margine di vantaggio di circa 6 miglia su Charles Caudrelier e
il suo equipaggio franco/cinese di Dongfeng Race Team, ancora secondo
sul tabellone malgrado l'emorragia di punti subita nella quinta tappa a
causa del ritiro.
Per Walker, nelle ultime ore il problema più grave sono state le enormi isole flottanti di alghe presenti in zona. “L'ultimo
rilevamento delle posizioni sarebbe stato davvero buon, visto che
abbiamo viaggiato a ben oltre i 20 nodi per un certo tempo, non fosse
stato che siamo rimasti impantanati in una formazione di alghe che ci ha
fatto fare diverse strambate involontarie e abbiamo dovuto fare diversi
tentativi per liberarcene, rallentando un po'.” Ha raccontato nel suo ultimo blog da bordo di Azzam. “Adesso
va meglio ma il problema non si risolve proprio mai completamente. Mi
rciordo che anche nella scorsa edizione il problema delle alghe era
piuttosto serio, ma non come adesso. Navigarci in mezzo diventa
abbastanza difficile.”
Alle spalle della barca
portacolori degli Emirati, lo skipper transalpino Charles Caudrelier è
invece preoccupato in vista dell'imminente strambata a est dei Caraibi e
di tenere a debita distanza gli olandesi di Team Brunel, in netto
recupero nelle ultime ore.
“Non sembra proprio che andremo in direzione dei Caraibi.” Ha scritto il velista transalpino nel suo blog ieri sera. “Peccato perchè eravamo messi bene per prendere quella rotta, ma va bene, siamo veloci per il momento quindi ci difendiamo.” Caudrelier ha anche ammesso che la stanchezza, fisica e psicologica, comincia a farsi sentire. “Mi
sento stanco, meglio esausto. E' la sesta tappa che dura più di 20
giorni ed è arrivata proprio dopo la tappa degli oceani del sud, così
stressante. Quando un avversario ti viene incontro in banchina e ti dice
'questa è la mia ultima Volvo, mai più' mentre combatte per la vittoria
sai che, anche lui sta lottando contro lo stress anche se cerca di
nasconderlo. Alla fine del giro, la vittoria andrà all'ultimo equipaggio
ancora in piedi.”
Alle spalle dei tre battistrada,
gli spagnoli di MAPFRE che hanno perso un poco di terreno nelle ultime
ore, mentre i turchi/americani di Team Alvimedica sono riusciti a
recuperare diverse miglia, riuscendo forse a cambiare le carte in tavola
e la fortuna, come hanno cercato di fare nelle ultime giornate, nella
speranza di ottenere un buon risultato nel loro porto d'attracco di
Newport. “E' probabile che prenderemo una rotta ad est dei Caraibi, prima di ritornare in mare aperto e puntare verso Bermuda.” Ha raccontato l'Onboard Reporter, Amory Ross. ”C'è
un'area di alta pressione e di vento leggero che potrebbe,
potenzialmente, dividere la flotta. Potrebbe essere una buona chance per
noi di recuperare sui leader.”
Le veliste di
Team SCA guidate dalla skipper inglese Sam Davies sono seste e più
lente rispetto agli avversari a causa di un vento più leggero di quello
dei team che le precedono. “Stiamo portando la barca bene, ma siamo decisamente più lente dei ragazzi.” Ha detto l'olandese Carolijn Brouwer. “E,
malgrado la flotta sia separata lateralmente, fanno qualche nodo più di
noi. Persino Alvimedica ha più aria di noi, ed è vicina.”
Secondo le previsioni le barche
potrebbero raggiungere Newport fra il 7 e l'8 maggio. Avranno poi una
decina di giorni a terra per recuperare le forze e fare manutenzione
prima di ripartire alla volta di Lisbona, il 17 maggio, per l'ultima
tappa transatlantica.
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