Sul grande campo di regata dell'Oceano Atlantico
meridionale, nelle ultime ore la flotta ha beneficiato di un vento un
poco più intenso e di un giro a destra, che ha provocato qualche
avvicendamento nelle posizioni di testa. Ma, in realtà poco è cambiato,
le barche procedono sempre in gruppo compatto e le differenze di
velocità sono marginali. Pazienza e ricerca spasmodica di qualche decimo
di nodo in più sono le parole d'ordine, quando i sei team sono scesi
sotto le 4.500 miglia dal traguardo di Newport. Per uno degli equipaggi
forse è necessaria una dose di pazienza in più, Dongfeng Race Team.
Dopo
la riparazione del dissalatore non funzionante con il tentativo di
rendere stagno il meccanismo, a bordo della barca cinese si attende che
la colla asciughi, prima di poter verificare se il lavoro sarà stato
efficace. Nel caso così fosse, tutto bene, in caso contrario il team si
troverebbe a scegliere fra due opzioni, entrambe non molto
soddisfacenti. La prima possibilità per gli uomini guidati da Charles
Caudrelier è quella di effettuare un pit-stop a terra, ma in questa
ipotesi le regole di regata stabiliscono che la sosta debba durare
almeno 12 ore e, come dimostra la storia della regata finora, sarebbe un
tempo troppo lungo da recuperare e significherebbe un ultimo posto
quasi certo. La seconda opzione che rimane aperta è di continuare ad
usare il dissalatore manuale di rispetto, che richiede diverse ore al
giorno di pompaggio per produrre l'acqua dolce necessaria a bordo.
Il problema occorso a bordo di Dongfeng mostra anche
quanto si dia per scontato l'aiuto dell'attrezzatura moderna,
dimenticando che ogni barca partecipante al giro del mondo è una sorta
di piccolo pianeta a sé, con le sue regole di sopravvivenza. Un problema
apparentemente piccolo e marginale ha sconvolto la vita di bordo di
Dongfeng e potrebbe cambiare il destino del team. Esattamente come
succede per l'ambiente, dove un gesto piccolo può contribuire a mettere
in pericolo la natura. E, oggi nella Giornata Mondale della Terra, ciò è
ancor più presente nella mente dei 57 velisti, che sono ben coscienti
delle opportunità che la terra ci offre e quanto sia vitale rispettare
l'ambiente.
Come ha scritto Corinna Halloran, Onboard reporter di Team SCA nel suo blog odierno:
“Oggi è la Giornata Mondiale della Terra, è il momento giusto per
pensare in modo costruttivo e a livello internazionale a cosa pensiamo
di poter fare riguardo lo stato degli oceani. Gli oceani non sono un
grande cestino della spazzatura, sono organismi viventi che vengono
piano, piano soffocati dalla plastica, dal petrolio e dai rifiuti. Lo
stato del mare ha un effetto importante sulla nostra regata e sul nostro
team. Se i mari sono inquinati, le calotte polari si sciolgono e la
temperatura globale sale, non è più possibile capire in maniera corretta
cosa succederà ai modelli meteo. Quindi, oggi per favore prendete tutti
un momento di tempo per pensare dove vanno a finire i rifiuti che
vengono gettati in mare. Prendetevi il tempo di pensare che riciclare ed
essere coscienti di quel che si fa sono essenziali per il futuro della
Terra.”
Della stessa opinione anche lo skipper di Team Alvimedica, Charlie Enright. “Poter
navigare intorno al mondo ti rende un privilegiato, ti dà una
prospettiva migliore su quello che sta effettivamente succedendo in
alcune parti del pianeta, ma non serve a nulla se non fai di tutto per
comunicare che tutti potremmo fare di meglio per rispettare l'ambiente.
Certo, noi non buttiamo i rifiuti in mare e li teniamo fino a quando
arriviamo a terra, beviamo acqua dissalata per risparmiare plastica e
peso, ma potremmo fare di meglio, tutti potrebbero fare di più. Per la
maggior parte dell'ultimo anno gli oceani sono stati il mio campo di
gara ma anche la mia casa e io a casa non butto i rifiuti. Perché dovrei
farlo in oceano?”
E, proprio oggi, gli organizzatori della Volvo Ocean
Race hanno confermato che il prossimo 15 maggio, durante lo stopover di
Newport, si terrà l'Ocean Summit on Marine Debris (vertice mondiale
sull'inquinamento marino) con un parterre di partecipanti al massimo
livello provenienti da istituzioni e dalla comunità scientifica
internazionale. Fra gli oratori del convegno, sponsorizzato da Volvo
Group, dall'ambasciata di Svezia negli USA, il Dipartimento di Stato
americano, il ministro degli esteri svedese e Sail Newport l'ente
organizzatore della tappa, anche lo skipper di Team Alvimedica Charlie
Enright e il CEO della regata Knut Frostad.
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