In perfetto orario,
le 14 locali, le undici italiane, ma sotto una inusuale coltre di nebbia
e con vento leggerissimo, le sei barche della Volvo Ocean Race 2014/15
hanno preso il via per la terza tappa che le porterà da Abu Dhabi a
Sanya, in Cina, per un totale di 4.642 miglia. A guidare la flotta fuori
dalla Corniche, Abu Dhabi Ocean Racing con l'olimpionico britannico Ian
Walker, che ha trovato il modo migliore per salutare il suo porto
d'attracco prima di una tappa difficile e irta di ostacoli. Pochi avrebbero potuto prevedere che l'emirato si
sarebbe svegliato sotto una fitta nebbia per dire arrivederci alla
flotta in partenza per la terza tappa, che non si è dispersa
completamente nemmeno sotto il caldo sole di mezzogiorno.
I sei team
quindi hanno dovuto fare di necessità virtù fendendo la coltre, che a
tratti rendeva quasi invisibili le grandi boe gialle del percorso, e il
vento molto leggero che a tratti è calato fino a tre soli nodi di
intensità. Le condizioni non ideali non sono però state un ostacolo per
il team locale. Dopo essere giunti in terza posizione nella seconda
tappa e nella In-port, i velisti di Abu Dhabi Ocean Racing hanno trovato
il modo migliore per dire addio ai loro fan e all'Emirato di cui sono
portacolori. Con un'ottima partenza e un abile gioco tattico, Ian Walker
e il suo equipaggio fra cui l'unico velista emiratino Adil Khalid, si
sono portati subito in testa e hanno passato in prima posizione tutte le
cinque boe del grande triangolo nel golfo, affollato da molte barche
spettatori.
Poco meno di un'ora per completare il percorso fra le
boe per Azzam, questo il nome della barca di Abu Dhabi, seguita a due
minuti dai franco cinesi di Dongfeng Race Team, dalle veliste di Team
SCA, fresche della vittoria nella In-port race di ieri, quindi gli
spagnoli di MAPFRE con il brasiliano André Fonseca alla ruota, poi il
leader della classifica generale provvisoria Team Brunel guidato da
Bouwe Bekking e infine sesto Team Alvimedica, con l'unico velista
italiano Alberto Bolzan.
All'ultima boa del percorso, fra i saluti delle
numerose barche spettatori, su quasi tutte le barche si è assistito
all'ormai famoso “salto” di uno o più ospiti, fra cui un generoso fan
americano da bordo di Team Alvimedica che ad ogni stopover organizza
un'asta per raccogliere fondi per un'associazione benefica locale, nello
specifico lo Zayed Giving Initiative’s Mobile Heart Clinic Program.
La terza tappa si presenta come una delle più
interessanti e difficili di tutto il giro del mondo, soprattutto perché
la flotta navigherà in zone non molto conosciute e dovrà attraversare lo
Stretto di Malacca, che separa la penisola indonesiana di Sumatra dalla
Malesia e che è uno dei tratti di mare più trafficati del mondo, oltre
ad essere orograficamente complesso, visto che in alcuni punti misura
solo un miglio e mezzo.
“E' una delle parti più complicate di tutta la regata.” Ha confermato Will Oxley, espertissimo navigatore di Team Alvimedica. ”Non
è un problema gestire il vento forte o il mare formato, ma la
complessità di attraversare un canale così stretto, con un traffico
mercantile così alto, può essere un problema. Una nave di cento metri
che ti viene incontro a 20 nodi, preoccupa sempre un po', soprattutto se
non puoi controllare la tua velocità e se c'è poco vento. Poi ci sono i
temporali, spesso molto violenti la notte, un sacco di barche di
pescatori che non hanno luci di navigazione e reti molto lunghe. Ci si
può rimanere intrappolati o, peggio ancora, entrare in collisione. E'
un'area molto stressante.” Alla complessità della tappa, dal punto
di vista della navigazione e della sicurezza vanno ad aggiungersi una
classifica molto corta con tre team in testa a pari punti, e l'aspetto
tattico legato alla regata su barche monotipo.
Le previsioni meteo parlano di vento leggero per le
prime ore di navigazione, che terrà dunque impegnati gli equipaggi
ancora in modalità “inshore”. Il meteorologo della regata Gonzalo
Infante descrive così la prima fase della tappa: durante le prime 12
ore, il vento avrà direzione ONO, e sarà variabile fino a che le barche
non saranno più vicine allo stretto di Hormuz. Come si è notato anche
nella seconda tappa, le alte montagne dell'area, hanno un notevole
effetto di ridosso. I team dovranno quindi portarsi molto sotto costa
per poter agganciare i venti termici locali e avvicinarsi agli alisei.
Tatticamente i team dovranno scegliere se stare lungo la costa dell'Oman
oppure portarsi verso quella dell'Iran e dovranno anche tenere in
considerazione il flusso delle correnti.
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