giovedì 8 gennaio 2015

Team SCA alla Volvo Ocean Race - Giorno 4: Driblando gli ostacoli


Vi renderò partecipi di una caratteristica di questa terza tappa: è al 100% imprevedibile o meglio l'unica cosa prevedibile di questo tratto della competizione è che incapperai in qualcosa. Le dimensioni non contano; potrebbe anche essere qualcosa di piccolo come una rete da pesca, ma, come abbiamo sperimentato di recente, anche una piccola rete può dare un gran fastidio."Nella storia di questa tappa ogni barca ha riportato dei danni più o meno gravi alla chiglia," ha raccontato Stacey. "E' praticamente certo che incapperai in qualcosa, tutti lo faranno, devi solo sperare che quando ti capiterà non cambi le sorti della regata."
 
E' come guidare di notte sapendo che potresti improvvisamente trovarti qualcosa davanti. Speri vivamente che non si tratti di qualcosa di grosso. La nostra vita dipende dalla nostra "macchina", perciò dobbiamo a tutti i costi evitare di danneggiarla.Ieri, mentre navigavamo lungo la costa del Pakistan, abbiamo trascorso la mattina ad inseguire Alvimedica e contemporaneamente a mantenere la distanza (vantaggio) da Mapfre. Inoltre, secondo i dati del computer, anche Azzam, solitamente inavvicinabile, sembrava essere alla nostra portata.Improvvisamente, Mapfre sembrava volesse strambare, ma presto abbiamo realizzato che stavano tornando indietro (facendo inversione), per liberarsi da qualcosa che si era impigliata sotto la barca. Nel corso del pomeriggio hanno ripetuto la manovra almeno altre due volte.Poi è venuto il nostro turno. 

Il morale era alto; eravamo concentrate ma allo stesso tempo di tanto in tanto ci facevamo qualche risata. Navigavamo piuttosto veloci, con Alvimedica chiaramente visibile davanti a noi – con il suo grande cuore arancio e nero (sulla vela) in bella evidenza. Siamo passate nel mezzo di un gruppo di pescherecci che pescavano su di una piattaforma continentale, ma siamo riuscite a disimpegnarci bene e passare senza impigliarci.Poco dopo Annie ha preso il timone; dopo pochi minuti ha notato che qualcosa non andava. C'era come il clic di un interruttore che si accende e si spegne, e la barca andava piano - molto piano. Perdevamo rapidamente terreno nei confronti di Alvimedica, mentre Mapfre si avvicinava alla nostra poppa. 

Il problema era che non riuscivamo a vedere niente con l'endoscopio. Tutto era apparentemente a posto.La cosa fastidiosa è che le borse di plastica e le reti di nylon sono spesso chiare e perciò sono difficili da individuare quando si agganciano al fondo della barca. Le ragazze andavano avanti e indietro: stavamo perdendo terreno, ma, aveva senso prendersi il rischio di perdere tempo prezioso per fare inversione quando apparentemente non c'era nulla sotto la barca? Non poteva essere solo un calo di vento? Fare la manovra di inversione non è l'ideale, specialmente se non vedi niente che la renda necessaria; tuttavia, continuare a navigare così lentamente è anche peggio.Infine, abbiamo deciso di ingoiare il rospo e compiere la manovra. 

Abbiamo anche stabilito di strambare contemporaneamente. Così facendo non sapremo mai se avevamo qualche "schifezza" sotto la barca o se eravamo in un buco di vento. In ogni caso, una volta compiuta la manovra, abbiamo subito iniziato a navigare velocemente in poppa e ciò ci ha fatto sentire bene – in poco tempo Mapfre non era più visibile dietro di noi.Qua fuori, nel corso della terza tappa, la vita è in continua evoluzione. Non puoi mai rilassarti troppo. Questo è solo l'inizio perciò è dura non gasarsi oltre misura per questi piccoli successi e, come rovescio della medaglia, colpevolizzarsi per il minimo errore. Dobbiamo semplicemente continuare a navigare al massimo delle nostre potenzialità nei confronti degli avversari, restare nel gruppo e fare del nostro meglio per driblare gli ostacoli.(www.teamsca.com)

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