Dopo le regate di Riva di Traiano anche il GPI sta soffrendo per la mancanza di vento. Le medie sono bassissime e, dopo più di 30 ore di regate la flotta deve
ancora sospirare il doppiaggio di Capraia. Possiamo comunque tirare
qualche conclusione da quanto visto finora. Con le bavette i Proto non fanno la differenza. Al momento in cui scriviamo sono due
Serie che menano le danze. ITA520 Marina Militare (Pendibene e Valsecchi) vuole essere il
secondo Serie a vincere in scratch il GPI, dopo l’exploit di Braud sul
suo D1 nel 2012, conducendo con autorità il gruppo e testimoniando la
solita solida preparazione.
Lo Zero in Med fila. Davide Lusso, in DreamTeam con Federico Fornaro, sta correndo le ultime
miglia sul suo Monster, già venduto, e non perde di mira la poppa di
Pendibene. Ricordiamo che questa barca è stata la vincitrice della prima
edizione del GPI nel 2007.
Tra i Proto, l’altro DreamTeam,
Zambelli-Bona, ha il suo bel daffare per contenere l’altra favorita, il
Manuard 759, che ricordiamo costruito e ben portato da Kolacek e su cui
ha disalberato Jeff McFarlane in Biscaglia pochi mesi fa. Anche su di
lui un equipaggio di spessore notevole.
Romain Mouchel ha battagliato con Michele nell’Azzorre 2012, sul primo
Proto di Manuard, 346 e Nikki Curwen ha lasciato in Atlantico il neo
acquisto 741, ex Fermin, per allenarsi da noi.
Tutto potrà ancora accadere…
In Atlantico Giancarlo Pedote è risalito in cattedra e mena le danze con un distacco, per dirne una, di 22 miglia sul terzo. Fantasticamente incommentabile.
Tra i Serie è lotta tra i Nacira e,
ormai ci si dovrà abituare, gli Argo. Sottolineiamo il bel momento degli
Zero. Da noi Lusso va come una scheggia, lassù Quentin Vlamynck porta
il suo Aria ad un sesto posto in cui non ricordiamo di averlo mai visto
in tanti anni di vita di quel modello.
Mai perdere le speranze e sentirsi battuti in partenza!
(da www.classemini.it di Stefano Paltrinieri)
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