ROMA, 29 MAGGIO 2025 - C’è un equipaggio speciale che si prepara a salpare, ancora una volta, verso un viaggio che non è mai solo fisico. Da Napoli, Calata Porta di Massa – Molo Immacolatella Vecchia, undici giovani di ACAR Aps - Associazione Conto alla Rovescia, tra i 10 e i 30 anni e affetti da malattie rare scheletriche (Osteocondromi Multipli ed Encondromatosi) parteciperanno, dal 3 al 7 giugno 2025, al progetto “Ancora noi”, a bordo del brigantino a vela Nave Italia, lungo la rotta Napoli–Messina.
“Nessun
vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, scriveva Seneca. Ma
quando la rotta è tracciata insieme, anche il mare aperto diventa casa.
Quella del 2025 sarà la quinta edizione consecutiva che vede ACAR a bordo del brigantino, nell’ambito dei progetti di inclusione e formazione promossi da Fondazione Tender to Nave Italia in collaborazione con Marina Militare. Per il secondo anno di fila, a immaginare e disegnare il progetto sono stati gli stessi giovani partecipanti: l’idea progettuale nasce infatti dalla New Generation di ACAR.
A guidare il gruppo, nel ruolo di Capo Progetto e Vice Capo Progetto, saranno due ragazze cresciute nell’associazione che, forti di precedenti navigazioni su Nave Italia, hanno scelto di prendersi cura del coordinamento dell’iniziativa.
Un
passaggio di testimone simbolico e profondo, che parla di autonomia e visione
condivisa, e testimonia la capacità di queste esperienze di generare un circolo
virtuoso che si alimenta e si consolida nel tempo.
Ad accompagnare il gruppo anche la dott.ssa Manila Boarini dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, da anni al fianco dei ragazzi dell’associazione, che ha dedicato uno studio a questa esperienza (Boarini M., et al. Nature-based interventions for individuals with rare skeletal disorders: evaluation of a 5-day sailing program on health-related quality of life Nature, Nov. 2024; 26339).
I
risultati della ricerca confermano l’efficacia della navigazione in mare come
esperienza di attivazione emotiva e di miglioramento del benessere psicologico
e relazionale nei giovani con patologie rare scheletriche.
«Il Metodo Nave Italia, che offre un’esperienza condivisa in mare aperto, - spiega la dott.ssa Boarini - promuove il senso di autoefficacia, la capacità di stare nel gruppo, di comunicare e di tollerare l’incertezza. Su una barca non si può fingere: si è, e si è insieme. La vela diventa così uno spazio terapeutico potente, capace di attivare risorse profonde».
Un valore riconosciuto da più fronti; la velaterapia sta ricevendo crescente attenzione anche in altri contesti clinici ed educativi, come nel progetto “Pronti a Salpare”, promosso dal Rizzoli in collaborazione con Marinando ODV e con il supporto di UNIAMO-FIMR, a cui hanno preso parte due ragazzi di ACAR.
Il mare diventa così una metafora concreta di trasformazione, nella gestione del corpo, nell’espressione di sé, nella possibilità di fidarsi e affidarsi. Ed è proprio questo che ACAR promuove attraverso il progetto Nave Italia, come spiega Andrea Romeo, Presidente dell’associazione.
«Crediamo
nel valore di percorsi autentici, dove ciascuno può mettersi in gioco, senza
filtri. Salire a bordo di Nave Italia, per i nostri ragazzi, significa
misurarsi con sé stessi, costruire relazioni vere e riscoprirsi capaci. Dopo
cinque anni, questo progetto non è più solo un’opportunità, è diventato parte
del nostro modo di accompagnare la crescita, alimentare l’autonomia e tessere
legami divertendosi».
Nel tempo, ciò che accade a bordo ha generato anche nuove forme di racconto, capaci di restituire in modo diretto e profondo ciò che questo viaggio rappresenta per chi lo vive.
Dalla
navigazione del 2023 è nato il cortometraggio “Vela D’A-mare”, vincitore del Premio Uno Sguardo Raro - UNIAMO 2023, e il lavoro “Vela D’A-mare – interviste a bordo”, una raccolta di testimonianze e riflessioni che
dà voce ai giovani protagonisti. Uno sguardo inedito sul mare come spazio di
possibilità.
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